Recensioni per
The pursuit of Love
di RanmaFanwriters

Questa storia ha ottenuto 27 recensioni.
Positive : 26
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Veterano
25/06/23, ore 12:56
Cap. 1:

Il primo capitolo di questo capolavoro che divorerò in breve tempo è eccezionale. Incredibile come siate riuscite a fare affiorare la bambina di sei anni che da qualche parte, dispersa, era ancora in me. L'esplorazione dell'amore e del lutto di Sound visto dagli occhi di una piccola Akane, innamorata oltre ogni dire del padre, che quasi non comprende come lui possa essere così cambiato, è al tempo stesso sublime e dolorosa. Ci sono in bozzo già tutte le caratteristiche della Akane ragazzina, le caratterizzazioni perfette dei personaggi che si evolveranno in quelli che conosciamo. Ma sopra a tutto mi ha colpito l'ambientazione: rarefatta, quasi onirica, ma estremamente realistica della casa dei Tendo e dei bagliori di luce che filtra e svela un ambiente che diventerà familiare.
Complimenti davvero!

Recensore Veterano
17/10/22, ore 20:19
Cap. 1:

Ciao Giorgia! Prima di ogni altra cosa volevo esprimere tutta la mia ammirazione per te, Moira e Cristina per avere pensato e poi messo in pratica un progetto come questo, come e meglio di una roundrobin. 
Da un lato l’idea, il filo conduttore, quello di parlare di Akane e del suo rapporto con l’amore nel corso degli anni, fino a giungere al “presente ranmaceo”. I miei complimenti a chi ha concepito l’idea. In secondo luogo, la scelta per l’appunto di non svolgere il tema con una longfiction a più mani, bensì in tre storie distinte, che inquadrassero tre distinti momenti della crescita di Akane, delle one-shot leggibilissime anche da sole ma che, unite insieme, creano tre atti di un unico percorso e dunque un qualcosa in più della loro somma.
Commento dopo aver letto tutte e tre le shot e posso dire senza ombra di dubbio che a te è toccato il compito più difficile (laddove avevi tanta, perfino troppa carta bianca), quello cioè di parlarci dell’infanzia della minore delle Tendo. E lo hai fatto in modo molto coraggioso, decidendo di raccontarci l’infatuazione della piccola Akane per il suo papà.
L’idea è molto originale, e la stesura è una dimostrazione della tua bravura nella scrittura: hai una capacità espressiva e una padronanza delle parole che, bonariamente sia chiaro, un pochino ti invidio. 
Tuttavia, lo confesso, il risultato finale non mi ha molto convinto, per via di due fattori. Il primo è probabilmente mio soggettivo, ma un’Akane con il “complesso di Elettra”, decisa a sposare il papà considerando come sue rivali non solo Nabiki e Kasumi ma perfino la stessa madre, semplicemente non riesco a vedercela. All’inizio pensavo che Akane si sarebbe limitata a mitizzare il suo “superpapà”, una sorta di modello inarrivabile e imparagonabile, salvo poi tornare sulla terra ad assistere al crollo del suo mito nel peggior modo possibile, scoprendo tutto il lato più debole e fragile di Soun una volta scomparsa la mamma (trauma dal quale, come sappiamo, il pover’uomo non sembra essersi mai del tutto ripreso). 
Ma… non è quello che avviene davvero qui: per Akane l’unica cosa che conta è sposare Soun e addirittura persevera nell’intento anche dopo la tragedia familiare, senza che in tutto questo si percepisca il suo, di dolore, per la perdita della mamma (cosa che, dai pochi indizi presenti nel manga, rimane comunque un elemento non ignorabile). Insomma, in poche parole, ho trovato un’Akane OOC. Ripeto, l’immaginazione di una bimba di sposare il papà ci poteva anche stare come un rapido cenno e via, ma qui è la costante di tutta la storia, tale da piegare il personaggio-Akane alle esigenze della trama.
D’altro canto mi è piaciuta però molto la caratterizzazione di Soun e soprattutto a partire dalla scena della telefonata dell’amico Saotome, che gli dà una nuova speranza di riattaccare i cocci di una vita da sogno andata rapidamente in frantumi, nonché una scusa per scansare da parte la questione del dojo e della scuola di lotta indiscriminata, evidentemente per lui ormai solo foriera di troppi dolorosi ricordi. Il tutto a danno della povera Akane, che tramite le arti marziali aveva finalmente trovato un legame unico, qualcosa solo di lei e di suo padre, e che ora viene messo via di colpo… non davvero perché figlia femmina (e non l’erede maschio che lui avrebbe voluto), ma per un motivo completamente diverso. Quel “non sei tu il problema, sono io” (oltre che, immagino, volutamente ambiguo - sembra davvero il fidanzato che sta scaricando la sua ragazza, sempre per proseguire il tema dei sogni nuziali di Akane bimba) rovescia sapientemente la questione: Ranma erediterà la palestra non perché Akane non ne sia in grado, ma perché Soun vuole allontanarsi da quel mondo e tenerne lontane le figlie! Ecco, questo spunto mi ha affascinato molto e sarebbe bello approfondirlo ulteriormente, in qualche modo. I miei complimenti per questa parte :)
Un altro elemento che tuttavia mi ha confuso è il tuo stile di narrazione. Come ti ho detto scrivi benissimo, con un lessico spettacolare, ma il problema è che hai deliberatamente scelto di usare la TPL di una bambina di cinque anni… Aver dovuto leggere, soprattutto nella prima metà di storia, frasi come “le cicale già cantavano lo struggimento dei propri sensi e una brezza leggera alitava nel dojo il profumo intenso dei tigli bagnati di rugiada” mi ha completamente spezzato l’illusione narrativa, perché a parlare, qui, chiaramente non è Akane ma sei tu, l’autrice. Se la scelta, in questo come nei capitoli successivi, è quella di non utilizzare un narratore onnisciente bensì una terza persona limitata, questo qui, giocoforza, sarebbe dovuto essere il capitolo più “asciutto” e dalla prosa più semplice dei tre; paradossalmente è invece l’esatto contrario.
Ciò detto, ripeto, il tuo era il capitolo più difficile da realizzare e spero che dunque la mia non suoni come una vera critica, perché l’esperimento in quanto tale l’ho molto apprezzato e spero che ne seguiranno altri. E a parte questo, hai un approccio molto originale (viva il coraggio, rispetto alle solite trame trite e ritrite!) ed uno stile di scrittura molto piacevole ed accattivante, che non vedo l’ora di seguire nelle altre tue storie, man mano che recupererò gli arretrati del fandom di Ranma ;)

