Ho letto la long e ti avevo anche detto che avevo preferito non capire. Non lo so se il cervello non voleva collaborare, se mi faceva meno male pensare ad altro, ma con Kita mi sono trovata faccia a faccia con questo orrore.
E rivederlo con Kenma, avere la conferma di quello che la mia mente non voleva vedere, è stato agghiacciante.
Kuroo è il classico figlio di papà con un po’ di cervello che, però, non fa nulla per mettere in pratica il suo ingegno. Odia il padre, non accetta la società, ma lui sta una meraviglia quindi preferisce non vedere.
L’incontro con Kenma, l’imprinting che lo ha colpito, ha cambiato le carte in tavola.
Come è stato per Atsumu nella long, ho apprezzato che anche Kenma si sia preso i suoi tempi. A maggior ragione. I passi sono stati anche più lenti, più piccoli. Aveva bisogno di … non so nemmeno cosa, perché la situazione in cui stava richiedeva solo normalità e lui la normalità non l’ha mai assaporata.
Mi ha colpito lo scambio di frasi (parafraso perché non la ritrovo più): “sei un alpha strano” “io sono normale, sono quelli che hai incontrato ad essere strani” ecco, questa è la frase più adatta per tutta questa serie.
Perché non è normale quello che fanno, non è normale manco per niente e Kuroo lo ha ampiamente dimostrato resistendo a Kenma nonostante tutto.
Kenma la normalità non l’ha mai vissuta e mi stringe il cuore pensare che questa, per lui, sia la stranezza.
L’hanno ucciso più volte là dentro, ogni volta che approfittavano di lui, ogni volta che lo rovinavano, ogni volta che ne abusavano tanto da fargli male fisico, esterno e interno. E per lui era quella la normalità prima di Kuroo.
È un concetto su cui mi sto fossilizzando, me ne rendo conto, perché è agghiacciante. Ma è presente in tantissime parti del mondo, per adulti e bambini, ma anche solo per una minigonna indossata invece di pantaloni. È un concetto talmente ampio che, anche entrando nello specifico, riesce ad allargarsi anche alla quotidianità che si vive, alla paura di camminare da soli di sera, nemmeno di notte, che è paralizzante.
Dappertutto si è vittime di queste cose, grandi e piccole che siano. E non dovrebbe.
È stata una storia difficile da leggere, difficile da commentare, ma perfetta per il mondo marcio che hai evidenziato, altro lato di quel geoide infame.
Complimenti, fa aprire gli occhi. |