Recensioni per
Pomeriggio d'agosto
di Old Fashioned

Questa storia ha ottenuto 13 recensioni.
Positive : 13
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
15/02/24, ore 17:32

Recensione premio per il contest "Emozioni Incrociate" - 2/3

Ciao Old, rieccomi qui con le ultime recensioni premio.
Il Barone Rosso! Solo da data e ambientazione, già me l'ero immaginato che la storia avrebbe parlato di lui. Tuttavia ci mostri l'inizio della sua carriera aeronautica, un approfondimento del suo percorso precedente nell'esercito che personalmente non conoscevo.
Come sai mi piacciono molto le storie che riescono al tempo stesso ad approfondire i lati meno noti di personaggi famosi, riuscendo al tempo stesso ad intrattenere il lettore, senza risultare meramente biografiche. Inutile dire che ci sei riuscito alla perfezione anche con una oneshot così breve: sia i dialoghi, sia soprattutto i pensieri dell'interlocutore, che vanno un po' a riflettere quelli di chi legge, vanno a sottolineare il carattere eroico e fuori dall'ordinario di Von Richtofen.
A colpirmi sono state anche le descrizioni paesaggistiche, che un po' riflettono i due personaggi: la staticità completa della vita spezzata dall'esperienza moderna del volo e della dinamicità. Oserei dire che questo racconto assomiglia moltissimo a un quadro futurista, se mi passi il paragone.
Solitamente dai il meglio sulla lunga distanza, ma penso che il riuscire a rendere così bene una personalità in così poche righe sia indice della tua abilità completa nella scrittura a 360 gradi, per cui non posso che complimentarmi ancora una volta!
A presto :)
(Recensione modificata il 15/02/2024 - 05:32 pm)

Nuovo recensore
22/03/23, ore 19:14

Carissimo,
faccio una comparsata per rileggere e rirecensire al volo questa one-shottina (drabble? Short-fic? boh). Perchè nonostante sia breve, direi che è davvero ben scritta con descrizioni perfette (e anche di più, perchè sono compresse in poco spazio, diciamo, ma rendono perfettamente. Le immagino un po' come il fumetto di hugo pratt). ottimo lavoro anche per la psicologia dell'individuo, perchè effettivamente quando penso al barone rosso immagino sempre una cosa simile, e fa giusto onore al romanticismo tedesco (e la parte in cui, guardando il cielo, gli occhi sembrano più azzurri è molto evocativa!). Comunque povero il capitano dei dragoni che evidentemente non ha capito con chi ha a che fare.
Detto questo smetto di importunarti e striscio di nuovo nella mia cripta ^^
A presto!

Recensore Junior
21/02/23, ore 17:48

E come predetto, eccomi qui ^^
Poesia. Del resto, la vita di von Richthofen è stata, a suo modo, poesia. Questo piccolo frammento che hai delineato è un preludio alla leggenda che verrà consegnata alla storia, ma è efficace nell'esporci un quadro così limpido del suo animo, dipinto sulla luce di quel pomeriggio. È un confronto che anticipa i cardini del Sein und Zeit, due visioni speculari, il topos della scelta tra una vita lunga e quieta, o l'intensa nobiltà di una vita breve. Qui ammiriamo l'Asso in un momento di pace forzata, e quasi strappa un sorriso immaginare come possa in realtà ribollire il suo sangue, costretto in quella monotonia di stasi; desidera altro, desidera raggiungere il fronte, desidera provare a raggiungere il cielo. Non per una brutale sete di sangue, ma perché sente che è lì che appartiene.

Nell'arco della storia sono stati molti i soldati valorosi, ma pochi sono stati gli animi veramente chiamati dal campo di battaglia. Quella di von Richthofen è una vocazione ancestrale, forgiata dall'ideologia tedesca dove la morte non è una paura, ma una consapevolezza. Il giovanissimo Manfred la mette bene in risalto di fronte alla visione speculare del suo interlocutore, assai più mansueto e per molti versi più simile a noi. Ma la sua non è un'esaltazione del conflitto, quanto la necessità di affrontare se stessi; e dal dorso di un cavallo alla cabina di un triplano, il suo era uno spirito che anelava al confronto.
Se fosse stato un semplice esaltato, non avrebbe inseguito ed abbracciato l'enorme rischio di mettersi al comando di un velivolo così pericoloso com'erano i fokker, nell'epoca dove era facile morire per un guasto tecnico, ben lontano dalla palma della gloria. La sua era la ricerca dell'altitudine, di quelle filosofie di valori dell'uomo che ad oggi sono soffocate da un'ottusa glorificazione della guerra, strumento di propaganda di fanatismi.

