Recensioni per
Considerazioni di una vita al limite del politicamente corretto
di fiore di pesco

Questa storia ha ottenuto 52 recensioni.
Positive : 52
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
14/03/24, ore 07:56

Ciao!
Sono capitata sul tuo profilo e mi ha incuriosita questa raccolta di racconti, se così possiamo chiamarla, e allora mi sono messa a sfogliare i capitoli fino ad arrivare a questo.
L’ho letto molto volentieri e trovo che sia scritto in modo eccellente. So che quando si scrive di se stessi e lo si fa per sfogarsi, la forma è l’ultima delle preoccupazioni, ma l’ho trovato davvero brillante, coinvolgente e commovente. Racconti qualcosa che conosco solo per sentito dire in un modo che mi fa sembrare di averlo vissuto sulla mia pelle, ma questo coinvolgimento rimane lucido, non scende in un’emotività scontata.
Tutti i ragionamento sono avvincenti e ho letto tutt’un fiato il capitolo.
Un’altra cosa che emerge forte è anche il desiderio di continuare a lottare nonostante le difficoltà (e da quello che ho letto, mi sembra ce ne siano state tante) così che alla fine della lettura sono rimasta con un forte senso di rivalsa, un forte desiderio di non arrendersi e di reagire.
Ho letto davvero molto volentieri questo testo, ho apprezzato il coraggio di usare la scrittura come sfogo e ho ammirato molto la franchezza con cui racconti la tua vita. Davvero complimenti, per tutto (nella scrittura e non solo).
Ripasserò volentieri per leggere altro <3

A presto,

M.

Recensore Junior
10/02/24, ore 16:12

Ciao, rieccomi, in questo sabato pomeriggio uggioso, con quella nebbiolina che rende i vetri delle finestre appannati, tra vapore e umidità. Il paesaggio appare offuscato. Una foto sbiadita. Mi sembra la giornata "giusta".
La depressione è tutto ciò che hai descritto, però per me questa è la frase che rappresenta al meglio quel tipo di vissuto: "L'inferno non è caldo e rosso. È buio. Non c'è rumore. C'è solo una solitudine senza fine. Continuano a illuderti che non sei solo. Non è vero. Sei solo e lo sai.
Dio non ti aiuterà. Puoi credere in lui ma lui non crede in te."...poi ci sono i momenti "sì", quelli in cui riesci a tenere a bada la "serpe nella sterpaglia". Ma non è semplice. C'è l'ansia, la paura, la voglia di mollare e, al tempo stesso, quella di non fermarti mai,per riempire il vuoto che senti crescere dentro. Diventi un puntino bianco su di un telo nero che sovrasta ogni cosa. L'occhio, aumentando la distanza, non distingue più quel coriandolo di neve. Il puntino sparisce, inghiottito dallo sfondo.
Puoi decidere di soccombere o cercare di rialzarti. Io sono felice che tu ne sia uscita completamente. L'immagine della serpe acquattata mi ha conquistato. Io me la figuro con la testa mozzata. Evviva!
Il buio dell'inferno si attraversa. Lo si fa a tentoni, senza la certezza di trovare l'uscita di quel labirinto.
Anche oggi mi hai tenuto compagnia.
Stavolta è stato un viaggiare in un dedalo che confonde ma con la rassicurante premessa delle prime righe: un'uscita c'è. Quell' "istinto" di cui parli aiuta a ritrovare la strada.

Un abbraccio.

Eclissidiluna

Recensore Veterano
23/06/23, ore 14:21

Qui prende forma una vera presa di coscienza. Non sono uno psicologo ma ho studiato per conto mio molta psicologia e sociologia e penso che la tristezza derivi dalla paura di cambiare, paura di prendere una decisione che il nostro stesso io reputa inaccettabile, paura o semplicemente per onore o per alcuni nostri stupidi preconcetti ideali.

"Gli impegni, il lavoro, lo studio mi hanno sommersa e ho smesso di preoccuparmi del bene della mia anima. La cosa mi rende assolutamente inquieta, possibile che solo io me ne sia accorta? Nessun altro sembra soffermarsi su questi pensieri."

Molti invece si soffermano su questi pensieri, tutti quelli che studiano all'università dovrebbero farlo e se non lo fanno è solo perché la nostra università è assurda. Parlo da Chimico e di anni a studiare ne ho passati molti purtroppo e per fortuna.

La dipendenza alle sostanze è una paura per molti, una paura autentica, soprattutto quando si fa riferimento a queste sostanze che vanno ad influire profondamente sul nostro sistema nervoso centrale.
"Io semplicemente una mattina mi dimenticai di comprare le pastiglie e fu così che interruppi la sertralina, i cui effetti di stordimento continuarono per oltre un mese e da cui non ebbi mai alcun tipo di dipendenza. Non ne sentii mai la mancanza."

Forse non è così un caso che tu ti sia "dimenticata" di comprarlo. Alcune parti di noi ci controllano molto più di quanto pensiamo.

Leggendo questo terzo capitolo mi è venuta un'idea: una collaborazione.
L'anno passato ho trascritto alcune delle avventure accadute in un anno passato all'estero e altri avvenimenti accaduti sempre in quella nazione (temporalmente successivi). Un diario diametralmente opposto a ciò che ho letto fin'ora. Come se il tuo diario e le tue avventure interiori completassero le mie. Piano piano andrò avanti a leggere ancora e se ti interessa ti spiego meglio l'idea.
A rileggerci