Ciao Bea ❤
Io arrivo tardissimo ma tardissimo in questo piccolo spazio che noi possiamo ritargliarci quindi inizio – chiaramente – con delle sonore scuse: la vita mi ha risucchiato e mi sono resa conto solo ora di come ci si ritaglia del tempo in santa pace. Così eccomi qui, in un ufficio buio e ancora chiuso, per dirti quanto ho amato e amato e amato il tuo Gojo che è (in)sopportabilmente bello.
Dio, come è stato così canonico quando al telefono, con uno spirito sotto la scarpa chiede se il suo bimbo ha perso o se ha vinto: ah, non è il suo bimbo? Ops. Insomma, Gojo: accettiamo il fatto che tu sei il suo papà. Non facciamoci venire le paturnie per: è un lavoro da papà insegnargli quello e io non lo sono... quindi che faccio? Fai Gojo, che fare Gojo è esattamente fare il papà migliore del mondo – si nota che ho delle preferenze?
Ma poi, che carino quando è andato a prenderlo quando era piccolo e se l'è coccolato addosso e poi lo ha riempito di cerotti e gli ha accarezzato la testa? Io potrei morire per dei missing moment come questi. Li hai resi così così dolci e giuro per me poteva bastare anche il flashback, ma tu ci offri anche un presente in cui Megumi è un po' più morbido – chissà, magari le brioche adesso le mangia! – e gli racconta che insomma, a lui piacciono sia ragazzi e ragazze e non è il punto. Il punto è che non ricorda più il viso di papà (il vero papà). Di un papà che per ovvie ragioni non c'è mai potuto essere e io QUALCUNO ABBRACCI QUESTO BIMBO.
Ma che poi, basta che Gojo lo accompagni a fare la spesa, basta che gli dica che gli racconta tutto quello che vuole. Basta che lui, lui non lo abbandoni (ironica la cosa, sorvoliamoci su prima di finire in una valle di lacrime, ok).
Ho amato tutto di questa storia, ma tutto tutto. E Gojo che cancella i compiti di Megumi è una cosa che mi rimarrà nel cuore per sempre. Grazie grazie grazie per aver scritto di questi papà e figlio sbagliati che sono tanto giusti e che sono una bellissima famiglia!
Un abbraccio, ti auguro una bellissima settimana!
Sia ❤ |