Ciao!
Come sai dalle mie nomination, ho amato questa storia e sono davvero felice abbia vinto l'Oscar alla miglior coppia, ti lascio qui i commenti alle mie candidature che penso dicano tutto ciò che penso delle tue pagine.
Questo racconto mi è piaciuto moltissimo, nelle sue voci alternate e nella scelta di focalizzare una scena di un passato lontano mi è parso di poter sbirciare un istante della vita più segreta dei due maghi protagonisti. A mio parere non è mai semplice scrivere di Albus e Gellert, li trovo personaggi estremamente complessi – soprattutto Albus con tutte le sue contraddizioni –, ricchi di sfumature e su un equilibrio precario, ma sei stata in grado di mostrarli con una semplicità disarmante, riuscendo a far emergere nello spazio stretto di una flashfic tutta la complessità del loro rapporto e di loro due come singoli. L’intero racconto sembra reggersi sulla tensione – emotiva, fisica, mentale – che intercorre tra i due protagonisti, che si capiscono pur senza parlarsi, che si “percepiscono” sin dentro le ossa perché sono sulla stessa lunghezza d’onda, che si rincorrono in un gioco di sguardi, non detti, provocazioni che si muovono sia sul piano emotivo che mentale – Albus e Gellert che, alla fine, vogliono la stessa cosa e sia pure per il tempo di un’estate si concedono di viversi. Ho amato molto anche la conclusione, che ci proietta avanti nel tempo, con un Albus sì disilluso, ma che in fondo sente ancora su di sé le lusinghe di Gellert – come se i lividi non fossero mai andati via, a testimonianza di quel tempo che li ha visti uniti, stretti nel desiderio di non separarsi.
Come testimonia la nomination, anche a livello stilistico mi ha colpita in positivo: se scrivere in prima persona non è semplice, scegliere di scrivere in “doppia prima persona” lo è ancora meno, perché il rischio è di non riuscire a differenziare a sufficienza le due “voci” e con esse i personaggi stessi. In questo caso, sei riuscita a gestire benissimo questa scelta complicata, strutturando un vero e proprio racconto a due voci, che si intrecciano e consentono al lettore di conoscere i pensieri e le emozioni di entrambi i protagonisti – che non sono filtrati da nessuno se non da loro stessi. Anche a livello grafico, ho apprezzato la scelta di separare le due voci tramite gli allineamenti a destra e a sinistra, perché questo rende il testo comunicativo “a primo impatto”: il lettore sa come orientarsi, dove trovare la voce di Albus e di Gellert. Anche i corsivi trovo siano bene inseriti, tesi a mettere in evidenza pensieri intimi – creando un bellissimo “sottotesto” nella voce narrante stessa, come se il personaggio-narratore negasse persino a se stesso certi istinti – e i concetti-chiave della relazione tra i due (è il caso di “Bene Superiore”, ad esempio). La veste stilistica di questo racconto è la voce stessa dei personaggi, è la loro caratterizzazione, il loro spazio narrativo, il loro tempo, e questo mi è piaciuto tantissimo proprio perché gestito a meraviglia.
A proposito di coppia e della mia nomination per l'Oscar relativo, ho amato come riescano a essere parimenti forti e presenti sia Gellert che Albus. Il loro essere coppia, rappresentare un insieme, un’alchimia forte e invasiva, emerge sin dal principio, dove il cuore di Albus perde i battiti al solo vedere il sorriso di Gellert. Ed è bellissimo vederli rincorrersi in quello che è in fondo il racconto di un unico istante – rincorrersi con la spensieratezza della gioventù e la razionalità delle grandi menti, perché che entrambi siano al di là di una frequentazione qualsiasi emerge con chiarezza nei loro pensieri e in quelle parole che definiscono il Destino. Nello spazio di questa flashfic, riesci a mostrare tutte le sfaccettature di una coppia che è passione, sogni gloriosi e menti eccezionali: Albus e Gellert non potrebbero essere che Albus e Gellert, perché persino nel gioco della gelosia – architettato da un ridente Gellert – non mancano mai di emergere i loro equilibri e i loro sguardi rivolti sempre a vette altissime. La conclusione, proiettata avanti nel tempo, riesce poi a chiudere il cerchio e a restituire l’intero arco narrativo di una storia d’amore che ha avuto a disposizione un solo istante per viversi – eppure, come sottolinei attraverso la voce di Albus, quell’istante è stato sufficiente a lasciare lividi. Trovo non sia affatto semplice riuscire a fotografare il complesso rapporto di Albus e Gellert in appena cinquecento parole, ma tu sei riuscita a farlo.
Ultimo ma non ultimo, le caratterizzazioni singole dei protagonisti! Mi hanno colpita le caratterizzazioni di entrambi, ma alla fine ho deciso di candidare tra i due l’illusionista all'Oscar per la miglior caratterizzazione, che con la sua risata in cui sembra nascondere ogni suo segreto apre e chiude il racconto – Albus lo vede sorridere all’inizio e s’incammina verso la sua risata alla fine, come richiamato da chi crea tutte le illusioni, anche quando sono ormai disilluse. Gellert è in queste righe quel ragazzo evocato dalla saga, che travolge Albus e la sua quotidianità, che lo sprona a pensare sempre più in grande e ad assecondare i desideri – emblematico come riesca a farlo ingelosire per indurlo a cedere all’attrazione evidente tra loro, che è fisica e mentale e promette di condurli ovunque. Nelle parole di Gellert, nei suoi pensieri, nel suo modo di guardare il mondo emerge quella sicurezza che associo al suo personaggio – lui è certo di chi è lui, chi è Albus, chi sono insieme, non vacilla mai –, non contraddetta neanche nella sequenza finale, dove ad accogliere Albus, ormai nemico, è appunto una risata consapevole, sicura, propria di chi ha piena consapevolezza di quanto accade. Insomma, questo Gellert è proprio quel Grindelwald suggerito dalla saga.
Che altro posso dirti se non complimenti? È stata una bellissima lettura!
Un abbraccio! ❤ (Recensione modificata il 10/05/2023 - 06:54 pm) |