Ciao, carissimo.
Innanzitutto perdona se non ho ancora risposto al tuo messaggio: ho molte cose da dire ma non ho ancora trovato il momento di mettermici con la dovuta calma.
Conosco Olga, il tuo personaggio, ma ho voluto leggere la tua poesia come estranea a tutto il resto e mi ha davvero commossa.
Hai interpretato molto bene l'orgoglioso attaccamento degli Ucraini per la loro Patria e la loro sofferenza, sempre molto composta e contenuta. Una sofferenza che non chiude mai del tutto la porta alla speranza: è passata l'Armata Rossa, la guerra, Chernobyl, l'Unione Sovietica, passerà anche questo.
Mi sono commossa anche pensando a Svetlana, che fa le pulizie nel circolo Arci che dirigo, e ha la mamma in Ucraina che non vuole andarsene. L'altra settimana si è addirittura messa a piangere (qualche lacrima, niente di che) e siamo tutti corsi ad abbracciarla. Lei non ha detto altro che: "Cos'avete fatto ai miei pavimenti?!" perché una mia collega maniaca dell'igiene aveva intravisto una macchia e stava pulendo.
Sono piccole cose, ma fanno tanto.
Tantissimi complimenti.
A presto. |