Prima classificata al contest "4... crack pairing" indetto da matiscrivo (me) sul forum di EFP
Grammatica e stile: 8.93/10
Pensava spesso a lui, sì, e pensava principalmente che era proprio strano – un po’ troppo triste per essere ricco, no? Un po’ troppo dolce per essere un Serpeverde, no? – 1.00 Secondo me sarebbe meglio “Pensava che fosse proprio strano”. Con il “pensare che” vanno bene sia indicativo che congiuntivo, a seconda dei casi, ma dato anche le seguenti domande che esprimono una sorta di dubbio di Aurora, io penso che sia più adatto il tempo verbale dell’incertezza, più che un’affermazione precisa.
Eppure negli istanti in cui si fermava, quelli in cui non aveva niente da fare (x2) – 0.05. Credo sia meglio inserire la virgola dopo i connettivi testuali come “Eppure”. L’hai fatto due volte (anche se ti ho riportato solo una delle due frasi) ma sottraggo 0.05 per entrambi e non per ciascuno
forse fu proprio per questo che Aurroa fece per reazione la cosa più sciocca possibile. -0.02 errore di distrazione, Aurora.
Tralasciando queste cose che ti ho citato, non ho trovato altri errori – né di grammatica, né di stile, né di punteggiatura o sintassi.
Il tuo stile è sempre piacevole, scorrevole, d’impatto indipendentemente dalla lunghezza. Questa volta mi hai deliziata con una one shot, e anche qua (nonostante la lunghezza diversa rispetto a una flash o una doppia drabble) sei riuscita a essere comunque estremamente d’impatto.
Mi è piaciuto, prima di tutto come l’hai divisa: due paragrafi – l’intermezzo della citazione – e altri due paragrafi. Distanti sia temporalmente che a livello di fatti. Il primo Barty è un Barty adolescente, molto umano e poco buio, tanto grigio. Il secondo Barty invece indossa le vesti di un uomo più vecchio di lui, storpio, ma non perde il suo cipiglio e il suo modo di fare. C’è più buio, meno umano in qualcuno che mette dentro un baule un uomo innocente. Questa suddivisione ci mette a contatto con temporalità diverse ma senza dare la sensazione di manchevolezza, hai ricoperto tutti gli attimi che erano da toccare riguardo ai due protagonisti senza lasciare indietro niente. Mi è piaciuto molto anche – proprio come impatto visivo oltre che per il significato – l’aggiunta della citazione da “Il calice di fuoco” prima del titolo. Da un senso di completezza, perché hai mostrato subito che la tua coppia crack è nata da uno spunto canonico.
I dialoghi sono naturali, non forzati, alternati al resto della prosa in un ritmo armonico, non pesante da leggere. Si legge molto facilmente – e questa è una nota del tutto positiva – non perché “banale” o “facile”, ma per la sua semplicità disarmante e azzeccata, che riesce a dire tanto di incisivo anche senza ricercare troppo a fondo in un lessico aulico e non complesso (che necessità c’è?). Riflette anche lo spirito di questi due che non hanno niente di meglio da fare e quindi sono semplici, senza fronzoli, ci sono perché a loro va.
Titolo: 2.5/3
Ho amato del titolo il riferimento a Tenco e che tu abbia scelto un titolo in italiano – come ho avuto già modo di ribadire, amo i titoli in italiano che arrivano dritti dritti. Allo stesso tempo però non è riuscito ad arrivarmi dritto dritto: o meglio, mi è arrivato, ma un po’ veicolato dal ripetersi del concetto nel testo, non a primo impatto quando l’ho letto accostato all’introduzione. Non voglio penalizzarlo troppo perché ha senso – ha senso con tutta la storia, ha senso con la canzone che ti ha ispirato. Ma non ha neanche preso il volo, non è neanche quel titolo che ti affretti a cliccare dopo un’occhiata veloce all’introduzione perché accattivante.
Sviluppo della coppia: 10/10
Ti devo dare il massimo, proprio come obbligo morale. Lo scopo di questo contest era proporre una coppia – crack, improbabile, che a primo impatto fa addirittura storcere il naso – e renderla credibile. Tu sei stata incredibilmente brava, a maggior ragione perché sei partita da un evento CANON e l’hai declinato, maneggiato e reso nel modo più verosimile. Ci hai mostrato un Barty Crouch Jr umano – e anche IC se devo essere sincera – umano perché figlio di un padre che chiude gli occhi e si dedica al lavoro, o almeno è questa la percezione di Barty che vorrebbe di più. E quindi non si impegna, perché non gli darà quella soddisfazione, e pensa di non avere niente di meglio da fare. Ed ecco qua che arriva Aurora che sembra essere oggetto di suo interesse quasi per puro caso, per pura noia. E questo motivo del non avere niente da fare si ripete finchè Barty ha effettivamente qualcosa da fare, inseguire Lord Voldemort, essergli devoto, abbracciare la sua causa. Allora Barty scompare, se ne va via, lascia stare il ballo che le aveva promesso, che era il premio di Aurora dopo tutti quegli aiuti, quelle ripetizioni.
