Recensioni per
Nessun funerale
di Alsha

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Veterano
29/11/21, ore 09:37

Valutazione del contest "Muoiono entrambi, alla fine"
Secondo posto
 
Titolo: 2.8/3

Titolo ottimo, efficace. Riprende non solo il motto dell’intera duologia, ma anche sembra presupporre il suo significato letterale: nessun funerale. Nessun funerale perché, forse, nessuna morte. Da una parte ho apprezzato che tu non abbia aggiunto “Nessun rimpianto”, perché sarebbe stato troppo un ricalco della frase tipica degli Scarti, ma dall’altra parte credo che sarebbe stato interessante un “Nessun rimorso”. Non so se ci hai pensato, ma effettivamente c’è una sorta di discrepanza linguistica tra rimpianto e rimorso, e in questo caso, il modo in cui hai concluso la vicenda, è loro che decidono di mettersi in gioco per non aver nessun rimorso, per indagare fino in fondo. È comunque una mia suggestione, ma ribadisco il fatto che il titolo sia davvero buono e funzionale. Ti ringrazio per averlo lasciato in italiano.

Grammatica e stile: 9.95/10

Non ho rilevato nessun errore grammaticale, e ho apprezzato anche l’uso senz’altro corretto della punteggiatura, a maggior ragione nei dialoghi, che sono sempre complessi da strutturare, e che sono numerosi nella tua storia. Inoltre, ci tengo a dire che quando si parla di stile, si parla anche di tono, e il tono solenne che hai mantenuto per tutta la narrazione, per sottolineare il momento grave qual è quello di ricevere le lettere, è stato senz’altro d’effetto. Sei riuscita a dipingere, con la tua scrittura, i lati più bui di Ketterdam, le pieghe più sinistre di questa ambientazione. E non è così facile.
Lo stile è a tratti asciutto, pulito, non troppo caricato, ma sempre ben calibrato.
L’unico appunto che mi sento di farti è che, nei dialoghi, spesso lasci uno spazio in più prima di iniziare a digitare la frase, il che non solo inserisce uno spazio superfluo e quindi graficamente non è troppo pulito, ma di fatto è anche un errore. Niente di grave, e penso sia una svista nella digitazione. Ma volevo segnalartelo.
Ecco un esempio:

–  Esatto. E le Lettere non contengono nomi, quindi se uccidono qualcun altro non importa perché chiunque muoia diventa automaticamente il destinatario. – bevve un sorso dalla sua tazza di caffè ormai freddo e buttò un occhio all’orologio.

IC dei personaggi: 9/10

Come ben sappiamo, i sei corvi nelle mani della Bardugo sono stati caratterizzati benissimo. Il che rende difficile eguagliarla. Ma, allo stesso tempo, è anche semplice dare a ognuno di loro un tono di voce, farli mantenere nel loro personaggio, perché sono tutti e sei unici, e completamente diversi. Li ho rivisti come li abbiamo conosciuti, in questa tua storia, ed è stato bellissimo. Anche nei dialoghi, le dinamiche tra loro, il parlarsi a vicenda: sono loro, senza se e senza ma. Infatti, il voto che ti metto è ottimo. Mi sento di giustificarti quel punticino in meno. Il modo in cui hai scelto di trattare il meccanismo di Death-Cast è davvero interessante, e vedrai poi nel prossimo parametro. Ma proprio per questo, avrei sviscerato un po’ di più le reazioni dei vari personaggi alla lettera. Soprattutto, per esempio, Jesper, l’avrei visto a opporre un po’ più di resistenza al piano di Kaz. Perché, fondamentalmente, Jesper è molto attaccato alla propria vita e alla propria sopravvivenza, ha un buon istinto di autoconservazione. E proprio perché, in passato, Jesper e Kaz hanno avuto già modo di scontrarsi, avrei voluti vedere ognuno più forte nella propria argomentazione. Questo significa che quello che hai messo va tutto benissimo, le dinamiche sono le stesse che conosciamo e amiamo, ma un pizzico di più non avrebbe fatto male, per rendere ancora più tridimensionali e uguali a se stessi questi personaggi.

