È incredibile che un'adolescente abbia affrontato problemi così enormi, anche per qualunque adulto e abbia saputo trarne un dono: la compassione. È più facile diventare freddi, impassibili davanti al male, chiusi all'interno del proprio guscio. Invece lei ne ha tratto forza per proseguire sulla strada, tracciata alla sua entrata nel mondo magico, dall'amicizia con il prescelto. Ma in questa strada ha perso dei compagni di viaggio, i suoi genitori e ne ha trovati altri non proprio gradevoli.
Lo sai che non avevo mai pensato a Sirius come a un ragazzo macchiato dal male che lo ha avvolto e marchiato durante lla lunga prigionia? Mi sono sempre chiesta perché in Grimmauld Place, nel libro L'ORDINE DELLA FENICE, fosse così negativo. Sì, non poteva uscire perché sarebbe stato riconosciuto anche come Felpato. Ma era davvero così? Insomma la pozione polisucco è arcinota. Con quella poteva guadagnarsi ore d'aria, rendersi utile non solo come ospitante... invece restava lì, ad accatorciarsi, a rodersi il fegato per le uscite di Creacher, a spegnersi poco alla volta.
Perciò la tua ipotesi mi rende tutto più comprensibile. Harry non avrebbe avuto una vita serena accanto al suo padrino, ormai mi è chiaro.
Torniamo a Hermione... una Vigilia di speranza per la dimissione di Arthur Weasley e una in fuga da Nagini e dalla sua trappola, con quel maledetto medaglione a comprimerle il petto. E lei che riesce a credere che la compassione possa fare da ancora di salvezza. Forse la compassione è il primo passo verso qualcosa di più profondo: l'empatia. Ma questa ti porta a farti carico dei dolori degli altri e le sofferenze del mondo magico sono ormai insopportabili per chiunque....per lo scomparso Silente, per uno stoico Piton che indossa fino in fondo la sua doppia veste, per un impulsivo Ron che invece non sa vedere al di là dei propri bisogni, per un volitivo Harry che non può lasciare che il male si porti via anche il suo futuro oltre che il suo passato. È per questo che la storia di Harry Potter continua a piacermi così tanto. |