Recensore Junior
16/10/22, ore 22:13
Cap. 1:

Carissima Giorgia, finalmente trovo il tempo di recensire questo bel progetto ambizioso quanto originale.
Ti conoscevo già come fanwriter, anche se ultimamente mi sono persa un po’ di storie tue a causa del poco tempo che posso riservare alla lettura delle fanfiction (e ciò me ne dispiace molto).
Dicevo… ti conosco già come scrittrice, perciò non posso dire di rimanere sorpresa dal tuo evidente talento, ma confermare con piacere quanto avevo notato appunto in precedenza. Il tuo stile è molto pulito e fresco, scorrevole alla lettura soprattutto nelle bellissime descrizioni, molto dettagliate mai pesanti, anzi leggere e per niente noiose. Hai quella capacità innata, per niente scontata e molto rara, di raccontare la storia come se proiettassi nella mente di chi legge un film. I personaggi e le loro vicende prendono magicamente vita e il lettore si trasforma in spettatore senza neanche accorgersene. Per me, tra tutte le abilità che può possedere uno scrittore, questa è decisamente quella che lo fa stare su un gradino più alto. Perciò non posso che congratularmi con te e rinnovare il mio apprezzamento nei confronti delle tue storie.
E “Natural love” non fa di certo eccezione! Forse si potrebbe giusto puntualizzare il fatto che ricorrere ad un certo tipo di linguaggio ricercato e raffinato non sia stata una scelta giusta da fare perché non si adatta molto bene al pensiero di una bambina di neanche 6 anni. Forse, in questo caso secondo me andava scelta la linea della semplicità.

