“L’amore bizzarro” di BessieB – prima classificata + vincitrice del premio miglior coppia (Draco/Hermione)
Grammatica e ortografia: 9.5/10
La grammatica è praticamente perfetta! Devo davvero farti i miei complimenti perché si vede la cura che hai messo nella revisione del testo, fino all’ultima virgola, al dettaglio più minimo, il che è davvero notevole in una storia di oltre 8000 parole. Di seguito elencate ci sono solo un paio di sviste.
«Oggi è il giorno in cui gli dico che gli amo e vorrei essere con lui»: “gli dico che lo amo” (-0.20)
“dove i pensieri si abbandonano in una fantasticherie senza inizio o fine”: “in una fantasticheria”. Onestamente, penso che questo sia stato semplicemente un errore di battitura e per questo non ti ho tolto punti.
“Non dicono che debbano piacerti, ma sarebbe bello che voi…”: “non dico che…” (-0.10)
“È che l’amore ti scolpisce d’accapo le ossa e ti migliora”: si scrive “daccapo” o “da capo” (-0.10)
Invece, sparsa per il testo c’è la parola “reverie”, che però è scritta sbagliata da quello che so; la forma giusta dovrebbe essere: “rêverie”, ma non avendo mai fatto francese non sono sicura al 100%. Per questa svista ti tolgo 0.10, ma onestamente non me la sento di togliere di più per una parola che non è nemmeno italiana.
Stile: 10/10
Che dire? Onestamente, penso che darti il punteggio pieno sia quasi riduttivo. Questo è senz’altro il punto forte della tua storia: scrivi talmente bene da lasciarmi sbigottita ogni volta che ti leggo. I tuoi testi sono praticamente una poesia, ma senza la pretenziosità di molte poesie d’autore, anche se potresti permettertela. Hai una proprietà lessicale e un tale controllo sulle metafore che usi e sui registri narrativi che cambi da rendere il tuo testo qualcosa di prezioso. Ogni. Singola. Volta.
La storia scorre talmente fluida che uno arriva alla fine e sembra che abbia letto la metà delle parole effettive, mantieni alta l’attenzione del lettore per tutta la durata del testo, tanto che non si riesce a saltare neanche una riga, a questa lettura va dedicato il tempo che si merita.
Non saprei bene come definire il tuo stile, forse è a metà tra l’introspettivo e il barocco, che sono poi due aggettivi difficili da accostare. Riesci ad immedesimarti nei tuoi personaggi, a svelare con le parole non solo quello che pensano ma anche il loro modo di pensarlo e questa è una qualità che da sola vale il punteggio pieno. Per non parlare poi della tua proprietà lessicale, del tuo modo di costruire metafore originali e al contempo di una puntualità che lascia a bocca aperta, per tutta la lettura non facevo altro che pensare “non avrei saputo dirlo meglio di così” e “ma come fa a tirare fuori queste immagini?”.
Ci tengo a riportarne alcune qui e analizzarle meglio, perché mi hanno lasciata davvero a bocca aperta: “L’Esercito del Silenzio trova senso nelle assenze”, che oltre ad essere un gioco di parole costruito magistralmente, conserva in sé significati importanti per la trama, in quelle assenze che il punto di vista di Draco, all’inizio, hanno caratterizzato in un modo e che verso la fine vediamo in maniera del tutto diversa. E ancora altre che sono semplicemente belle, da leggere e da ripetere ad alta voce: “smette di cucire quella matassa di note che decora dolcemente l’aria” / “Asteria Greengrass ha quindici anni e la mente colorata di bolle di sapone e risate, un orizzonte rosso come il sangue e poche speranze” (e poi dopo il richiamo che fai nel testo quando dici che Fred si era innamorato di una ragazzina graziosa come una bolla di sapone e altrettanto vuota… vedi, ti cito a memoria praticamente!) / “un per sempre molto breve, il suo, dato ch’era durato quanto l’intervallo tra due respiri” / “se i suoi ricordi sono sempre scolorati, quelli della Granger sono vividi come l’istantanea di una mancanza” / “lui sembra suggerirle esattamente il contenuto dei suoi pensieri: un trono inutilizzabile e un paradiso che è fottuto, mentre dalle labbra con un bacio le strappa via l’Hallelujah” (ma che cosa non è questa frase?! Ti giuro che un altro po’ mi venivano i brividi a leggerla!) / “Solamente gli stolti iniziano una partita a poker perché amano giocare – e, se in un tavolo non capisci entro la prima mezz’ora chi è lo stolto, allora è probabile che sia tu” – e, in generale, l’intera parte del confronto tra Asteria e Draco, le continue metafore e i paragoni con il gioco, il richiamo a Draco che vive la vita come una partita e più semplicemente ai significati delle varie carte per descrivere scelte e sentimenti di chi gioca al gioco della vita e dell’amore, di chi, come Asteria, scommette e perde e di chi, come i due protagonisti, è dipendente dal gioco. Che goduria per un lettore, mamma mia!
L’immagine delle note e del pianoforte, le strofe della canzone… è tutto eccezionale.