La figura di von Richthofen, che qui ci proponi magistralmente, è così affascinante perché si pone come un ponte tra lo spirito cavalleresco del passato e quello moderno, in uno scenario come la Grande Guerra dove battaglioni di cavalieri venivano falciati sotto i colpi d'artiglieria, e concetti come onore e sfida venivano cancellati nei miasmi dei gas. Uno scenario che persino Tolkien, dal lato opposto della Somme, dipingerà con amara allegoria nelle sue saghe. Il Barone Rosso ha elevato questo concetto, letteralmente, portandolo nelle sfide nel cielo; aveva ben chiaro il valore della propria vita, e proprio per questo, voleva sublimarla dove il suo sangue lo chiamava. 
Col rischio di romanticizzare l'evento tragico della (sua) morte, persino nella foto che scattarono come prova pare che il suo sguardo sia aperto al cielo; un concetto che a noi pare assurdo, perché oggi parlare di orgoglio nella morte è anacronistico, e per fortuna siamo una società di pace. Ma confrontato con i tanti morti che sono stati gettati in pasto ai conflitti moderni come carne da macello, pedine e vittime, von Richthofen si è distaccato da tutti e sembra invece aver raggiunto il suo scopo. Che la ferita alla testa di mesi prima abbia avuto un ruolo fatale o no, non incide: ha affrontato la vita e la morte in eguale maniera, col coraggio e il rispetto che lo hanno sempre contraddistinto.

Dopo tutta questa pappardella un po' jüngeriana, penso siano dovuti anche i complimenti a te, alla profonda sensibilità con cui masteri concetti controversi che ad oggi è facile banalizzare o fraintendere. Nulla di tutto questo. In questo breve omaggio sei riuscito a farci toccare con mano la passione di cui bruciava lo spirito del Rote Baron, senza discorsi esaltati, senza glorificazione della guerra o dei massacri fini a loro stessi, ma anzi: un profondo rispetto per la vita, e la volontà di donarle un valore esemplare persino nei momenti più tragici della storia umana.
Come al solito mi sono dilungata in paragrafi di soliloquio da vecchietta al balcone, ma è perché opere come la tua sono in grado di suscitare il dialogo su concetti che poi prendono il volo -per restare in tema- in qualcosa di molto più ampio. Chissà che un giorno non ti venga voglia di omaggiare di nuovo il nostro Asso con una produzione più lunga; le persone come te sono quelle che uniscono alla profonda cultura anche tutta la loro passione, e questo, credimi, trapela in ogni riga.
Ancora complimenti; mi ripeterò, ma te li meriti davvero tutti ^^

Recensore Master
25/04/22, ore 10:52

Quanta bellezza in questo racconto.
Il Barone Rosso è sempre stato uno dei miei personaggi storici preferiti, sin da bambina: di questo debbo ringraziare Schultz e il suo impareggiabile Snoopy, quando il simpatico bracchetto ne imitava le gesta sul tettuccio della sua cuccia. Poi, da adulta, mi è parso naturale cercare notizie su questo eroe della Grande Guerra, per scoprire che si trattasse di un giovane uomo, poco più di un ragazzo, essendo morto a neanche 26 anni,
Eppure nessuno era come lui, e sapeva essere nobile e giusto, anche verso i suoi nemici: per esempio, non si accaniva contro chi si arrendeva o cercava di fuggire, egli combatteva sempre ad armi pari.
Un vero Cavaliere.
Sarebbe bellissimo se un giorno scrivessi una long, anche di pochi capitoli, per ripercorrere le sue gesta e la sua vita: credo che solo tu, caro Amico e Autore, sia in grado di parlare del Barone Rosso conferendogli tutta la dignità che merita.
Questo giovane uomo desiderava volare, sentiva dentro di sè questo sublime anelito. Voleva dispiegare le sue ali e salire su, in alto nel cielo, quando le tecniche di volo erano ancora molto pericolose e poco sviluppate: il volo in aereo era, infatti, poco più avanti degli albori.
Ma quando c'è qualcosa, dentro di noi, che ci sussurra una via da seguire, dobbiamo fare di tutto per ascoltarne la voce...
Anche se si tratta dell'ultimo volo.
Bellissima storia, è sempre meraviglioso leggerti.

