Recensioni per
Soffocare
di RedLolly

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
31/08/21, ore 19:34
Cap. 1:

II POSTO




“Soffocare”, di RedLolly EFP



Grammatica e stile: 9/10


“… abbracciati ad una donna …”: la “d” eufonica va usata solo quando la parola successiva inizia con la stessa vocale.
“… dal sole torrido di Ishval, sebbene in quel momento non ci sia alcun sole …”: ripetizione della parole “sole”.
“… aria pesante ed irrespirabile …”: la “d” eufonica va usata solo quando la parola successiva inizia con la stessa vocale.
“… aumenta ad ogni …”: come sopra.
“… mucose ad ogni …”: come sopra.
“… davanti ad un plotone…”: come sopra.
“… giovani e vecchi, alti bassi, …”: probabilmente hai dimenticato una “e” dopo la parola “alti”.
“… un imperscrutabile coltre di sabbia …”: il soggetto è femminile, perciò serve un apostrofo dopo l’articolo “un “.
“… dalla sensazioni di mani …”: errore di battitura, è “sensazione”.
“… impassibile ad osservare …”: la “d” eufonica va usata solo quando la parola successiva inizia con la stessa vocale.
“… davanti a quella di un superiore …”: non capisco cosa volevi dire con “quella di un superiore”… quella cosa?
“… un avversaria che si è …”: il soggetto è femminile, perciò serve un apostrofo dopo l’articolo “un “.
“… complotto ed inganno …”: la “d” eufonica va usata solo quando la parola successiva inizia con la stessa vocale.
“… disperata ed istintiva …”: come sopra.
“… davanti ad un tribunale …”: come sopra.
“…come ad uno scoglio …”: come sopra.
“… alzandola ed infilandola …”: come sopra.
“… militare ed aver avuto …”: come sopra.
“… un pugno ad un incolpevole …”: come sopra.
“… posto ad una vampata …”: come sopra.
“… profondi ed invocare …”: come sopra.
“… costretta ad uccidere…”: come sopra
“… sola ed unica …”: come sopra.
“… è rimasta incollata alla sua una guancia …”: la parola “una” non ha senso in questa frase.
“… riesce ad emettere …”: la “d” eufonica va usata solo quando la parola successiva inizia con la stessa vocale.
Come avrai facilmente notato, la maggior parte dei tuoi errori è una mancanza di conoscenza: la “d” eufonica va usata solo quando la parola successiva inizia con la stessa vocale. Ti ho segnato tutti i posti in cui l’hai usata in modo errato, ma non conto ogni singolo errore come a se stante, piuttosto come gruppo di errori per lo stesso problema. A parte questo ho notato qua e là un errore di distrazione, più grave la mancanza dell’apostrofo in un paio di occasioni. A livello generale la storia però è scritta molto bene e con grande cura, con un lessico ricercato che si sposa perfettamente con lo stile angst della tua storia.
Mi è piaciuto molto che hai usato sia il corsivo che i colori per distinguere tra i due personaggi, ma il cambiamento dei colori a mio parere non era necessario dato che il POV dei due personaggi avviene uno dopo l’altro e non si intrecciano mai. L’uso del corsivo è stato perfetto, ma ho avuto difficoltà a capire con quale logica lasciavi gli spazi tra i diversi paragrafi, dato che a volte separavano le scene e a volte no.
A parte questo il lessico è adeguato e lo stile angst molto bene architettato, hai fatto un ottimo lavoro nel mostrare al lettore direttamente la mente dei personaggi, gli fai sentire le loro emozioni, il dolore e la confusione. Un’introspezione davvero ottima, di rara precisione, coinvolgente e straziante. Una scelta di stile perfettamente adatta alla trama e al genere, davvero complimenti!