Anche la resa di Aurora mi affascina molto, ha una certa aria sinistra (e no, non è una battuta di pessimo gusto!) e anche in un certo senso subdola (ci arriveremo in un altro parametro). E questo è veramente affascinante, di come tu sia riuscita a prendere un personaggio quasi inesistente, e sia riuscita a cucirle un vestito addosso.
Aurora ci balla con Barty, non nel vero senso del termine, ma proprio come mentalità, sono anime affine e discordanti. E alla fine si chiude un cerchio, Alastor/Barty le concede quell’agognato ballo e Aurora finisce per riconoscerlo – perché Barty (che quasi si era dimenticato di essere scrutato) si fa riconoscere, lei lo riconosce.
Ho trovato anche molto accattivante e intelligente l’espediente di Minerva che cede il posto ad Aurora, ci fa avere un ultimo incontro tra i due prima che l’anima di Barty (ma quindi ce l’ha avuta un’anima?) se ne andasse via per sempre. Molto toccante ma anche molto freddo: Aurora, che trovo un po’ algida nel suo essere riflessiva e intelligente, affronta il dolore con un pianto silenzioso, ma senza foga, senza furia. Un amore ritrovato, ma non di quelli che sradicano le radici, quell’amore che c’è sempre stato (anche quando quasi dimenticato). Una perfetta ripresa della citazione, tra l’altro.
Gradimento personale: 4.5/5
È inutile ripetere le cose che ho già detto: il tuo stile è diretto, incisivo, semplice ma non banale, profondo ma neanche ingiustificatamente melenso. I personaggi sei riuscita a farli tuoi e renderli vivi su carta pur non essendo due personaggi facili (una inesistente, e Barty Crouch Jr è già difficile di per sé) e hai reso naturale la coppia, scopo del contest. Ci sono certe frasi che lasciano proprio con il fiato in sospeso, e poi ti toccano le corde profondo del cuore.
Lei si strinse nelle spalle e lo guardò quasi con aria di sfida. “Sono brava ad aspettare”.
Lui annuì e non disse nulla. Anche lui era bravo ad aspettare, del resto, anche se non sapeva cosa.
Era bravo ad aspettare, quando non c’era niente di meglio da fare.
C’è simmetria, un gioco tra lei e lui, un oscillare di estremità che si toccano. Sei molto brava a cogliere il perché delle cose, non so se mi spiego.
L’unica cosa che effettivamente mi ha disturbato, è che quindi Aurora Sinistra sapeva che Alastor Moody era Barty Crouch Jr e, pur consapevole del suo istinto 1) non ha indagato 2) non ha avvisato Silente. Allora, non sappiamo cosa Aurora Sinistra potesse o meno pensare dei Mangiamorte. Sicuramente nel sesto libro osservando l’attacco alla McGrannit è scioccata (in negativo) ma se ben ricordo non fa effettivamente niente e dice ai ragazzi di continuare a svolgere l’esame. Quindi questa sorta di omertà è giustificata – però qua si tratta di un insegnante che lascia deliberatamente i suoi studenti nelle mani di un Mangiamorte, un criminale. Questo discerne dall’abbracciare o meno la causa di Voldemort, voler immischiarsi o meno. Questo non vuol dire che penso sia ingiustificato eh (se no avrebbe penalizzato altri parametri!) o che abbia reso brutta una storia che aveva bel potenziale. È solo una piccola noticina che stona dal farmi mettere 5/5 in questo parametro!
Bonus: 2/2
La citazione che ho suggerito l’hai utilizzata nel testo ma non solo! L’hai resa anche perfettamente funzionante con la trama, facendola girare intorno ad essa. Inoltre, ho amato come ci hai proposto la citazione nel testo, non l’hai ricopiata papale papale ma ci hai aggiunto del tuo, non modificando o storpiando la sua poesia e la sua musicalità intrinseca. L’ho proprio apprezzata tanto! Brava e ti ringrazio per aver usato con tanta delicatezza una canzone che per me è fondamentale, proprio a livello personale.
Totale: 27,93/30 |