Recensore Master
23/04/22, ore 18:43

Ave OF, che bello ritrovare i tuoi scritti. Ci conduci in quella che poi sarà la WWI descrivendo un asso prima che si palesasse, Manfred R. aka Barone Rosso, quando era un soldato.. si ritrovano gli ideali, una certa forma mentis oramai trascorsa Il dialogo è secco, asciutto colmo di significato Sempre un piacere leggere i tuoi narrati, my best wishes a la prochaine Jq

Recensore Master
13/04/22, ore 14:06

Per prima cosa lasciami dire che sono sinceramente contenta di trovare una storia nuova! E' stato davvero bello, sbirciare tra gli autori preferiti e scorgere il tuo aggiornamento.  Detto questo passiamo a noi!
Questa shot è un breve istante, come una finestra affacciata su un momento della vita dell'asso degli assi, il famosissimo Barone Rosso, figura leggendaria che ha accesso la fantasia di molti. Attraverso le tue parole l'ho percepito sereno, appena velato da una lieve malinconia, giustificata però dal momento storico che stanno vivendo. Manfred von Richtofen in questo frangente non è ancora la leggenda che sarà, ma già si capisce per che lui il volare è come il canto di una sirena a cui non può e non vuole resistere.  Personalmente da quello che ho capito dallo scambio con l’altro capitano, non è che non tema la morte o che sia sprezzante della vita, semplicemente sta abbracciando quella che sarà la sua gloriosa strada, probabilmente è nato per volare e non si è sottratto al richiamo del suo destino. Ho trovato questa shot, oltre che scritta benissimo come sempre, anche un omaggio delicato e poetico, garbato e sicuramente pieno di amore per un gigante dell'aviazione di tutti i tempi.
Bravo! E ben Tornato!

Recensore Master
12/04/22, ore 13:35

Carissimo che bello ritrovarti finalmente su questi lidi da cui manchi da troppo tempo direi!
In questo racconto, pur nella sua brevità si colgono molti dettagli non solo del paesaggio, ma anche del carattere dei due protagonisti.
Entrambi sono militari con esperienza, ma hanno una visione totalmente diversa della guerra.
Non credo che a spingere l'ulano sia solo la sua indole coraggiosa e sognatrice, penso che abbia intuito tutte le potenzialità di quel nuovo mezzo e, se ho indovinato di chi si tratta, penso che le sperimenterà tutte ^^
Molto bella anche l'ambientazione, pur essedno una "landa piatta" come dice il Dragone serve ad amplificare il senso di pausa, sospensione e leggera malinconia che trapela dall'insieme :3

Recensore Master
11/04/22, ore 22:12

Carissimo^^
Che bello tornare a leggere qualcosa di tuo, soprattutto in questa ambientazione storica a me sempre gradita^^
L'Asso a cui dedicare una delle tue storie non poteva che essere il Barone Rosso...ero certa che prima o poi avresti scritto qualcosa su di lui.
La scena appare quella di un quadro, così come il titolo, immagino questo dipinto raffigurante i due cavalieri con il naso all'insù mentre ammirano il velivolo sopra le loro teste nella desolata campagna francese.
In questo breve dialogo hai racchiuso a pieno l'ideale incarnato da von Richthofen. E' il simbolo degli antichi valori cavallereschi uniti alla modernità della guerra e l'amore per il volo.
Per dirla con le parole di Jünger: cambiano i tempi e cambiano i mezzi, resta però in vita, davanti alla morte, lo spirito audace.
E direi che tutto questo è ben dimostrato dalle parole di von Richthofen.
Nell'ulano vive lo spirito del combattente, che scalpita per correre (o meglio volare) incontro al proprio destino. Non teme la morte, se questa sarà eroica e dignitosa.
Il giovane Manfred è sicuro e deciso nel realizzare il suo sogno, ma anche consapevole di quel che significa combattere tra le nuvole, l'unica alternativa alla vittoria è la caduta. Eppure è anche questa voglia di superare i limiti e sfidare il destino ad animare uomini come lui, pronti a rischiare tutto per provare quel sentimento di potenza e libertà che solo la lotta nei cieli può donare.
Complimenti, un bellissimo omaggio che onora doverosamente questo eroe dell'aria diventato leggenda.
Bravissimo e alla prossima! :)

