VALUTAZIONE DI MYSTERY_KOOPA – The seven days, di Vale_P
PUNTEGGIO: 45,75/50
Grammatica e Stile: 9,25/10 (media tra 9,5/10 di g. e 9/10 di s.)
La grammatica è quasi perfetta. Ho trovato solamente pochi errori di battitura.
“agoniata” – “agognata” -0,10
“riflrssa” – “riflessa” -0,10
“Lui è Melany” – “Lui e Melany” -0,10
“un altra” – “un’altra” -0,20
Così come la grammatica, anche lo stile sì è confermato ad un livello davvero buono, nonostante alcune piccole imprecisioni che ti segnalo subito.
“Quella notte, tra le sue lacrime e lo sperma di uno sconosciuto, Melany si chiese se quella non sarebbe stata l'ultima notte della sua vita...”
Qui è evidente la ripetizione della parola notte, che viene anche citata all’inizio dello stesso paragrafo, rendendo il tutto un po’ ridondante.
“Nonostante fosse il suo giorno di riposo Melany aveva puntato la sveglia alle otto in punto. La sveglia suonò puntuale”
Anche in questo caso la ripetizione della parola sveglia salta subito all’occhio. Avrei inoltre inserito una virgola dopo “riposo”, ma si tratta solamente di un’osservazione basata sul mio gusto personale, e non ha influito sulla valutazione.
A parte queste piccolissime imprecisioni tecniche, ho trovato il racconto scritto ottimamente. Ad essere sincero, ci ho messo un po’ a ingranare e a farmi coinvolgere dal ritmo della storia, che nelle primissime battute mi è parso leggermente macchinoso, forse per una tendenza ad andare spesso a capo. Tuttavia, come mi pare di aver già evidenziato nella valutazione relativa al mio contest precedente a cui avevi partecipato, la tua grandissima abilità di creare l’effetto di suspense ha preso presto il sopravvento, conducendo il lettore in una spirale di tensione che, aiutata anche dalla struttura della storia, è ascesa giorno dopo giorno, fino alle rivelazioni finali che hanno definitivamente indirizzato il lettore verso un’atmosfera noir. Proprio a questo proposito, la tua scrittura fatta di frasi piuttosto brevi e spezzate e da una prospettiva interna mi ha ricordato molto lo stile dei podcast e video true crime, di cui sono assiduo fruitore, e ciò ha costituito un importante elemento di originalità. Anche il lessico mi è sembrato adatto al racconto e ai personaggi, risultato preciso ma non eccessivamente tecnico o specifico.
In conclusione, lo stile mi ha convinto quasi totalmente, e considerando le imprecisioni marginali segnalate in precedenza assegno un punteggio parziale di 9/10.
Trama e Originalità: 9,5/10
La trama della storia è scandita in modo molto chiaro dai diversi giorni nei quali la vicenda si svolge: non si tratta certo di un espediente originalissimo, anche considerando il genere a cui appartiene il racconto, che si presta molto a ricostruzioni temporali scandite con precisione. Nonostante ciò, è indubbio che la storia non presenti alcun buco o incongruenza: così come richiesto dal genere thriller sei stata attentissima a ogni dettaglio, costruendo un puzzle accurato che ha portato il lettore a trarre le sue conclusioni. Proprio a questo proposito, però, ho ritrovato quello che secondo me è stato un colpo di genio, forse involontario, relativo alla conclusione della storia. Alla fine della lettura, nonostante il finale sia formalmente aperto, nonché arricchito dai puntini di sospensione finali (scelta molto rischiosa, ma che in questo caso ho apprezzato moltissimo) che anticipano un rapido proseguimento della vicenda, dall’esito praticamente scontato. Tuttavia, durante la lettura mi era rimasta impressa una frase, che sono andato a riprendere dopo aver letto il finale. Te la riporto di seguito: “Cosa successe quel giorno al lavoro? Melany non lo ricorda (…)”.
