Fuuuu ç_ç
Mamma mia, te l'avevo detto che questa settimana ti toccava, e non ho mica finito, nossignore! Ne approfitto perché ho tempo di smollare qualche mammozzone e con te, signorinella, sono sempre mammozzoni!
A parte il fatto che ti denuncio per avermi mandato a lavorare con un sorriso GROSSO COSì, perché per quanto io abbia sofferto terribilmente con il dolore di Bucky dentro di me che mi graffiava come non so cosa, alla fine ho iniziato a rotolare sulla sedia, e i motivi sono tanti e mi pare giusto pure elencarteli, ma con ordine **
Se c'è una cosa che ho amato di questa storia è che, la protagonista indiscussa, è la macchina da scrivere. Potrei sciorinare per ore quello che mi ha trasmesso ogni singolo pensiero nei suoi riguardi, ma la cosa che mi ha colpito di più è l'averla paragonata ad una mitraglietta, comparando il rumore dei tasti a quello dei proiettili e dunque... dunque ci ho visto un po' un equilibrio tra un uomo che va in guerra e una donna che sta diciotto ore seduta su una sedia a battere a macchina e non crolla mai. E l'aggravante di questo strumento qual è? Il fatto che quella donna meravigliosa della Carter, a detta di Steve, la sappia usare davvero molto bene.
La cosa che mi ha fatto sorridere di più, però, è il fatto che come Bucky anche noi abbiamo letto tra le righe qualcosa che non c'era – sebbene, mortacci tua, Steve... puntualizza ogni tanto che sei solo un fanboy di Peggy e basta -.- quel poraccio di Bucky si è distrutto la psiche e l'anima per colpa tua – e ci siamo rimasti un attimo male pure noi. Cazzate a parte e tornando a questo concetto, alla fine mi sono riletta il pezzo iniziale ben consapevole che, quello di Steve, è un rispetto profondo per un'amica che considera fieramente tale. Che non ha mai raccontato l'aneddoto della macchina da scrivere, forse perché anche Bucky, esasperato e colpito al cuore da quei continui riferimenti che lo rendono lontano dall'amato, lo ha fermato sul nascere. Perché a volte certe cose ti fanno stare peggio che una ferita profondo al cuore. Perché queste cose lasciano cicatrici che non si rimarginano mai davvero, e allora ti metti lì, a contare le volte in cui la persona che ami ti dimostra di non ricambiare, nominando qualcun altro che non sei tu. Mi hai calciorotato il cuore, lo sai vero? ç_ç
Ho amato tantissimo la parte di Bucky e Rebecca, c'è quel senso di familiarità in questa scena, che dà ad entrambi un ruolo ben preciso e allarga gli orizzonti del mondo: non si combatte solo in guerra, non si hanno pose e posizioni solo in battaglia. Scrivere a macchina è un'arte, è come imparare a suonare il pianoforte: ci vuole la diteggiatura, la posizione, il peso del corpo ben equilibrato. E, come dici tu, accortezze che sembrano non servire a niente di niente e invece sono tutto.
La caparbietà di Bucky nel voler imparare a scrivere a macchina l'ho trovato un tentativo dolcissimo e disperato di sentirsi, per un attimo, importante tanto quanto Peggy. Riuscire a fare qualcosa, una delle tante, che a lei riescono senza problemi, senza sforzo, forse perché meno schiacciata dal peso dell'insicurezza e più pratica – forse ha meno tempo di mettersi a pensare cosa non va in lei, come invece Bucky fa (ç_ç e due... la smetti di accoltellarmi?).
Il confronto finale tra Steve e Buck, poi, dove quest'ultimo viene a sapere che non gli serve sforzarsi d essere almeno come Peggy, per essere amato, mi ha sciolta. L'ubriacatura ti è servita a tirar fuori il problema, è contestualizzata alla perfezione. Il modo con cui gli dice "Prendi questo, Peggy Carter", ridendo, palesa invece un'infelicità interiore che fa paura. Perché sa di aver fatto tutto per Steve e continua a fare tutto per Steve... ma continua a cadere.
E poi la rivelazione, la dolcezza di Steve, che si mischia ad una durezza tipica del soldato – di lui, che divide la vita tra Captain America e Steve Rogers, una divisione che Bucky sente addosso, come una lama... orgoglioso di avere dalla sua parte il giovane di Brooklyn – ma non come lo vorrebbe –, ma così lontano il capitano...
Ma c'è appunto un problema di comprensione, quello che Peggy non sa scrivere a macchina con la delicatezza che Buck ha voluto far sua. Peggy è dura e cruda, quando pigia quei tasti e rispecchia il suo carattere e ci sta. Ci sta e mi ha fatto sorridere questa cosa, che ne sottolinea l'indole così composta.
Il momento in cui Steve ripete il suo nome è stato... nulla, ho i brividi in verità al solo pensiero. E ho sorriso, perché c'è un cuore che si è scaldato, insieme a quello di Bucky, ed è il mio ♥ (tepossinoacciaccatte)
E nulla, la parte finale con la scritta sulla mano ha finito definitivamente di uccidermi, l'immagine di queste mani intrecciate che si macchiano di inchiostro, si fondono... è incantevole, calda, sa di una vita nuova che attende di essere spesa. E tu riesci sempre a rappresentarli in contesti sempre nuovi e a uccidermi ogni volta. (e so di non aver detto tutto ma va beh in caso ti stalkero in altre sedi ♥)
Non so come fai, però non smettere mai, okay? ç_ç
Ti abbraccio e ti risparmio le falangi, per ora, anche se vorrei farlo e non sai quanto è_é Ti adoro èé
Miry |