Ciao, Francy!
È un’ora un po’ tarda, ma metterò tutta la mia serietà (che come hai ben scoperto non ho) e la caffeina del mio caffè a disposizione tua e del nostro amatissimo Charlie (oh, d’accordo, non solo nostro, dobbiamo condividerlo anche con una certa signorina dai capelli rosa), questa notte.
Proverò a essere analitica e approfondita senza far sprofondare te nel sonno domani mattina al risveglio, quando troverai questa recensione: non vorrei mai interferire con il tuo lavoro e la tua cucina, a quello ci pensa già egregiamente Captain Oliver! XD
Ma veniamo a noi, e partiamo dalla tua idea di scrivere dei fratelli Weasley. Sai che come te amo da impazzire tutti e sette – e so benissimo di avere Love che mi aspetta per essere continuata e proseguire nella scoperta di quello che hai in serbo per loro, ma la sessione mi ha completamente portata lontana dalle recensioni –, per cui sapere che avevi intenzione di trattarli tutti e non soffermarti solo su tre di loro scelti per il drabblitch mi ha resa non felice, di più! non vedo l’ora di poterti seguire in questo viaggio alla scoperta di ognuno di loro e di quello che più li caratterizza.
E allora partiamo dal titolo, che ho semplicemente adorato. È bellissimo perché dà subito l’idea di casa, famiglia, intimità domestica: rimanda subito all’orologio di casa Weasley, che porta su ogni lancetta un diverso componente della famiglia. È forse uno dei dettagli più “memorabili” (almeno per me che ne ho sempre desiderato uno) della cucina dei Weasley, e mi piace moltissimo come un oggetto simile riesca a incarnare, qui, proprio quell’idea di quotidianità, vissuto ordinario, che una famiglia porta con sé. E mi piace moltissimo come giochi tra questo titolo e quello delle singole drabble: qui le lancette non si posano sul luogo in cui si trova il Weasley che rappresentano, ma sulla sua caratteristica che scegli di analizzare ed esplorare. Trovo che sia stato un colpo di genio, il titolo della raccolta, e amo come lo hai fatto tuo, e come si lega al sottotitolo delle drabble.
E poi, come non concordare sulla perfezione della sfumatura di Charlie che hai preso in esame! Sai che ho un debole per il secondogenito di casa Weasley, ma quello che mi fa innamorare ogni volta di lui è proprio questo suo essere uno spirito libero, sognatore, che dietro a questi sogni vola, li insegue anche dall’altra parte d’Europa, lasciandosi tutto alle spalle a soli diciotto anni. Nota a lato a cui il titolo mi ha fatto pensare: inserendo nell’equazione Tonks, in quel sognatore ci leggo anche quei sogni che lui ha inseguito allontanandosi da lei, perdendola, e che forse sono parsi delle chimere, a un certo punto, perché li ha inseguiti a discapito dell’amore dell’unica donna che abbia mai amato con tutto sé stesso, e, insomma, non potevo non lasciare qualche lacrimuccia su questo primo capitolo, ti pare?
La scelta di aprire e chiudere la drabble con le due battute pronunciate dai fratelli la trovo estremamente funzionale innanzitutto a ricreare la sensazione di casa e familiarità che, volevo dirti, mi trasmette il titolo, perché racchiude la complicità tra fratelli – Charlie si confida con Bill –, ma anche la loro vicinanza e capacità di leggersi dentro – Bill sa già che chi avrà possibilità di scoprire se i draghi sognino è proprio Charlie. Sa che è la vita che sceglierà, che fa per lui, perché lo conosce e vuole che questi sogni li realizzi tutti. E, ovviamente, ho notato e apprezzato come hai ricollegato il tema del sognare che caratterizza Charlie ai draghi, instaurando una sorta di parallelismo e filo rosso tra il ragazzo e gli animali fantastici che tanto ama.
