Cara Sia,
mi prendo questi soleggiati giorni di riposo (si fa per dire!) per recuperare qualche storia che ho letto ma non ho avuto tempo di recensire...
Quindi, eccomi qui, in questo giorno di Pasquetta, a rileggere queste dolcissime parole dedicate a Fred e Astoria dedicate a Gaia, che è stata colei che mi ha fatto innamorare di questa coppia di cui leggerei per giorni interi. E poi, come posso farmi sfuggire un'occasione in cui tu - la regina della Fremione - scrivi una Frasteria?!
"Ridere" dei Pinguini è una canzone che quest'inverno ho ascoltato tantissimo, perché la sento mia, perché ripenso a persone che mi hanno fatto "ridere" nel senso positivo e ora mi fanno "ridere" con amara ironia.
Ed è stato straziante, quindi, vedere Astoria che non riesce a ridere, travolta dalla maledizione a cui è destinata, nonostante abbia Fred vicino. Come non amarlo? Far ridere la gente è stato il suo scopo di vita, anche se una delle frasi che dice è "Anche io morirò un giorno". E quanto è doloroso, mettergli in bocca queste parole. Fred morirà, sì. Ma prima di Astoria, che ha riso tardi, troppo tardi.
"Poi non ride più".
E chi può sapere cosa c'è dietro a quella chiusa amara, terribile. Non ride più perché Fred è morto? O perché se n'è andata anche lei?
Ho apprezzato il fatto che George e Astoria si ritrovino davanti alla tomba di Fred: è un topos che ricorre spesso, in questa coppia, ma che mi piace tantissimo. Sono due solitudini che si ritrovano, lasciate dalla metà che Fred significava per entrambi.
Ogni frase di questa storia è permeata dalla presenza di Fred e solo tu potevi scrivere una cosa così bella su di lui.
Ecco, volevo dirti questo.
Torno a crogiolarmi nella tristezza ascoltando i Pinguini.
Un abbraccio
Milagar |