Questa frase mi aveva incuriosito in quanto, se non erro, è l’unica al tempo presente nell’intera storia, e vedendola, dopo aver controllato che non si trattasse di un errore di distrazione, avevo pensato che la narrazione al tempo presente sarebbe ritornata negli attimi finali della storia, cosa che invece non è successa, visto che le ultime frasi sono ancora al passato! Ho quindi tratto una conclusione, ovvero che l’atto di ricordare è successivo alla scena di Melany accucciata di fianco al divano, anche se non sappiamo di quanto… potrebbero essere due minuti come anni, e questa incertezza mi ha totalmente conquistato, nonostante sono quasi certo si tratti di un mio viaggio mentale, come al solito XD
In ogni caso, a prescindere da questa mia interpretazione, apprezzo moltissimo il fatto che il finale sia sì indirizzato verso una conclusione precisa, ma sia allo stesso tempo aperto, e lasci un po’ di spazio anche a strade alternative: per quanto mi riguarda, si tratta di un finale aperto perfetto, che racchiude tutta l’incertezza che ha caratterizzato questa storia.
Ho apprezzato moltissimo anche l’inserimento di molti colpi di scena tra i giorni sei e sette, che spingono sempre di più il lettore verso la comprensione della follia di Walter, e di ciò che è disposto a fare pur di soddisfare il suo malato desiderio verso Melany. In particolare, l’accenno a cosa può essere accaduto al direttore dell’ufficio per mano dello stalker e la rivista modificata con le foto della donna sono proprio da brividi… hanno colto davvero nel segno.
Mi dispiace non poter assegnare il punteggio pieno a causa dell’elemento di originalità che ho sottolineato all’inizio del commento, ma hai fatto un ottimo lavoro anche da questo punto di vista!
Caratterizzazione e introspezione dei personaggi: 10/10
Una cosa che mi ha colpito molto è stata la tua capacità di inserire diversi personaggi all’interno di una storia non particolarmente lunga, presentandoli a uno a uno ma facendo al tempo stesso in modo che ognuno di essi mostrasse il vero sé solo nel momento in cui la sua vicenda privata si trovava a intrecciarsi con quella di uno o più degli altri.
Partendo dalla protagonista, Melany, appare chiaro fin da subito quanto la donna ami il proprio lavoro, e sia in generale una persona determinata nella vita. Oltre al suo aspetto, forse è stata proprio questa sua caratteristica ad attirare le attenzioni di Walter, che pur di avvicinarsi a lei non si è fatto alcuno scrupolo non solo verso Melany stessa, ma anche verso chi la circonda, come Luke e il direttore. In questo, Walter non si allontana molto da quella che può essere la tipica figura di uno stalker, ossessionato dalla sua vittima fino al punto di essere convinto di avere una vera relazione con lei: anche il fatto che ha interpretato la frase detta da Melany sui segni del destino come un vero segnale della loro vicinanza (quando invece la ragazza era stata indotta con l’inganno a pronunciarla) aggiunge un ulteriore piano interpretativo al suo instabile stato mentale, sempre più scollegato dalla realtà. Anche senza che un suo background sia stato delineato, è chiarissimo che questi suoi tratti si siano originati da un contesto problematico, in cui gli è stato impossibile sviluppare un equilibrio emotivo, e che per questo motivo le sue fantasie malate si riversino senza remore sulle vite altrui.
Al contrario di lui, Melany è invece un personaggio dinamico, che non ha paura di prendere delle scelte e di affrontarne delle conseguenze: la sua evoluzione e le sue azioni sono coerenti con il contesto e con le tempistiche del racconto, così come la sua totale perdita di speranza e fiducia nel finale, una volta capito totalmente fin dove può spingersi l’uomo che la perseguita. Come detto in precedenza, il lettore non saprà mai se e, in caso, come la ragazza potrà uscire da tale situazione, e nemmeno se ne ha effettivamente la capacità. Non per questo la sua caratterizzazione risulta incompleta, ma anzi, è profondamente umana nell’incertezza dei propri limiti. La sua introspezione è lineare e razionale, ma al tempo stesso va spesso avanti e indietro nel tempo, provando a cogliere tutti quei dettagli (davvero ottima l’intuizione di andare a trovare Luke, che indica ancora una volta la determinazione della protagonista. Inoltre, ci tengo a sottolineare l’estremo realismo che i due personaggi hanno tenuto durante il dialogo) che, messi uno in fila all’altro, portano al suo totale abbandono al destino, quello vero, che non dipende più da lei.