Rappresentazione e coerenza del meccanismo “Death-Cast”: 10/10

Come ti accennavo prima, sono totalmente soddisfatta su questo punto. E ti spiego perché. Le lettere arrivano, è Ghezen e Ketterdam in sé che le spediscono, e le fanno arrivare dritte al destinatario. Mi è piaciuto molto il paragrafo iniziale, in cui introduci il meccanismo di Death-Cast all’interno del Grishaverse, come qualcosa limitato a Kerch, però, e non a tutto il mondo conosciuto. Il che, l’ho trovato molto interessante quando hai subito detto che Ghezen se ne preoccupava per far disporre bene gli affari prima di morte. Questo punto, per me, è geniale. Perché il pensiero primario di Ketterdam, città economica, città universitaria, città di mercanti, è quello di preservare il proprio tornaconto monetario. Veramente ottimale, in linea con il mondo della Bardugo.
Ma poi, si fa tutto più interessante. Interessante perché sì, quando loro ricevono le lettere ripercorri tutti i motivi già citati nel libro (che non so se hai avuto modo di leggere). Come, per esempio, il fatto che la gente muore facendo cose spericolate, e quindi ci si domanda se ci sia o meno predestinazione.
Il pezzo forte arriva quando si incontrano, quando mettono le carte in tavola e Kaz esplica il suo piano con l’aiuto di Nina. Credo che l’idea più credibile sia proprio il fatto che loro non sappiano se la loro intuizione è giusta o meno, e che potrebbe benissimo essere una congettura dettata dalla paura di morire. Funziona, perché così non elimini il meccanismo di Death-Cast nel modo in cui è nato, senza sotterfugi o manipolazione umana. Ma, allo stesso tempo, installi il dubbio che sia proprio una sorta di effetto placebo generalizzato, unito a quella sostanza mortale che Nina percepisce. E quindi, a quel punto spiegato, perché Kaz non ricorda che Jordie abbia ricevuto la lettera. Ma è anche vero che erano troppo malati per accorgersene. E quindi l’ambiguità viene ancora più fuori.
Penso tu abbia rispettato a pieno il tema del contest, declinandolo in un modo anche originale e particolare, usando l’innato dono di Kaz di tramare folli piani.


Finale: 6.5/7


Cosa faranno i nostri ragazzi? Qual è effettivamente il piano maleficio di Kaz? Riusciranno a scoprire l’origine delle lettere? Si salveranno dalla maledizione della morte?
Sono tutte domande a cui tu, volontariamente, non rispondi nel finale, troncandolo e rendendolo aperto. Penso che, effettivamente, sia stata la mossa giusta quella di lasciare il finale aperto, credo proprio tu sia rimasta coerente con lo spirito di tutta la tua storia. Un valore aggiunto ce l’ha proprio quello “zero”. Perché potrebbe essere un indizio, ma anch’esso ambiguo. Zero, perché zero sono le lettere in ballo, dato che Kaz ha scoperto il tranello? O zero, perché zero sono il numero dei corvi rimasti vivi? Veramente una chicca finale!

L’unica cosa è che ci sono certi elementi che hai omesso che avrei voluto sapere, e specificatamente: qual è il piano di Kaz e perché ricevono le lettere proprio loro, con quella coincidenza. Se avessi risposto a queste domande sarebbe stato un “in più”, per dare completezza, quindi così com’è la storia non è sbagliata. Però penso che, se avessi risposto a quelle domande, ci sarebbe stato comunque l’effetto del finale aperto sulla riuscita o non riuscita del piano, che è l’elemento di così grande forza nel finale.

In generale, comunque, brava, hai reso giustizia a “Sei di corvi” e sono felice di aver avuto modo di leggere questa tua storia.


