E rieccoci qui, signori e signore...
Questa volta non sarò il primo, ma è già un miracolo che ho recuperato senza far passare un anno, dai, una medaglia la merito (XD).
Ma andiamo dritti al sodo... se prima avevamo il punto di vista di monelli di strada che dovevano sopravvivere come meglio potevano, di un tuttofare fallito e abbandonato alla sua miseria, e poi l'origine che riguardava un ragazzo che stava cercando la propria strada in un mondo spietato (Dopo esserci stato reclutato, ovviamente), sino all'introduzione di una lupetta sperduta e trovata in una discarica a momenti...
Ecco che ci troviamo in un ambiente nuovo, strano... eppure così simile, familiare, spaventoso sì, freddo come la descrizione richiedeva fosse, temibile... e futuristico.
Già, non solo Dominik Keller sembra tenerci nel dimostrare che è parte di Atlas, ma che di certo il suo alto ceto viene mostrato con poche e semplici descrizioni riguardanti un salotto, candido e lindo, ma che rivela la mente perfezionista (E forse ossessiva-compulsiva) di Dominik Keller.
Ma ovviamente non c'è solo questo... ma c'è anche uno strato di tristezza e di un tema familiare e triste... il tema del figlio-scarto, in questo caso, due figli-scarti, Xavier e Vlad (poteva pure provare ad impalare suo padre, così magari si faceva rispettare... XD).
Trattati con apatia, come fallimenti, come ultime ruote del carro, come dei progetti mediocri e a malapena degni di attenzione... è già tanto che non siano stati abbandonati a marcire, ma che in to to, abbiano solo dovuto vedersi l'unica (Suppongo) figura genitoriale che avevano, e che li ha trattati con indifferenza, sebbene una forma di pietà dal gettarli in discarica ci sia stata, visto che Xavier fa ben presagire che non c'è stata alcuna cattiveria gratuita, se non quella dell'indifferenza e di etichettarli come Secondi, o Terzi addirittura, che non vengono contati, per quanto sembra che perlomeno vivranno bene... privi di un padre, privi di una figura amorevole, ma almeno una piccola pietà c'è stata... la stessa che dubito Drake avrà mai, a pensarci.
E proprio quest'ultimo, che stava crescendo come un "feto" robotico nelle fredde mura perfettine del laboratorio di Dominik, che probabilmente richiamerà ancora l'architettura Atlassiana, anche la macchina mostra pensieri di una precaria sufficienza nei confronti dei fratelli, soprattutto chi l'ha trovato... Xavier.
Non c'è solo la perdita della gioia dell'indifferenza, ma di venir sempre riconosciuti come Figli... ma adesso c'è un rimpiazzo, una correzione, la prova finale dell'abbandono genitoriale... c'è Drake adesso. Il perfetto, l'unico e il solo figlio di Dominik Keller, il più perfetto e unico...
Che tragedia... ma forse era il caso di dare ascolto del tutto a Vlad: E' arrivato il momento di svoltare e fregarsene... c'è solo la sofferenza dello sguardo maligno del sostituto, del correttore, della macchina, altrimenti...
Ottimo capitolo come sempre, Manuelius! Ci vediamo al prossimo... sei stato bravissimo nel far trasparire tutte queste emozioni, bravo! :3 |