(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte) Ho cercato per molto tempo l’ispirazione, l’idea migliore per dare il miglior effetto a questa recensione. La frase che potesse incatenare alla lettura e potesse far scorgere anche solo un briciolo di quello che ho visto io in questa storia. Perché vi assicuro che basterebbe.
Anche solo un briciolo, anche solo uno spiraglio di quanto questo racconto non dovrebbe essere su un sito, dovrebbe essere su una libreria.
E invece, il bello, è proprio che è qui, gratuito, fruibile a tutti senza fatica e disponibile a essere letto e riletto a piacimento.
L’Elisir di lunga vita è una bella storia. Proprio questo, semplice e conciso. Non mi metterò ad agghindarla con paroloni o a utilizzarla come metafora del senso della vita, nemmeno fosse un mattone di scrittore polacco morto giovanissimo, copie vendute due. Non ne ha alcun bisogno.
È una bella storia, con uno dei protagonisti migliori che abbia visto u questo sito, soprattutto considerando che è un OC.
Naito è un protagonista con cui si empatizza, un protagonista che sbaglia ma non provoca mai fastidio, un protagonista che cresce e che nonostante voglia migliorare non scade mai nella morale da anime o videogioco giapponese in cui la vera ricchezza sono gli amici lungo la via.
È un protagonista tridimensionale con un arc di redenzione notevole che da personaggio secondario è diventato letteralmente vivo.
È un piacere leggerlo, è un piacere sapere cosa pensa. È un piacere amaro leggere della sua ingenuità e delle conseguenze che essa porta e un dispiacere immane leggere del suo passato. Però di una cosa sono certa, non mi stancherò mai di leggere di lui e di scoprire cosa gli riserbi il futuro, perché Naito più passa il tempo più non è solo fatto di caratteri impressi nello schermo, è quasi un mio amico. Lo sento vicino e gioisco con lui, soffro per lui, mi sento tradita, amata, sostenuta, ispirata come lui.
Ho iniziato con il protagonista perché penso che sia la colonna portante di questo racconto, né troppo breve né troppo lungo, ma giusto per entusiasmare i lettori senza stancare.
Ma oltre a lui, c’è tanto altro.
Nonostante questa sia una fan fiction, e non un’original, l’ambientazione è viva, è studiata, sembra quasi viva. Si discosta da quella di Riordan e si rende apprezzabile anche ai neofiti, non risultando mai troppo oscura per i non fan. Lo scrittore, il buon edoardo811, ha curato ogni dettaglio, ogni virgola, fatto ricerche sulla mitologia, la cultura e persino i paesaggi naturalistici o artificiali nipponici. Nulla è lasciato al caso e aiuta il lettore a immedesimarsi ancora di più in questo viaggio nel Sol levante, permettendo di sospendere l’incredulità e lasciarsi andare alle parole.
Passando a un lato più tecnico, lo stile è curato, il bilanciamento tra paratassi e ipotassi buono e le descrizioni sono utilizzate in un modo efficace: dinamiche quando servono per non spezzare l’azione e statiche quando invece c’è bisogno più di una fotografia del momento.
Divertenti e spontanei i dialoghi, che non risultano mai troppo artificiosi e prendendo base dai libri di Riordan si elevano di complessità, rendendo la lettura fruibile anche a un pubblico adulto.
In più, tante frasi sono scritte in maniera da rendere gradevole non solo la lettura e il senso di scoperta, ma anche la rilettura, che per mette di cogliere molti più dettagli e di scorgere quanto in realtà i semini erano già stati sparsi e aspettavano solo di germogliare. Una storia che si fa apprezzare sia la prima volta che le successive donando sempre qualcosa di nuovo.
Dopo questo inciso doveroso sulla tecnica, magari un po’ noioso, vorrei passare al vero punto forte. La trama è lineare, ci sono colpi di scena ma questo racconto non è alla Game of Thrones o alla Dark. La punta di diamante di questa storia e dell’autore in genere sono i personaggi.
Edoardo811 tesse una rete di personaggi che io potrò solo sognare in tutta la mia vita. Pensano, amano, odiano, vivono, credono e rifiutano. Sono esattamente come noi. Ogni personaggio, anche quelli che possono apparire stereotipati per i lettori accaniti, in realtà non lo è.
Naito è un eroe? È il classico antieroe? No. Naito è Naito e non potrebbe essere altrimenti. Così come Hachidori, comprimaria di questa storia.
Non sono personaggi, sono persone. E come tali possono starti simpatiche o antipatiche ma non puoi mai e dico mai rimanere indifferente. Non lo permetteranno.
La relazione che sviluppano tra di loro il protagonista e Hachi è curata, burrascosa a tratti, ma rispecchia quei due alla perfezione. Ed è bello vedere quando le cose non sono forzate, ma semplicemente si sviluppano perché è quello che ti stanno dicendo i due protagonisti in quel momento. La trama e la successione degli eventi non sono forzature.
Le cose vanno come devono andare e non c’è un secondo in cui il lettore possa avere il dubbio che qualche speranza, qualche paura dei suoi beniamini possa essere stata disattesa per onor del quieto vivere. Mai viene piegata la volontà di qualcuno per coprire un buco di trama o fare quella “scena tanto bella ma che ci azzecca proprio poco”. Nessuno va OOC, al limite cresce e si trasforma.
Ed è un piacere da leggere. Perché l’Elisir di lunga vita non è un insieme di eventi o di colpi di scena buttati lì per sorprendere sterilmente il lettore.
È la storia di Naito, e vi assicuro che vi andrà di viverla con lui. |