Ciao!
Scusami se ci ho messo un po’ a riuscire a lasciare un segno del mio passaggio ma, in realtà, sono corsa da Ole e Homer – con il loro (e nostro) ritorno nell’assolata B. – non appena mi sono accorta di questo aggiornamento. Mi sono molto affezionata a questi personaggi e al tuo modo di raccontarceli perché davvero si sente tantissimo il tuo legame con loro e, personalmente, percepire l’affetto che un autore ha con i suoi personaggi è una cosa mi riscalda sempre il cuore.
Questo è un piccolo scorcio di quella che sappiamo essere un’estate molto intensa ma non per questo lo rende meno godibile: come prendere un confetto in mezzo a tanti altri. Diventa un piccolo pezzo di puzzle in più che s’incastra nelle avventure di due ragazzi che scoprono nella loro amicizia qualcosa di più.
Mi è molto piaciuta l’idea di descrivere quella stanza come se fossimo a sorvolare una cartina geografica, la cura per i dettagli, come quei due spazzolini nello stesso bicchiere, e poi – beh – il modo in cui Homer guarda Ole - come si accorge di ogni cosa, la quasi adorazione – fa sorridere e avvampare al tempo stesso.
Perché c’è dolcezza e c’è passione in ogni pensiero, forse qui la seconda non è ancora esplosa dato che Homer si trattiene dal carezzare quella schiena come tanto desidera ma, in un modo o nell’altro, raggio di sole s’impone su Ole, con un bel fascio di luce – letteralmente, non solo in senso figurato nell’illuminazione della sua esistenza – e, poi, beh: ogni riferimento a Cappuccetto Rosso, lo sai, mi conquista senza indugi.
Per me, puoi tornare da loro tutte le volte che vuoi, è proprio questa la definizione di porto sicuro e, una volta trovato, si può sempre integrarlo con altri porti sicuri ma abbandonarlo sarebbe da pazzi 😉 Almeno, è così che la vedo io.
A presto!
Cida |