E poi, infine, come dicevo prima, ci sarebbe il modo in cui passi da un registro alto ad uno basso, a come la scrittura si regola in base alle emozioni che provano i personaggi, come quel cosmo definito “stronzo” da Draco nei suoi pensieri e via dicendo. Hai uno stile che sa essere delicato e crudo contemporaneamente, che sa accarezzarti e ammaliarti un secondo prima e sferrarti pugni nello stomaco il successivo e adesso la smetto, anche se avrei altre centocinquanta cose da dire, ma penso di aver reso bene l’idea.
Caratterizzazione e IC dei personaggi: 12/15
Uh, questo è un parametro arduo. Ammetto che ho alzato un sopracciglio – alla stessa maniera di Draco – quando ho visto il pairing, perché detto onestamente io le Dramione raramente le digerisco. Nel canon sono una fan della Romione, Hermione e Draco insieme proprio non ce li vedo senza che qualcuno non stravolga le loro personalità, rendendo o lui o lei o entrambi o troppo perfetti o semplicemente due persone che non sono. Sono entrambi personaggi particolari e in generale persone non troppo piacevoli, anche se ovviamente in modo molto diverso: Draco è un ragazzino ricco, viziato, egoista e a tratti crudele. Hermione è intelligente, pignola, caparbia, emotiva senza essere sentimentale, vendicativa e a tratti spietata e milioni di altre cose che spesso non vedo nelle Dramione. Tutto questo pippone te l’ho fatto per dirti che partivi già con una salita davanti a te: non sono una fan della coppia, proprio per nulla. Detto questo, devo dire che i miei sentimenti sono misti: da un lato, penso che tu abbia fatto veramente un bel lavoro di introspezione, ma per quanto riguarda le motivazioni che fondano il rapporto di coppia… non lo so. Ma andiamo con ordine.
Hermione è sola, dopo la guerra, e la distanza da Harry e Ron non le ha mai fatto troppo bene – senza gente che la riporta con i piedi per terra, il suo giudizio viene abbastanza a mancare e subentra la sua testardaggine estrema: quando s’incaponisce e si fissa con Draco Malfoy, niente e nessuno le fa cambiare idea. Il che ci sta. È IC. Quello che non capisco è perché si fissa proprio con Draco Malfoy. Quello che so di aver amato è il fatto che entrambi i tuoi protagonisti sono traumatizzati e pieni di ferite che la guerra ha lasciato loro addosso. Questo l’ho adorato, ma comunque non penso sia una giustificazione sufficiente del loro rapporto. Perché proprio lui, che per sei anni è stata una creatura del tutto disprezzabile e che l’ha trattata malissimo, al punto del razzismo esplicito? Lui è distrutto e sbagliato quanto lei, sì, ma la depressione di Hermione non si spiega perché se Draco è completamente solo e senza amici e così è cresciuto, Hermione ha un sistema di supporto esteso. Sappiamo che è lei a scacciarli, a fuggire da loro, a non invitarli alle riunioni dell’ES e a fissarsi con una resistenza che alla fine non ha senso di esistere, perché Voldemort è caduto, così anche Bellatrix, e Rodolphus è stato sbattuto in galera. Certo, ci sono dei Mangiamorte superstiti, ma il ministero è in mano alla parte vincente. E poi, temo anche di non intravedere nulla del rispetto di sé che la Hermione Granger dei libri ha: va anche bene avere una cotta per Draco Malfoy, se proprio vogliamo ammettere che “al cuor non si comanda”, ma deve esserci una giustificazione più particolare se è davvero disposta a lasciarsi appassire così. Ad un certo punto del testo, dici che hanno le stesse ferite e, riconoscendosi, sono attratti l’uno dall’altra. Io però non sono del tutto d’accordo: non capisco in che modo possano avere le stesse ferite, visto che hanno combattuto per due fazioni opposte della guerra, sostenendo ideologie diverse e vivendo esperienze diverse: Hermione ha sofferto per imporre e confermare la propria visione del mondo, Draco ha visto la sua sgretolarsi. Hermione ha perso dei cari, sì, ma i suoi genitori sono vivi e il rapporto con Fred nella tua storia non è paragonabile a quello che Draco aveva con i suoi genitori, che sono poi il grande lutto di lui. Certo, sono entrambi soli, ma la solitudine di Draco è reale e quasi indipendente da lui, mentre quella di Hermione, solo apparente – e anzi, scopriamo alla fine che se la cerca lei, che non sono gli altri che l’abbandonano, ma lei che non li chiama più (come Ginny dice a Harry alla fine). Viene fatto intuire dalle parole di Draco dell’inizio che Neville, Luna e Ginny, il fulcro della resistenza anche nel periodo di dittatura dei Carrow, hanno lasciato l’ES dopo la guerra. Probabilmente è perché non serve più, perché Hermione sta solo cercando di trovare “scuse” per continuare a lottare. L’unica risposta che mi sono data è che, dopo la guerra, Hermione si senta “inutile” e privata di uno scopo. Lei e Draco si aggrappano alla nuova normalità che avevano trovato quando il mondo stava crollando intorno a loro e dunque diventa difficile smettere di combattere.
