Ciao! Allora… che meraviglia.
Ho adorato questa drabble alla follia. Già scriverne di per sé è una grande impresa. L’indovinello è stato svelato, e anch’io ovviamente sono convinta che si tratti di Kaz, ma vorrei anche soffermarmi un attimo sulla struttura e sul contenuto.
Le prime righe ci portano indietro alla morte di Jordie e potrebbe essere un Kaz bambino a parlare, oppure il giovane adulto, troppo spesso sommerso dai suoi stessi ricordi distruttivi. Sono parole dure, così come anche il libro ci offre il suo flashback senza fronzoli, crudele e spietato come un ragazzino può averlo vissuto. Il desiderio di volerla fare finita espresso con quel “datemi un laccio con cui potermi impiccare” ti garantisco che mi ha colpita e ha fatto pienamente centro. Ho apprezzato anche la scelta di spezzare le parole per dare l’idea del respiro mozzato dall’acqua che penetra i polmoni o dall’aria che Kaz sente mancare ogni volta che riporta alla mente quel trauma. Come sappiamo, Kaz si salverà a differenza del fratello, o perlomeno lo farà il suo corpo, ma una parte di lui è sicuramente affogata quel giorno, e mi sento di dire che è proprio quella ad esser andata giù anche nella drabble. Tuttavia, non è tutto perduto. Non mi aspettavo il riferimento a Inej, non so perché visto che si tratta pur sempre di Kaz, ma amando i Kanej, penso che sia stata la mia parte preferita. Non è solo Inej a voler salvare Kaz, ma è anche lui stesso che decide di darsi una possiblità; non lo fa subito, gli serve tempo per capire e accettare quanto lei sia diventata importante, ma alla fine – a suo modo – ne accoglie la vicinanza, decide di seguirla su quella corda, anche se il percorso sarà stentato e non privo di ostacoli, io voglio credere che ce la farà. Che entrambi ci riusciranno.
L’ultimo verso è "l’ossimoro" che per eccellenza descrive Kaz e Inej. Così lontani ma, allo stesso tempo, così vicini.
Secondo me sei stata bravissima, inserisco la storia tra le preferite e spero tornerai a scrivere su di loro.
Grazie,
Vavi |