Sviluppo del pacchetto: 9,5/10


Prompt: il punto di partenza della tua storia è stata la famigerata guerra di Ishval, in cui vediamo un giovane Roy Mustang che per sopravvivere all'orrore che vive ogni giorno imbottiglia il senso di colpa e il concetto di giustizia nel profondo di se stesso per non impazzire. Mi è piaciuto molto il modo in cui hai mostrato il volto crudele della guerra, senza paura di mostrare anche il lato oscuro dei “buoni”, che per quanto già riconosciuto nel canon, non è la stessa cosa. Lì si concentravano sulla redenzione, sulla voglia di ricostruire e su come tutto facesse parte del piano degli homuncolus, ma viene mostrata troppo in fretta la parte in cui hanno vissuto la guerra e infine lo sterminio. Ecco perché la tua storia mi piace così tanto, ti sei soffermata sulla parte meno piacevole dell'umanità e le hai dato voce, con la spietata sincerità dei corpi bruciati e una ancora più crudele bugia che ogni assassino racconta a se stesso: che non ha scelta. Una descrizione e un utilizzo di prompt assolutamente perfetto.
Obbligo: il disturbo da stress post-traumatico di Roy Mutang viene mostrato immediatamente dopo, con i ricordi/sogni confusi del colonnello lo tengono sveglio la notte, gli mozzano il respiro di giorno e lentamente lo spingono alla “follia” di una confessione. Tutti noi abbiamo amato la coppia Roy/Riza, perciò vederla espressa in modo che non finisca in un lieto fine è una cosa inusuale, ma moto ben orchestrata. Hai fatto in modo che l'obbligo diventasse la spinta del colonnello, che si pente di quanto fatto in una notte di guerra e decide finalmente di aprire gli occhi sui suoi sentimenti: perché se c'è una cosa buona portata dal dolore, è il modo in cui apriamo gli occhi su ciò che cela il nostro animo. Al tempo stesso, mostri anche la reazione di lei, che usa quella stessa notte e i sentimenti di cui è consapevole per punirsi dei suoi peccati, mostrando come anche lei soffra di tale disturbo con il suo attacco di panico e mancanza di respiro al pensiero di dover vivere sopportando un peso per lei insostenibile, ma che va fatto comunque. Il modo non dichiarato con cui hai mostrato gli effetti del disturbo mi è piaciuto moltissimo, brava!
Citazione: questo è l'unico punto un po' debole della tua costruzione a mio parere. La citazione è stata messa al posto giusto al momento giusto, subito a seguito degli altri due elementi, e la sua forza d'impatto è stata percepibile, ma non utilizzata al meglio a mio parere... Bada bene, è il mio parere, ma non ho trovato molto adeguato che un uomo con un tale problema, in pieno attacco d panico, decida di utilizzare un tale sofismo per confessarsi alla donna a cui crede di aver fatto un torto enorme e che conosce da una vita. Sappiamo tutti che tipo di donnaiolo/gentiluomo è Roy, e se si fosse trattata di una situazione normale ci sarebbe stata una frase tanto dolorosamente romantica, ma considerando il contesto e la sua situazione h trovato stridente questa citazione in mezzo a una narrazione piena di autocommiserazione e dolore.
In generale hai sfruttato al meglio tutto il pacchetto, ho apprezzato il tuo approccio e il modo in cui tutti gli elementi sono apparsi uno dopo 'altro in modo da dar loro la giusta importanza senza che fossero sopraffatti dagli altri. Complimenti!


IC / caratterizzazione dei personaggi: 9/10


Avendo concentrato tutta la narrazione su due personaggi hai potuto svolgere un ottimo lavoro di introspezione su entrambi, cosa che ho molto apprezzato. Pochi ma buoni! Andiamo al dettaglio.
Hai lavorato molto sui pensieri di Roy specialmente nella prima parte della storia: di solito i pensieri di quando uccideva gli ishvaliani vengono tralasciati, oppure ci si concentra soprattutto su come ha intenzione di rimediare in futuro. Una seria elaborazione dell'orrore che sta provocando proprio nel momento in cui o vive è una cosa ardita e nuova, ed ecco perché l'ho tanto adorata. Ho apprezzato anche che hai mostrato come certe situazioni estreme tirino fuori la crudeltà degli uomini migliori, così come la sua lotta interiore nel cercare di mettere a tacere ciò che la sua coscienza impone di riconoscere. È stata una lettura accattivante e molto affascinante, portata avanti con molta coerenza e che io ho trovato perfettamente compatibile con il protagonista. Anche il suo cedere alla passione – o disperazione – con Riza lo trovo perfetto nel contesto. Anche la parte sul suo ritorno a casa mi è piaciuta, l'unica nota stonata è il modo in cui è così imprudente durante una telefonata; non importa la situazione, il colonnello Mustang post-Ishval non avrebbe mai rischiato la sicurezza della sua squadra, meno che mai quella di Riza. Avrebbe avuto più senso se fosse andato da lei di persona nel cuore della notte, ma un tale rischio? Non ce lo vedo molto. In un faccia a faccia anche la citazione avrebbe avuto più impatto, perché non ci sarebbero stati freni dovuti alla distanza e allora una frase tanto filosofica avrebbe dato quel tocco agrodolce perfetto per concludere la sua confessione. Generalmente però ho trovato il carattere molto IC.
Passando al mitico tenente Hawkeye, rullo di tamburi prego, ho intenzione di descrivere la tua interpretazione con una sola parola: impeccabile. È esattamente lei, in ogni sua sfumatura. Una Riza perfetta: il valore morale anche nel centro esatto dell'inferno per difendere una donna arresa, il cedere al corpo del suo uomo, la pronta ramanzina al suo capo tramite codice, la sua autoflagellazione per i suoi sentimenti. Perfetta, assolutamente perfetta.