Quello che sto cercando di dire è che per quanto gli eventi narrati nella tua storia mi sembrano giustificati e IC – la solitudine, il PTSD, l’incapacità di fermarsi, in un certo senso il riconoscere di essere “allo stesso punto” nelle loro vite – non capisco precisamente come ci sono arrivati. Hermione, nei libri, alla fine del libro 7 non è proprio in questo stato mentale. Nella tua versione dei fatti, la morte di Fred pesa, ma non ci dici come mai Hermione si era innamorata proprio di lui e non di Ron.
Apro e chiudo velocemente una parentesi sui personaggi secondari: Astoria l’ho adorata, nel suo dolore e nel suo lutto da quindicenne. È affranta e disperata in un modo che mi ha ricordato Cho e capisco che nel cuore di una persona di quell’età, sia la cosa peggiore che possa succedere, avere un lutto così. La piccola Astoria che prima aveva una cotta per Draco e di cui Draco si è accorto troppo tardi (il che mi fa pensare: alla fine, non è che lui lascia Hermione per Asteria??). Asteria che dopo un po’ torna a sorridere, perché la vita va avanti per tutti tranne che per Draco ed Hermione.
Ron e Harry sono spaventosamente IC, ottimo lavoro. Il dialogo tra Harry ed Hermione lo rende esattamente come è nei libri e si tratta di uno dei personaggi più difficili in assoluto, quindi un bonus te lo becchi anche solo per lui.
E adesso veniamo a Draco: Draco che tu tratti con una sensibilità e un’umanità sorprendenti e lo fai apparire un personaggio più complesso addirittura di quello che ci viene mostrato nei libri. Draco che mi era parso OOC all’inizio, prima che capissi che è forse più IC di Hermione, perché anche se ha perso tanto del suo essere piagnucoloso rimane comunque un ragazzo egoista e presuntuoso, troppo concentrato su se stesso e troppo poco sugli altri, vuole Hermione perché Hermione è la sua nuova ossessione (anche qui, forse perché non c’è nessun altro). E all’inizio non capivo come avesse fatto a superare la questione dello status di sangue, quando forse, in fondo in fondo non lo fa: Hermione non è quella che sceglie, alla fine, per Hermione lui non fa compromessi (non vuole fare amicizia con Potter e Weasley, non la segue alla Tana, gioca solo quando sa di avere in mano le carte vincenti): nulla ci dice che accetterebbe la sua parte Babbana per amore. Che poi, non è amore.
Draco non cambia, alla fine.
Utilizzo del pacchetto: 9.5/10
Il pacchetto è stato utilizzato bene – la descrizione dell’amore ossessivo, morboso, malato, distruttivo, impossibile c’è e si percepisce in ogni singola parola da te scritta. Penso che sia una delle descrizioni di amore ossessivo più belle che io abbia mai letto e mi ha lasciata senza fiato.
Il divieto e l’obbligo sono stati entrambi rispettati, anche se avrei gradito che fosse dato più spazio al loro rapporto prima della guerra, anche per analizzare come mai sia così diverso adesso. Non ti tolgo tanto, perché alla fine il pacchetto è stato rispettato: è il loro settimo anno ad Hogwarts. Però avrei gradito uno sguardo maggiore al passato.
Gradimento personale: 10/10
La storia, come penso avrai notato, mi è piaciuta tantissimo. Ho adorato, letteralmente adorato leggerla, è stato un assoluto piacere. Hai un modo di sondare l’animo dei tuoi personaggi, di sviscerarlo e metterlo a nudo che posso solo invidiare. Forse non saranno stati IC al 100%, ma questo è uno dei rari casi in cui questo accade senza che i personaggi risultino piatti o come se qualcosa fosse stato loro tolto – Draco ed Hermione e tutti coloro che li circondano sono belli e complessi. L’amore non-amore, bizzarro (tra l’altro, è un titolo meraviglioso!), che vivono è descritto con una tale dovizia di particolari da essere in ogni caso credibile. Siamo spettatori di un dramma, che tu ti sei presa il tempo di analizzare e rendere al meglio, con sensibilità e umanità.
Una nota, infine, sul finale: veramente originale e azzeccato. Mi piace che sia in un certo senso ambiguo: onestamente non riesco a capire se Draco stia mentendo, se effettivamente stia trovando scuse per lasciarla e non tornare più, o se è lui (e non la responsabile Hermione Granger!) a fare il primo passo verso la guarigione, per trovare quella quiete che definisce l’amore, secondo Narcissa.
Avrei onestamente altre cento cose da dire, anche se sono sicura di aver scritto qualcosa come 2000 e passa parole. Ho adorato il fatto che Hermione si prenda cura di Astoria, su tutti. E il richiamo costante alla musica e al silenzio, la tacita domanda su quale sia la magia più potente. Albus Silente avrebbe detto la musica, ma non credo che i nostri protagonisti sarebbero d’accordo.
Infine, la colonna sonora dell’Hallelujah, che pervade il testo, è azzeccata e toccante. Bravissima!
Totale: 51/55 |