Totale: 38.25/40

Recensore Master
05/11/21, ore 20:00

Ciao Alsha, faccio una gigantesca premessa: non conosco il fandom – o meglio, mi dovrebbe arrivare il libro la prossima settimana, quindi la buona volontà perlomeno c'è – ma ho ppena consegnato la mia storia per lo stesso contest ed ero curiosissima di leggere le altre partecipanti! Posso dirti comunque che la tua storia mi ha fatto venire un po' più voglia di buttarmi in questo universo, perché credo tu ne abbia reso l'atmosfera – un'atmosfera che non conosco a pieno, ripeto, ma che ho percepito e che mi è piaciuta.
Mi è piaciuto molto come hai reso il meccanismo del Death-cast, il modo in cui in ogni singola introspezione hai sottolineato il significato delle lettere e la loro valenza nel mondo, oltre che la decisione, appunto, di esplorare la reazione di ogni personaggio nel ricevere la lettera. Bella anche la conta progressiva che accompagna l'ingresso di ogni personaggio, così come il doppio valore del numero zero (io, da pessimista, continuo a credere sia il numero dei Corvi a fine giornata ahah).
Perdonami per la breve recensione, ma non conocendo bene il mondo (e non volendo informarmi di più per paura degli spoiler), ho perso alcuni riferimenti che non ho potuto cogliere a pieno. In ogni caso, al di là di questo mio limite, ho trovato la tua storia molto bella e ti faccio i miei complimenti.
Un caro saluto!

Recensore Master
21/09/21, ore 22:01

Ciao!
Questo è uno dei contest che mi hanno incuriosita maggiormente, da che frequento il sito, per cui mi ero ripromessa di cercare di passare a leggere, per quanto possibile, anche le storie degli altri partecipanti, perché ero davvero curiosissima di vedere come ognuno avrebbe declinato la tematica.
Quando poi ho visto comparire una storia in questo fandom, sono impazzita, perché ho amato immensamente Sei di Corvi e ogni volta che trovo una nuova storia in questa sezione è una piccola gioia. Se poi la storia in questione è basata su un prompt così interessante, la gioia non può che raddoppiare.
Mi è piaciuto moltissimo il modo in cui hai calato il meccanismo del Death-Cast in questo fandom: trovo geniale il modo in cui Ghezen e il profitto allunghino la propria ombra su meccanismo delle Lettere. Sia in un primo momento, quando tutto ciò sembra servire sì a permettere a ciascuno di separarsi dai propri cari senza troppi rimpianti ma anche e soprattutto a sistemare i propri affari, sia alla fine, quando la vera natura di queste Lettere emerge in maniera così cinica e tipica di Ketterdam.
Davvero, hai saputo dare letteralmente vita alle ambientazioni del romanzo, a questa Ketterdam sporca e corrotta, fatta di persone pronte ad approfittare della sofferenza altrui per ampliare il proprio profitto in maniera del tutto illecita, fatta di corruzione che tocca il cuore stesso della città, con i suoi intrighi senza scrupoli, prima di arrivare anche sul fondo del Barile, fra bische e accoltellamenti per pochi spiccioli. Mi ha colpito particolarmente poi la descrizione del momento drammatico della diffusione della pestilenza, quando le Lettere vagano per tutta la città e sembrano raggiungere tutti e nessuno, quando giacciono non lette, in mezzo alla sofferenza e alla disperazione della gente.
I personaggi sono resi a mio parere molto bene: le loro reazioni sono tutte diverse e tutte perfettamente coerenti con la loro caratterizzazione (e sì, non sai quanto sono d'accordo nel voler deliberatamente ignorare quella stupidissima decisione sulla sorte di Matthias, mannaggia alla Leigh!).
Ho poi apprezzato moltissimo questo finale aperto, in cui Kaz sembra promettere di poter ingannare anche la morte (e insomma, se c'è qualcuno in grado di aggirare un meccanismo che apparentemente lascia così poco scampo, quello è sicuramente Manisporche).
Mi piace tanto questo senso di sospensione e di anticipazione che aleggia sul finale: è un finale aperto, ma anche un finale che potrebbe aprire a un seguito (così, io lo dico: dovessi aver voglia di scrivere delle loro avventure per smascherare il vero meccanismo dietro alle Lettere, io sarei in prima fila!).
Davvero complimenti, e in bocca al lupo per il contest!