Come dicevo all’inizio, trovo l’idea di esplorare tre particolari momenti della vita di Akane molto originale e poco sviluppata nel fandom, dove ormai l’argomento più gettonato sembra essere esclusivamente il rapporto tra “Ranma e Akane” in varie sfumature di rosso (passami il termine). Una fan sfegatata come me quindi non può che esserne lieta, finalmente si sviluppano tematiche diverse, sottovalutate persino ma, se vogliamo, determinanti per la storia originale e sicuramente più conformi al manga. E proprio per questo devo ahimè farti qualche considerazione mia personale su un aspetto in particolare da te sviluppato e che a mio avviso ti ha portato ad andare un po' ooc con la caratterizzazione del personaggio. Inoltre volevo darti qualche suggerimento sull’uso della terminologia, consigli che sei liberissima di ignorare ma che mi sento in dovere di fare proprio perché, almeno in questo campo, mi sento un pochino più esperta.

Il primo appunto che ti faccio riguarda proprio il tema: in linea generale mi sento di condividere anche io quanto hai voluto esprimere attraverso Akane bambina, e cioè l’innamoramento di una figlia nei confronti del proprio padre. Ripensando alla mia infanzia mi sento di confermare il “luogo comune” da te citato e anche lo sviluppo che questo comporta: la ricerca di qualcosa che ricordi la figura paterna nel partner della vita. Leggendo la tua storia però ho trovato alcune parti forse un po’ troppo, come dire… oltre. Mi spiego… Capisco che hai narrato il pensiero di una bambina di 5 anni, profondamente innamorata del genitore, figura per la quale prova anche un ‘immensa ammirazione, ma secondo me la maniera e la scelta narrativa in cui lo hai esposto ha avuto come diretta conseguenza un declassamento totale della figura materna che passa davvero troppo in secondo piano, in alcuni momenti anche in maniera innaturale considerando gli eventi (la morte della mamma).La fantasia di un bambino non ha davvero limiti, quindi il fatto che Akane voglia sostituirsi alla madre in qualità di moglie una volta che questa non sarà più giovane e bella posso tentare di capirla, come capisco la “gelosia” che la bambina prova per le attenzioni che Soun riserva alla moglie, ma nella tua analisi alla morte della madre la situazione non cambia. Akane sì, sembra inizialmente addolorata per la perdita della mamma, ma neanche più di tanto, o almeno, non è quella la sua preoccupazione maggiore. Una gelosia tra l’altro che a tratti però è espressa in maniera fin troppo “adulta”, rispetto a quella innocente che mi sarei aspettata da una bambina davvero piccolissima (la madre è vista come una rivale :/). Quello che voglio dirti è che in sostanza sei andata a sacrificare un elemento che sappiamo essere molto importante per il personaggio per portare a termine l’idea che ti eri imposta, rischiando dal mio punto di vista di andare totalmente OOC. Cosa che non è accaduta invece nel capitolo successivo, dove Moira sempre accennando all’argomento “mamma perduta” ha mantenuto il personaggio di Akane “in character”.

So benissimo che il tema principale da sviluppare e su cui focalizzarsi era analizzare i sentimenti profondi per la figura paterna per poi trasporli negli altri due capitoli riguardanti altre due figure maschili, però andando avanti a leggere sembra quasi che Akane non sia particolarmente dispiaciuta del fatto che le sia venuto a mancare un genitore. Il suo dispiacere è riservato al fatto che il padre se ne sta rinchiuso in camera, non la allena più in palestra come prima ed è pure gelosa del fatto che se è uscito dalla stanza lo ha fatto per rispondere ad un caro amico al telefono e non per darle quelle attenzioni che lei avrebbe voluto continuare a ricevere, come se niente fosse successo. Quello che io ho percepito è esclusivamente il dispiacere immenso di una figlia che si vede di punto in bianco privata dell’attenzione del suo amato papà (che ricordiamo è sconvolto dalla perdita della moglie). Qualcuno potrebbe dirmi, sì però magari è troppo piccola per capire la situazione, elaborare il lutto ecc. Un momento dove la piccola sembra essere cosciente della situazione in effetti però c’è, quando Akane vorrebbe consolare il genitore affranto quasi anche qui in maniera troppo adulta forse, secondo il mio punto di vista. Nello specifico ho trovato un po’ estremo il pensiero di Akane in merito “Non preoccuparti, Otōsan, tra qualche anno sarò grande abbastanza per sposarti, Kasumi si prenderà cura di noi e Nabiki penserà ai conti del dojo. Saremo con te per sempre!”. Un pensiero bellissimo, da parte di una figlia che vorrebbe consolare il padre (e come sappiamo reale per quanto riguarda le sorelle), ma nella sua prima parte davvero naturale da pensare dopo che si è avuto anche per sé stessi una perdita così importante? Davvero la piccola Akane non pensa ad altro che a diventare la sua sposa, anche in un momento come quello? Come ho già ripetuto, forse sono io che lo leggo nel verso sbagliato, ma l’impressione che mi ha dato sia alla prima che alla seconda lettura è che per portare avanti un concetto giusto si sia caduti a mio avviso nell’errore di portarne un altro importante in un piano quasi del tutto inesistente. È qualcosa che non riesco a concepire, non lo credo possibile nel mio immaginario e anche, soprattutto, avendo a mente l’argomento “mamma/moglie” all’interno della famiglia Tendo.