Anche il direttore è stato caratterizzato correttamente: rigido sul lavoro, ma di buon cuore, e disposto ad aiutare Melany non appena lei ne ha bisogno, nonostante non abbia pensato fino in fondo a quanto potesse essere pericoloso l’uomo visto nei video della sorveglianza…
In conclusione, hai disegnati dei personaggi davvero umani, perfetti nelle loro imperfezioni. Complimenti, 10/10!
Utilizzo del pacchetto: (14. Ti vedo ovunque) 9/10
Genere/i – Thriller: Il genere scelto è stato utilizzato ottimamente. All’interno della tua storia, come in qualsiasi valido thriller, fin da subito il lettore percepisce che c’è qualcosa che non va, ma la tensione sale gradualmente col procedere dei giorni, catturando il lettore e tenendolo incollato allo schermo fino alla conclusione. Ottimo lavoro! Essendoci un solo genere non posso assegnarti il punto bonus. 2/3
Oggetto – Rivista: Mi è piaciuto molto l’utilizzo fatto dell’oggetto: apprezzo sempre moltissimo quando il prompt compare lungo tutto il corso della storia, ma solo nel finale emerge la sua reale importanza, e secondo me hai applicato questa “tecnica” alla perfezione. Le pagine della rivista modificate con le foto della protagonista aggiungono un’ulteriore carica di inquietudine al punto giusto, lasciando presagire la direzione senza ritorno che ha ormai preso la storia. 2/2
Prompt – 1: Uno dei vostri personaggi è praticamente lo stalker dell’altro: ogni giorno, con una scusa, lo aspetta all’uscita dal lavoro, e il primo personaggio ne è assolutamente consapevole: La traccia è stata svolta alla perfezione in tutte le sue parti, in particolar modo hai posto attenzione alla quotidiana ripetizione dell’incontro e alle scuse ogni volta diverse che Walter trova per giustificare la sua presenza gli occhi di Melany. La consapevolezza della ragazza è sempre crescente, ma dal momento in cui scopre dell’inesistenza di un nuovo tecnico, essa diventa totale. 5/5
Titolo: 3,5/5
Il titolo che hai scelto mi è piaciuto, ma solo parzialmente. L’ho trovato sicuramente aderente alla storia, soprattutto grazie alla struttura quasi “a capitoli” divisi per giorno che le hai voluto dare. Tuttavia, non ho percepito in esso una reale anticipazione del contenuto del racconto: in quanto lettore sono stato sì leggermente incuriosito, volevo sapere cosa fossero esattamente questi sette giorni e che cosa vi fosse successo, ma avrei preferito un titolo che richiamasse quelle atmosfere colme d’inquietudine che sei stata bravissima nel creare successivamente. Quello da te scelto non è assolutamente insufficiente, fa il suo lavoro e anche bene, ma è sicuramente un po’ troppo scarno e impersonale per una storia che si basa su ansia ed emotività.
Gradimento: 4,5/5
Come ho espresso anche nei parametri precedenti, la storia mi è piaciuta molto. Scrivere un thriller psicologico dal punto di vista della vittima è sempre un grande salto nel vuoto, soprattutto perché si rischia di attribuire al personaggio dei pensieri che magari sono di effetto letterario, ma non risultano realistici in determinate situazioni. Tuttavia hai evitato di cadere in questo errore, gestendo l’introspezione con estrema cautela. Come ho detto in precedenza, sono da sempre appassionato di atmosfere crime (e da questo punto di vista, le storie che iscrivi ai miei contest sono ossigeno!), e fin dalle prime righe avevo alte aspettative, che la storia non ha assolutamente deluso! Mi è dispiaciuto non essere riuscito a immergermi nel racconto fin dall’inizio, ma col procedere della lettura mi hai veramente catturato, e soprattutto dal quinto giorno in poi mi hai tenuto fisso sullo schermo. Avrei voluto continuare la lettura all’infinito, è quasi un peccato che la vicenda sia durata solo una settimana… davvero complimenti, anche questa volta ti sei confermata su altissimi livelli! |