Recensore Veterano
11/04/22, ore 15:22

*apro svagatamente EFP*
*vedo che hai aggiornato qualcosa*
*leggo la trama*
*mi fiondo al computer rompendo il muro del suono*
Bentornato, carissimo^^
Che bello! Non solo prima guerra mondiale, descrizioni stupende e ufficiali tedeschi, ma anche e soprattutto il Barone Rosso! ("il mio eroe preferiten", per citare Bonvi).
Allora, che dire. Intanto, anche con una one-shot, come al tuo solito sei capace di catturare perfettamente il sentimento di placidità, ma anche la cupa (o forse non tanto) accettazione della morte, e a creare immagini nella testa del lettore.
E poi questo è stato un micro, ma bellissimo omaggio al barone rosso, che io personalmente apprezzo sempre (**intenso momento di germanofilia**). Anche se dal libro che ha scritto lui stesso appare un po' fuori di testa come tutti i piloti, secondo me sei riuscito a coglierlo bene.
Scrivi sempre stupendamente.
A presto!

Recensore Master
11/04/22, ore 09:05

Von Richtofen doveva essere davvero un grande uomo. Peccato che sia morto in quel modo, forse con lui la Germania post bellica sarebbe stata un posto di gran lunga migliore.

Considerazioni personali a parte, la storia mi è piaciuta molto. Sebbene a tratti sia un tantinello cupa (la placida accettazione della morte, quell'atteggiamento che porta la gente normale a fare gli scongiuri), è anche molto, ma molto intensa. Del resto, visto il tema non poteva essere diversamente. Mi ha fatto apprezzare ancora di più il personaggio del Barone Rosso. E bravo Old!

Alla prossima!

Recensore Master
11/04/22, ore 04:55

Buongiorno
Questo era un uomo con la motivazione di fare grandi cose, ormai uomini così non ne nascono più.
Motivazione da investire nei suoi sogni e nella vita quotidiana, magari non nella guerra, però.
I tempi passano.

Recensore Master
10/04/22, ore 23:20

Carissimo,
finalmente torno a leggere qualcosa di tuo! ^^
Sono soddisfazioni!
In questa one-shot ti riconosco in ogni parola, negli ufficiali che cavalcano in una zona isolata, lontani dal fronte fisicamente ma con la testa alle armi e alla guerra. Nei cavalli che accompagnano fedeli i lori cavalieri e soprattutto nel volo radente dell'aereo, che strappa poche, sincere parole ai due.
Punti di vista interessanti e molto personali, il più bizzarro dei quali trova la sua ragion d'essere alla rivelazione finale.
Von Richthofen ha realizzato il suo sogno ed è diventato una leggenda.
Una sorta di colpo di scena che rende particolare il racconto.
Aspetto nuove avventure. A presto! :)

Recensore Veterano
10/04/22, ore 23:14

Ciao, carissimo! Non sapevo nulla di questa storia e, ti confesso, è stata una splendida sorpresa. È un breve istante di un pomeriggio d'agosto che viene catturato come in una fotografia, o un quadro impressionista. Un frammento di vita di un grande uomo, che non viene nominato, esplicitamente ma si capisce essere Manfred von Richtofen, il Barone Rosso. Qui lo vediamo per come doveva essere: un giovane capitano degli ulani, che però ha la testa e il cuore nel cielo, nell'avanguardia del volo che, per lui, è il modo migliore di vivere i suoi ideali, è il caso di dirlo, al di là del bene e del male. Quella spinta interiore che porta a voler essere Übermensch, oltre l'uomo comune, senza perdere la propria integrità personale. Essere uno spirito libero di seguire i propri ideali nonostante il pericolo. Il povero Manfred ha visto esaudire il suo desidero, del resto "muore giovane chi è caro agli dei" ma ci ha lasciati con un grande quesito: cosa avrebbe potuto fare se fosse sopravvissuto? Perché era davvero un grande uomo, coraggioso e onorevole, come è difficile trovarne. Ti confesso che non leggevo un tributo così profondo e commovente al Barone da "Côtes de Nuit e Rose di Piccardia" di Pratt. Credo che lo stesso von Richtofen ne sarebbe rimasto colpito. Tantissimi complimenti! Spero che questa recensione entusiasta non sia troppo smelensa.