E' difficile raccontare un dolore così. Eppure, se ci pensi, è stranamente, drammaticamente "familiare". Dopo tutto la morte fa parte della vita. E tu racconti la vita di chi resta. Perchè qualcuno "resta". E' un capitolo forte, intenso, ricco di particolari. Fai "tua" ogni descrizione, anche nei dettagli più struggenti. Come le vetrate di quella chiesa che dovevano essere sogno, futuro. E invece rappresentano, per Sam, l'inizio di un incubo.
Mi colpisce la forza della signora Moore che tenta di consolare Sam. Sembra quasi impossibile che una madre possa trovare un coraggio simile quando è piegata da un lutto che non ha nulla di umano. E' contro natura. Per ogni genitore lo è. Eppure l'amore che ha provato Jessica è stato "raccontato". Ho immaginato la figlia confidarsi con la madre. Parlarle di quel ragazzone così volenteroso, attento, pieno di speranza per un futuro insieme. Lo coscienzioso Sam che ha aspettato a farle "la proposta". Perchè Jessica meritava il meglio. E Sam voleva, con tutto se stesso, non deluderla. Ma probabilmente Jessica non aveva bisogno di quel tipo di certezza. Sam era già sicurezza, per lei. Anche senza l'ammissione ufficiale a legge, Jessica lo aveva scelto. E la madre della sfortunata giovane, in qualche modo, "sceglie" Sam. Sa che le sue parole possono aiutarlo a combattere quella battaglia che toglie il fiato. Jessica vorrebbe così.
Ogni periodo, ogni situazione, mi ha convinto.
Ho "vissuto" l'angoscia di Sam, quell'altalena di emozioni che sanno quanto può essere dura partecipare a quel funerale. E' l'atto conclusivo della tragedia. La bara è reale. E dentro c'è Jessica.
Il protettivo Dean...quanto è "lui"! Mi piace come si muove, la sua determinazione nel voler "stanare" Sam da quel buio, il loro botta e risposta. Mi pare di vederlo tentennare, riflettere, quando vorrebbe prima cancellare gli sms e poi comprende che non sarebbe corretto. E' una decisione che spetta a Sam. Lo vedo "barattare" quei messaggi con un pezzo di pancake, masticato a fatica da Sam. E alla fine "vedo" Dean accogliere il fratello, in toto. Decisione analizzata, sofferta ma presa insieme a Dean. In ogni momento. E forse questo gliela rende più sopportabile. Dean dall'inizio alla fine è con Sam. Gli dà tempo, conforto, gli promette che ci sarà. Lo sorregge. Lo sostiene, lo accompagna fin quando per Sam diventa davvero troppo. Perfino quegli sguardi "assassini" che tutelano il minore dal triste rito delle condoglianze, sono perfettamente... "alla Dean".
Per contro, in antitesi con la costante e amorevole presenza di Dean c'è l'assenza ingiustificabile di John. E verso la fine il capitolo si fa inquietante. Sarà davvero John? Sarà una trappola? Se lo domanda Dean ma, in cuor mio, credo di avere già la risposta. Temo che non sia un mutaforma. E, forse, una parte di me, preferirebbe lo fosse.
Bello, suggestivo, emozionante. Come piace a me.
Alla prossima
Eclissidiluna |