Gradimento personale: 10/10


Non spenderò molte parole, perché quello che voglio dirti pensi si sia già capito nei parametri precedenti, ma se così non fosse stato lascia ceh ti faccia un riassunto: adoro la tua storia. È assolutamente fantastica, l'ho adorata un sacco e questo non cambia nonostante ti abbia elencato un paio di punti dolenti. La trama è originale e di impatto, lo stile e il lessico si intrecciano per creare fruste di angoscia nel lettore che gli fanno vivere il trauma della guerra. I personaggi sono molto ben caratterizzati, e io amo molto le storie con una buona dose di introspezione. Ho notato la cura che ci hai messo e la forza d'impatto che sei riuscita a dare alla storia, e questo me l'ha fatta amare ancora di più.
Davvero, mi tolgo il cappello e ti faccio un sacco di complimenti!


Totale: 37,5/40

Nuovo recensore
30/06/21, ore 22:53
Cap. 1:

Eccomi qui! Finalmente un attimo di tranquillità per recensire questa storia come promesso :)
Allora, devo farti una confessione: l'ho letta e riletta più volte per farmi un'idea chiara di quello che era l'ambiente emotivo che volevi creare. Posso dire solo una cosa: perfetto! Giustamente pesante, oscuro, che ti avilluppa appieno nelle sue ombre e, appunto, ti soffoca. Ishvar è sempre stato un capitolo buio in FMA, sia in senso generico che per chi l'ha vissuto. 
Ho trovato bellissimi tutti i riferimenti che hai fatto alla storia originale (come quel vecchio che maledice Roy) e tutte le vicende che hai immaginato con così tanta precisione emotiva. 
Roy è una meraviglia qui. Oppresso dagli incubi, dai sensi di colpa che un soldato non dovrebbe avere (o almeno così alcuni dicono), ma che un ragazzo non può non provare. Perché era un ragazzo, poco più che ventenne, quello che ha usato l'Alchimia per uccidere, per massacrare, per perpetrare uno sterminio di massa. Un'Alchimia che gli era stata offerta un po' come dono un po' come segno di fiducia da chi già non aveva nulla, e non era una sconosciuta per lui. Ma qualcuno che contava. Un ragazzo che quasi pare scindere la propria essenza, provando a convincersi che sia giusto, che debba farlo, ma fallendo. E poi un uomo che crolla in mille vizi nella stupida speranza di trovare un po' di pace. Pace che nella guerra ha trovato solo in Riza, in loro due legati da qualcosa che potrebbe essere visto come un mero atto carnale, ma che nasconde l'esigenza di avere qualcuno di amato e che possa conformare per volere e non per dovere accanto. Una piccola perla davvero. 
E poi anche Riza, che per lui è tutto e che per lui ha dato tutto. Riza che non si tira indietro, Riza che quando c'è fare, da parlare, è sempre lì. Riza, anche, che fa la coscienza, che lo rimette sulla giusta strada, che gli mostra come non crollare. Anche se lei per prima sta crollando; anche se pure lei è corrosa dagli incubi, dai sensi di colpa, e cerca ancora solo nel ricordo di una notte di riassaporare quanto forse non avrà più. E anche lei, come Roy, non può che soffocare in tutto questo. 
La chicca dei messaggi in codice è stata la ciliegina sulla torta, lasciamelo dire. 
Davvero un lavoro eccellete, introspettivo tanto da farti annaspare e farti essere lì con loro, a provare le loro emozioni. 
Non posso che rinnovarti i complimenti e sperare di leggerne altre di tue storie.