Gli ottonari sono i versi delle ballate, delle poesie fanciullesche, delle cantilene senza inizio e senza fine. Ci vuole la musica nel sangue.
Ma tu, Hiril, hai l'arte (e non metterla da parte, falla circolare più che puoi) di trasformare gli ottonari in versi empatici, coinvolgenti.
Hai la dote dell'ironia anzitutto. Spesso e volentieri dell'autoironia.
L'autoironia è il catalizzatore della trasparenza. Trasparenza e autoironia vivificano conversazioni, relazioni, poesie.
Non ho potuto fare a meno di sorridere leggendo "costruito per benino".
Mi hai strappato un coinvolgimento totale (e sì che io non sono ansioso, forse solo un po' ai semafori rossi, perchè vorrei essere il primo a partire ma so che non ho più i riflessi di una volta) quando classicheggi con un bel "poetare, unica speme".
E hai l'ormai assodato dono delle tue cinquanta sfumature di fantasia.
Che vanno dal coniare parole nuove (DNA-nsia, psico-ombrello) alla personificazione dell'ansia, l'immondo essere bifronte, vomitante per lo più, apatico nei momenti di stanchezza.
Un abbraccio, a presto |