Nel manga troviamo Akane molto dispiaciuta per le vicende riguardanti Ranma e Nodoka e disposta a tutto per far incontrare il figlio con la madre e viene più volte ribadito il motto “dovresti approfittarne, tu che hai la possibilità di vedere tua madre diversamente da noi!”. Sempre nel manga, solo in un caso vediamo Akane molto triste quando si fa avanti una presumibile moglie per Soun (mi riferisco ai capitoli riguardanti la professoressa Hinako). È fortemente preoccupata, ma non perché la ragazza si sente spodestata di un ruolo che ha sempre immaginato per sé prima e dopo la morte della madre, ma proprio perché c’è qualcuno che si vuole sostituire al genitore perduto. Quello che emerge da questi capitoli anzi è il profondo sentimento che ancora provano tutti, figlie ovviamente nei confronti della madre persa troppo presto e marito per la moglie in nessun modo sostituibile. È vero che in tutti gli esempi citati Akane ormai è un’adolescente, quasi adulta e quello da te analizzato invece è il periodo dell’infanzia più innocente, ma te li ho portati come esempio perché secondo me da questi e molti altri risulta evidente quanto sia importante la figura materna e quanto la sua mancanza abbia segnato lei e tutta la famiglia Tendo.

Quello che voglio dire è che trovo un po’ forzate alcune parti, in generale giuste e condivisibili (come ho detto) ma forse non dosate bene con altri aspetti, che secondo il mio punto di vista personale andavano presi meglio in considerazione. Non sono una scrittrice, ma se avessi dovuto esporre l’argomento avrei cercato un’altra strada o comunque avrei reso diversamente queste parti.
Per esempio, sarei stata d’accordo se Akane avesse rassicurato il padre da un altro punto di vista tipo “Non preoccuparti, papà, tra qualche anno sarò grande abbastanza per mandare avanti il dojo (non c’è bisogno di trovare un maschio per questo), Kasumi si prenderà cura di noi e Nabiki penserà ai conti della casa e della palestra. Saremo con te per sempre! Noi non ti abbandoneremo mai”. (Questo voleva essere solo un esempio eh, e mi rendo conto neanche spiegato al meglio). Così effettivamente si perde un po’ l’obbiettivo e l’idea che si voleva raggiungere, ma secondo me non era questo il momento della storia originale il più adatto dove sviluppare l’argomento perché va in conflitto con la controparte affettiva dell’altro genitore in maniera per me troppo estrema.

Invece ho trovato geniali l’inserimento delle classiche e caratteristiche “pippe mentali” di Akane come le chiamo io, sia nei momenti di riflessione solitaria, sia nei dialoghi con Nabiki. Rendono Akane, come dire… molto Akane! XD
Così come ho trovato molto azzeccata la conclusione e l’inserimento finale del “lei li odiava i maschi” concetto espresso dopo una riflessione personale che spiega in maniera davvero convincente e realistica quello che abbiamo sempre saputo essere il pensiero di Akane.

