Ciao!
Questa recensione sarà decisamente più breve di quel che meritereste (te e Inej), ma chi lo sa quando finirò di nuovo presto di studiare e riuscirò a recensire qualcosa.
Ma, premesse a parte, già solo l'idea di indagare l'anima di questi sei personaggi può solo farmi correre qui (sempre n virtù della storia che a recuperare le cose con ordine non sono capace), mettermi comoda e ascoltare tutto quello che avrai da dire perché oh, passa il tempo ma l'amore per questi sei meravigliosi personaggi non passa. E l'idea di una raccolta di drabble che scavi dentro ciascuno di loro, e che a farla poi sia proprio tu, non può che farmi innamorare e impazzire.
Partendo da Inej, mi hanno ammaliata già il titolo e tutti i legami che ha con il personaggio e il momento raccontato. Perché il vuoto è la costante con cui Inej ha imparato a confrontarsi sin da piccolissima, la sfida che riesce sempre a vincere (non si esibscono certo con sotto la rete, i Ghafa), è quasi anche un """amico""" perché è lassù sospesa nel vuoto che lei risplende, è nel suo elemento. Ma dire di avere dentro il vuoto, nel linguaggio comune, rappresenta anche l'aridità, è la mancanza di qualcosa nell'anima, tutto quello che che Inej riesce a non essere nemmeno nel momento più buio, perché per lei il vuoto è tutt'altro, e il suo tratto più meraviglioso è riuscire a mantenere la propria integrità sempre, anche su quella nave, al Serraglio... Non so se sto dicendo solo sciocchezze data l'ora, ma questa è tutta la rete di immagini a cui il titolo e la drabble mi hanno fatto pensare. Perché tra le tue parole c'è una Inej che non si piega, non dà soddisfazione "alle bestie", che soffre dolori indicibili ma lo fa senza diventare "vuota": il vero vuoto che ha dentro è tutt'altro, ed è quei ricordi d'infanzia che custodisce sempre nel cuore (e insomma, è canonico che si pianga un poco ogni volta che Inej rievoca il suo passato dal sapore così famigliare e quotidiano, sempre ammantato di luce speciale, la luce di una madre, di un padre, di un pane annerito che sa di casa).
Ovviamente ho amato la scelta del lessico che si cuce sul personaggio, il riferimento quasi "premonitorio" ai coltelli, e la precisione con cui hai saputo usarlo per tratteggiare in una manciata di parole il personaggio al meglio.
E niente, mi sembra di aver parlato a vanvera e non ricordarmi più come si recensisce, ma grazie per avermi fatto commuovere e stretto il cuore, come sai sempre fare. Leggerti, nei testi brevi o lunghi, è ogni volta qualcosa di magico.
Un bacio,
Maqry |