QUARTO CLASSIFICATO
OHARANAKAMURA – Lo scarabeo del deserto
Grammatica e stile:
La storia a livello grammaticale ha una buona resa. Ho notato qualche errorino sparso qua e là, ma nulla che valga la pena segnalare. Fatta eccezione per: “«Ehi Sam- lo richiamò all’attenzione il compagno- Amico, dà un’occhiata qui.» Nel parlato, sembra quasi che per un istante il personaggio sia posseduto dalla voce del narratore. Per carità, in questa storia potrebbe anche starci, visto come è andata a finire, ma generalmente sarebbe meglio tenere separati il testo e il parlato.
Ad esempio: “«Ehi, Sam!», lo richiamò all’attenzione il compagno, «Amico, da’ un’occhiata qui.»
Ognuno poi ha le sue tecniche particolari per rendere questi stacchi. Purché ciò che viene narrato resti fuori da ciò che viene detto dai vari interpreti.
Lo stile soffre un po’ della velocità con cui si evolve la storia, ma sono convinto, e so, che ha un potenziale molto interessante. Lo si nota soprattutto nella parte iniziale, che reputo la più curata e descrittiva. Rispetto alla fine, c’è stata più pazienza nelle descrizioni e disinvoltura del narratore esterno, mentre ci introduce gli sfortunati personaggi di questa storia. Ognuno ha ricevuto una degna presentazione e leggere così tante descrizioni in poche righe non ha per nulla appesantito la lettura in generale. Anzi: come dicevo, mi hanno più coinvolto le fasi iniziali che non il seguito; ripeto, per quella che reputo una mera questione di fretta.
Tutto sommato non è affatto un brutto lavoro, considerato anche che venivi da un lungo periodo di pausa e il poco tempo a disposizione rispetto agli altri partecipanti.
Caratterizzazione dei personaggi:
La scelta di impostare un narratore esterno è riuscita senz’altro nell’intento di dare spazio a ciascuno dei personaggi. Nel pacchetto che ne imponeva il maggior numero, è stata una scelta sensatissima e la condivido. Come già anticipato, la parte “forte” di questa storia risiede nell’inizio, che è molto interessante e coinvolgente, soprattutto per la dedizione con cui viene introdotto ogni membro del gruppo. Sembra davvero l’inizio di una trama molto variegata (o di un capitolo di The Dark Picture Antology con personaggi che abbiano un decenza di caratterizzazione). E sebbene di loro abbiamo riceviamo delle pure e semplici descrizioni, ci sono dei momenti in cui ciò che viene raccontato ha una corrispondenza anche con le loro azioni. Come la saccenza e la passione sfegatata di Samuel per gli insetti, la lingua di Misha che si allenta quando il senso di colpa forza il blocco della sua psiche che lo invita a mordersela; un accumulo di sensi di colpa, oserei dire, che con l’ultima strage è definitivamente esploso. La passione del Capitano per l’arte e per le donne.
Tante piccole aggiunte che donano macchie di colore agli interpreti di questa piccola avventura.
Anche qui, la chiusa molto rapida che è stata data ha impedito di “pennellare” come si deve la tela di ciascuno di loro; per restare in tema di artisti; e ovviamente di scoprirne le sfumature e gli eventuali cambiamenti che questa esperienza avrebbe potuto causare su di loro. Dopotutto, sono praticamente morti tutti. E l’unico che sopravvive…
Onestamente devo ammettere di essermi un po’ perso la faccenda di Samuel e del Ragazzo Insetto. Cosa c’era nei documenti che aveva lasciato nella giacca? Qual era il suo segreto? È forse per questo che è stato lui a cadere nelle grinfie del sacerdote-demone?
La carne al fuoco c’è, ma è rimasta troppo poco tempo a contatto della fiamma per dare sapore.
*Frase buttata lì senza un perché…
Evoluzione del contesto:
Sul contesto, come scrissi nel bando del contest, c’è poco da dire. Tutti gli elementi sono presenti, quindi la storia raggiunge la sufficienza. Purtroppo non posso concedere oltre. I passaggi della storia riflettono gli elementi che avevo richiesto come obbligatori. Abbiamo la missione, la serata di bevute, lo sconosciuto, la morte dell’amico e infine il tempio. Come una collana di perle tenute insieme da un filo sottilissimo e in alcuni punti fragile. Il contesto non si è evoluto da queste basi, è rimasto ancorato e la trama ha semplicemente trovato il modo, attraverso semplici espedienti, di collegare tra loro i vari passaggi.
Gradimento personale:
Come anticipato qui sopra, la storia promette bene. Per una long, che permetta di dedicare maggiore attenzione e tempo a una storia difficilmente compatibile con le One-shot (almeno, non così corta). I punti di forza sono la descrizione iniziale e lo stile in generale, che reputo assolutamente in grado di sostenere e arricchire una trama strutturata con più pazienza.
Il finale mi ha sorpreso, sia per la scelta di controllare la mente del protagonista che per la scena in cui appare per la prima volta Bib Mvshvk; lo trovo ben descritto.
Sopravvivenza: Morte
Chiaramente, il punto di partenza è questo:
“Se il marchio appare/è inflitto sulla tua guancia:
1 Se non hai fatto il possibile per aiutare i commilitoni, morirete tutti; a meno, ma solo nel caso sia vigilante o tu abbia capacità magiche contestualizzate, non ti dimostrerai in grado di disarmare/affrontare Bibmushuk
Samuel non era nelle condizioni di poter aiutare, e in ogni caso i suoi commilitoni erano agonizzanti per un taglio alla gola che succhierà via la loro vita in tempo record. Il finale che segue, dunque, non può che vedere la morte del protagonista.
Segue ipotesi di finale:
Samuel, marchiato come puro e bagnato dal sangue dei peccatori, si getta nelle fiamme del sacro fuoco della vendetta offrendosi a Bib Mvshvk. Con la morte dell’ultimo peccatore, che avviene tra le fiamme mentre a poco a poco riacquista lucidità e cognizione di sé, il demone viene placato e l’equilibrio naturale delle cose ristabilito. La vendetta è stata servita, tante anime quante coloro che esigevano lo stesso fato per i propri carnefici.
Da qualche parte, sulle rive di un fiume, un giovane ragazzo raccoglie uno strano anello con la gemma di uno scarabeo incastonata in mezzo a dei fili con i riflessi dorati.
Ennesimo filamento di una ragnatela che, un giorno, avvolgerà il mondo intero.
Poiché la vendetta muore e rinasce in continuazione, come uno scarabeo che ruota e muove lo sterco che si annida nelle più torbide profondità dell’animo umano… |