Cambiando argomento, avrai notato che nella frase citata prima ho anche sostituito “Otōsan” con la semplice parola “papà”. Come ho già detto più volte ad una scrittrice di nostra conoscenza (non voglio fare nomi, Tiger lo capirà… ooops!) bisogna stare molto attenti quando si decide di utilizzare la terminologia in lingua giapponese nelle FanFiction. Intanto ho notato che avete tutte corretto come suggerito il “chan” con la forma onorifica “san” alla parola padre, però rinnovo anche a te il mio pensiero generale sull’uso indiscriminato dei termini giapponesi, in questo caso appunto Otōsan e di conseguenza anche Okāsan e affini. Sembra strano detto da me, appassionata e studiosa di Giappo come sai, ma proprio per questo mi sento di darti alcuni consigli, così come ho fatto sempre per la nostra amica comune. Non disdegno affatto l’uso di alcune parole (vedi ad esempio “kami”, “sensei”, “dojo”, “edamame” e così via…) ma se se ne fa un uso ragionato. Diversamente dai termini citati e da molti altri, ormai di facile comprensione per chi bazzica anime e manga, caratteristiche nella lingua di appartenenza e dal significato poco esaustivo in traduzione, l’uso di Otōsan (per quanto ormai conosciuto un po’ da tutti) non lo ritengo necessario. Anzi l’uso ripetitivo è quasi fastidioso. Non rientra tra quelle parole che se tradotte non rendono appieno il loro significato come nella lingua d’origine, se non proprio per l’onorifico finale che proprio per il suo significato di reverenza può essere ricondotto banalmente al nostro “padre”, sostituendolo al più semplice “papà”. Quello che voglio dire è che non ha un significato più ampio per cui la parola “padre” non possa essere usata, così come altri termini da te usati e che andavano benissimo anche in italiano. Ho pensato che l’intenzione era quella di evitare di ripetere più volte le parole “padre”, “papà” e “genitore”, paradossalmente però quello che ne è conseguito è proprio la ripetizione molesta del termine giapponese. Se invece l’intento era quello di dare un valore aggiunto al proprio scritto, allora ti consiglio di fare una selezione più ragionata e, soprattutto, ridurre allo stretto necessario, perché per quanto affascinante se si dovesse seguire la logica del “più uso termini in lingua originale più valorizzo la narrazione” allora si dovrebbe scrivere l’intera storia in giapponese.

Concludo, rinnovando ancora una volta il mio immenso apprezzato per l’idea e quanto sia davvero affascinata dal tuo stile e dal talento che hai nello scrivere. Sono sicura che partorirai altre storie bellissime.
Intanto spero di trovare presto il tempo per mettermi in pari con gli altri tuoi racconti!
Un bacione

Neechin

Nuovo recensore
01/10/22, ore 19:43
Cap. 1:

Ciao carissima, sarò ripetitiva ma io ormai mi innamoro di qualsiasi cosa tu scriva! Questa OS in particolare è di una dolcezza unica ma anche super originale per lo spaccato di vita che hai deciso di raccontare. Penso che il fandom di Ranma avesse bisogno di colmare questo gap di storia, mostrandoci uno spaccato di come nasce la personalità dell'Akane adulta che noi tutti conosciamo. E trovo tutto talmente verosimile e coerente, che sono riuscita ad immedesimarmi in una bambina spaventata dalle sfide che la vita le ha messo di fronte. Bravissima anche per avermi confusa con la scena iniziale, dove per qualche riga ho pensato che la persona che osservava Akane fosse Ranma! Complimenti e non smettere mai di scrivere! :)

Recensore Junior
22/09/22, ore 13:44
Cap. 1:

Innanzitutto complimenti per l'idea che avete avuto, originale e toccante.
Questo primo atto si presenta pieno di sentimenti forti che vanno evolvendosi man mano che Akane cresce. Immaginare come abbia potuto amare il papà, soffrire per la perdita della mamma e poi rimanere delusa (perché per me di delusione si tratta) della scelta finale di Soun mi ha provocato un nodo allo stomaco. Akane credo che avesse già uno spirito combattivo innato ma che con tali vicissitudini si sia rafforzato ancor di più e questa è la caratteristica che più preferisco in lei.
Non so se dovrei tralasciare, Giorgia, il tuo modo di scrivere semplicemente perché credo di avere uno scarso vocabolario e non so più utilizzarlo per elogiarti come si deve, mi viene solo da dire "WOW"!
E se questo è solo l'inizio, per recensire i prossimi 2 atti credo che andrò ad acquistare l'ultimissimo e aggiornatissimo vocabolario Treccani!
Grazie a tutte e tre!

