Sono in ritardissimo e mi scuso all’infinito per essere qui solo ora, per lo scambio.
In un primo momento ho seriamente pensato di recensire la prima - bellissima - one shot della raccolta, ma non ho potuto evitare di fermarmi su questa. Xiao e Venti rappresentano la mia più recente scoperta in fatto di ship (platonica), e poter leggere qualcosa di così ben scritto, è davvero una benedizione.
Ho apprezzato moltissimo il fatto che tu abbia contestualizzato le origini dei protagonisti e non solo, dando così al lettore un ottimo punto di partenza. Xiao è dannato e condannato, vittima di una spirale di morte senza fine, costretto a uccidere, cadere, rialzarsi e fare i conti con il suo destino; ecco che dopo questo specchio oscuro e tetro sulla sua esistenza (perché chiamarla vita non è contemplato), compare Venti in tutto il suo ben celato splendore. Concede allo Yaksha una grazia, la leggerezza del suono di un flauto che menda le sue ferite e lo aiuta a risorgere dai suoi resti insanguinati. Senza scivolare nel comico, quel che segue è una trafila di momenti canon (a mio parere) tra i due, in cui l’interesse del Dio del Vento viene man mano capito e ricambiato dall’’austero guerriero.
Lo stile è scorrevole e limpido, il lessico semplice ma ben utilizzato, adatto al contesto. Le descrizioni non sono ridondanti, e i dialoghi ben strutturati (contestualizzati bene a tal punto da far pensare che questo sia a tutti gli effetti un missing moment estrapolato dalla trama del gioco).
La inserisco volentieri tra le ricordate, scusandomi ancora per essere così tanto in ritardo sulla recensione.
Un abbraccio, alla prossima!
N. |