Ciao Cate! Sì, lo so, siamo quasi a dicembre e io mi sto passando ora a terminare questa splendida raccolta (di recensirla perlomeno, perché i capitoli li avevo già letti). Scusami per il ritardo!
In questa altra drabble angst, il dolore più che di Abeforth è di Sirius, un dolore a cui Abeforth assiste da spettatore e, allo stesso tempo, da elemento che interroga e che tira fuori in parole il dramma. Mi è piaciuto il loro scambio di battute: cosa si prova? chiede Abeforth, ma la risposta è che non si prova nulla – e forse è proprio questo alla fine, provare nulla piuttosto che provare dolore, il vero dramma.
Corro al prossimo capitolo!

Mi aspettavo chissà quale angst, invece era Sirius! Sicuramente tragico, ma detestandolo sono piuttosto immune alle sue sciagure 😅 ops.
Mi chiedo che cosa provi Aberforth nel vederlo lì, ridotto in quelle condizioni, chissà se lo paragona al giovane malandrino che vedeva un tempo nel suo locale. Ma che ci fa Sirius lì, tra l'altro? Dopo Azkaban non può esattamente mostrarsi in giro, neanche alla Testa di Porco, tanto più che ci sono i Dissennatori. Anche quando non ci sono si tiene ben nascosto ed evita di mostrarsi in giro. Questo dettaglio mi ha un po' confusa!

Ciao Cate ❤

Scusa se ci sto mettendo una vita e mezza a recuperare, ma mi sono messa a fare un sacco di cose questa mattina e il tempo è volato via. Comunque eccomi, sono tutta focalizzata sul mio preziosissimo Sirius che vorrei abbracciare. Su, Ab, ma sono queste le domande da fare ad un povero cane che ha perso tutto? No, povero il mio piccolo Sirius. Scusa, la smetto: te ne sarai accorta ma verso questo Black che non ha niente, davvero niente, io provo un amore sconsiderato. Sono molto felice in realtà di aver letto questo dialogo super angst: Ab ha fatto bene a tirargli fuori le parole: sono sicura che serviranno a lenire un po' le ferite.
Al prossimo capitolo,
Sia ❤