Nuovo recensore
19/09/22, ore 15:25
Cap. 1:

Che scrivere? Stupenda .. sarà che il personaggio di Akane io l'adoro, sarà che hai narrato non una storia ma tante emozioni... grazie per tutta questa passione che condividi con noi.

Recensore Veterano
19/09/22, ore 09:07
Cap. 1:

Ciao!

Inizio il commento facendo immediatamente i più sinceri complimenti per questa prima parte della trilogia!

Effettivamente, si parla pochissimo dell’infanzia di Akane e del suo rapporto col proprio padre.

E questa ricostruzione è praticamente perfetta: all’inizio della lettura, infatti, emerge il sogno della piccola Akane di voler essere a tutti i costi l’unico amore dal proprio papà, mentre, verso la metà del racconto, si percepisce il grande dolore che la medesima bimba prova non solo perché ha perso la mamma, ma, ancora di più, perché ha perso anche i’unico genitore rimastole, giacché non lo riconosce più in quell’uomo spento che si ritrova davanti e che, così di punto in bianco, senza tanti giri di parole le dice che d’ora in poi non serve più che lei si alleni perché, non essendo nata maschio, di fatto non potrà mai diventare l’erede della loro Scuola…

Inutile dire che, queste poche quanto dure parole, sono state più che sufficienti per spezzare il cuore della piccola Akane, la quale, da quel momento in poi, non solo inizierà a contare esclusivamente sulle proprie forze, ma cambierà il suo rapporto con l’altro sesso, arrivando a sviluppare un profondo odio nei confronti di tutti gli uomini…

… o quasi tutti: prima Tofu e poi decisamente Ranma, contribuiranno a correggere questa sua radicale misandria.

Tuttavia questo lo leggeremo nelle prossime due parti, giusto?

Nell’attesa, ti (vi) rifaccio i complimenti per la splendida lettura!


Lucia

Recensore Master
18/09/22, ore 16:18
Cap. 1:

La prima cosa che mi è venuta nella mente,dopo aver letto, è : ti tocca l'anima.
Poi sono iniziate a defluire tante sensazioni: tristezza, nostalgia, caparbietà, forza di volontà.... Posso dire che Akane è diventata una Donna di tutto rispetto??
PS: ho notato che siete un bel gruppo... Spero vivamente in una vostra long
Complimenti
(Recensione modificata il 18/09/2022 - 04:20 pm)

Recensore Junior
18/09/22, ore 13:32
Cap. 1:

Stupenda! Meravigliosa! Quest' Akane bambina con la sua purezza , e disarmante ingenuità, è la cosa più tenera,dolce , ed allo stesso tempo triste, che abbia mai letto. Entrare nella mente di una bimba di 6 anni, non è affatto semplice, in quanto la realtà appare distorta,e si dà una diversa interpretazione alle situazioni, alle persone, ed ai sentimenti....perciò complimenti, a parer mio hai centrato in pieno l'obiettivo....ed oltretutto, ci hai permesso di "spiare" nella vita di tutta la famiglia , anche in un momento molto particolare della loro vita....e non soltanto nel cuoricino di Akane.....! è stato bellissimo ammirare l' amore per suo padre, che l'ha spinta inizialmente ad apprendere le arti marziali, come è stato straziante vedere tutte le sue convizioni ed i suoi sogni sgretolarsi come un castello di sabbia alla fine.
Non so più che parole utilizzare per complimentarmi ancora .....
MAGNIFICO. ❤

Nuovo recensore
18/09/22, ore 11:27
Cap. 1:

Ciao Giorgia, volevo solamente dirti che ho trovato questa one shot semplicemente meravigliosa. La prima parte è stata di una dolcezza disarmante, una Akane bambina che venera il suo papà che decide di iniziare con le arti marziali solo per trovare il suo favore, per poi innamorarsi della sua stessa passione e farne una ragione di vita. La seconda parte, beh che dire? Ho pianto, tutto qui. Complimenti davvero. :')