Ed ecco che poi riprendi quell’altra caratteristica di Charlie, il suo essere uno spirito libero, indipendente, che si trova a suo agio negli spazi ampi, nell’aria, nelle distese sconfinate della natura che l’idea di libertà ti lascia immaginare. Interessante poi come questa immagine della libertà e dei draghi che volano liberi si trasli su Charlie che, a cavallo di una scopa, vola a sua volta come un drago con il vento tra i capelli alla ricerca del boccino. E questo parallelismo carica, a mio parere, la frase di una sfumatura in più: il Boccino è il tesoro da prendere per vincere la partita, posizionarlo in modo che si instauri in un parallelismo diretto con la libertà che Charlie insegue, al pari della pallina dorata, rende quando questa libertà e l’amore per i draghi siano forti in Charlie e quanto siano preziosi per lui. Anche a livello più strettamente strutturale/formale trovo che la frase riesca a rendere benissimo l’idea di fondo: abbiamo libertà, ma anche maestose, che rende sì la grandezza dei draghi, ma mi sa proprio di ampio, sconfinato, come gli spazi della libertà d cui dicevo; c’è poi quell’inseguire che fa da “spartiacque” tra le due parti della metafora, e che soprattutto accostata alla ricerca della libertà, rende l’idea di dinamismo di Charlie, che scorre dentro quella del gioco. Ma è prima di tutto un dinamismo che pare proprio animarlo, non riuscire a tenerlo fermo mentre corre verso i cuoi sogni, i draghi – la sua passione. Nemmeno per un momento si dubita di cosa animi il nostro Capitano, quale sia l’animale di cui è appassionato e il tipo di vita che vorrebbe condurre. E l’idea degli spazi ampi e della libertà è, per contrasto, ben richiamata da quella poca sopportazione di Charlie per le costrizioni, costrizioni di qualsiasi tipo: fisiche, concrete, che lo tengono dentro un castello fin quando non potrà prendere a sua volta il volo e inseguire il sogno, ma di fondo mi hanno suggerito anche una sorta di mal sopportazione per qualsiasi costrizione (cosa, questa, che credo fortemente caratterizzi Charlie, che vedo troppo libero per potersi inquadrare in qualcosa di stabile, fisso: è dinamico, lui, è sempre in movimento, a darsi da fare – aiutare Hagrid – allo stato brado come i draghi che vorrebbe tanto poter studiare. In quell’ “allo stato brado”, credo si celi proprio il segno di quanto li ami: accetta tutto, di questi animali, anche la loro parte più selvaggi e pericolosa, sembra dire.
E per i draghi – e un fratello! Bello che anche qua il tema generale dei fratelli torni – è disposto a infrangere le regole di Hogwarts e attraversare, a cavallo della sua scopa, mezza Europa per salvarne uno: dimmi tu se questo non è amare i draghi e il proprio lavoro con tutto se stessi! Questa è la vita che ha scelto e che non cambierebbe, che fa per lui, e poco importa se gli procura dolore fisico e mille cicatrici. A proposito di cicatrici, molto bella la scelta del verbo mappare, racchiude in sé, almeno alla mia percezione, il senso dell’avventura (altra caratteristica perfettamente IC di Charlie che hai inserito) del giovane – non chiederti perché, sarà che le mappe di usano quando ci si imbarca per una nuova avventura. Ma in un certo senso con le mappe ci si indirizza, ci si appoggia durante la ricerca del luogo d’arrivo, e Charlie stesso che all’inizio avevamo visto in ricerca della sua dimensione, qui lo vediamo averla trovata, e pari suggerire che l’addestramento fatto, simboleggiato dalle cicatrici, ne siano state la mappa. Bello come il draghetto, poi, passi da essere il Dorsorugoso e poi Norberto, ci leggo Charlie entusiasta per questo nuovo cucciolo, che pian piano nella sua testa prende corpo, diviene reale anche se ancora non l’ha visto, e rileggendo la lettera del fratellino impara ad amare a propria volta il draghetto di Hagrid. Ha senso quello che ha detto? Ho un occhio aperto e uno no, ma spero di riuscire a spiegarmi come si deve.
Che dire, Francy, c’è tutta la passione di Charlie qui, in una bellissima drabble che lo sa tratteggiare benissimo, rispettandone l’IC – per quel poco che si sa (ma di sicuro questo è anche il Charlie che mi immagino io). Non so se si è capito, ma l'ho amata. Grazie di avermi pazientemente ascoltata e sopportata fino qui, mi sa che dovrò rimandare Silvia a domani perché il tempo è leggermente volato via.
Un abbraccio,
Maqry (Recensione modificata il 13/03/2021 - 05:10 am) |