Bu!
A-ehm, e dopo il grande spavento arriva il momento di confessione. Avevo adocchiato questa fic tempo fa e, in tutta onestà, era anche la scusa che mi aveva dato l’idea di provare a partecipare alla stessa challenge – poi è andata com’è andata, ma visto che la curiosità è rimasta e che nessuno mi vieta di leggerla comunque per i fatti miei, eccomi qua! XD
Come ben saprai “Il Commissario Ricciardi” e in generale tutte le fiction italiane non sono il mio cup of tea, quindi ho letto il tutto con gli occhi di una perfetta ignorante… ma, ora che ci penso, manco questa è una novità e quindi posso passare oltre e tralasciare tutte le chiacchiere sul fatto che giustamente non so chi siano i pg, la storia e ci sarà ben poco che potrò dire sulla caratterizzazione.
Una cosa che invece mi ha fatto un sacco di piacere, è che hai fatto in tempo ad aggiungere tutte quelle parole che ti servivano per sentire la storia completa. Ed è a questo che finalmente mi attacco con la mia piccola recensione.
Intanto concordo ampiamente quando dici che creare una storia, che sia pure un mistery, in meno di 6000w sia complesso – se poi ci aggiungiamo che l’hai scritta in meno di una giornata, io ci sono rimasta ancora più male e non smetterò mai di chiedermi come diavolo tu ci sia riuscita. La storia in effetti è completa, ci sono dettagli che mi sarebbe piaciuto fossero approfonditi, ma sono dettagli di contorno, che avrebbero soddisfatto solo la mia curiosità e che posso andarmi a cercare su Google, visto che perlopiù riguardano i Moti Carbonari o comunque i fatti storici da cui tu hai attinto (cosa che tra l’altro ho trovato davvero molto interessante e anche ben calata nel contesto).
Ci tengo a dirti che a fine lettura io ne sono uscita affamatissima XD tra morzelletti e pastorelle, che manco so cosa siano, a me hai fatto venire una voglia che nemmeno immagini! Questo comunque per dire che anche questi dettagli – uniti a certe parole in dialetto, alla particolare costruzione dei dialoghi, alle descrizioni di certi ambienti o anche agli abiti – li ho apprezzati molto, perché sono stati utili per impostare l’ambientazione della fanfic, per raccontare di questa città cilentina degli anni ’30 e poi dell’omicidio del fantasma avvenuto molto prima. Il tuo stile pulito e lineare poi aiuta anche a digerire (?) meglio tutti i dettagli del caso, senza esserne sopraffatti perché arriva tutto con molta chiarezza e nei tempi giusti. Mentre scrivevo la mia di storia, uno dei problemi principali che mi si è posto è stata la durata temporale in cui si svolgono i fatti e che praticamente ho ridotto a un giorno solo. Tralasciando il mio caso che è più una forzatura che altro, ho trovato invece perfetta la motivazione per la quale anche nel tuo caso tutta la storia si svolge nell’arco di 24h e pure meno – un fantasma che compare solo una volta l’anno e sta già svanendo, rischiando che la verità sulla sua morte non venga mai scoperta è la scusa perfetta per dare il via alle indagini del commissario. E non è nulla di davvero complicato, tanto che l’arma del delitto la trova quasi subito, ma non so, mi dà le vibes di un Christmas Carol e trovarla ambientata a Natale mi è proprio sembrata la ciliegina sulla torta.
Tra l’altro, nonostante non conosca i personaggi di Ricciardi e Rosa (o anche il medico che viene nominato), li ho trovati comunque ben approfonditi pur nel poco spazio che potevi dedicare loro senza nulla togliere al resto del racconto. Mi piace come hai caratterizzato questo commissario, che è anche barone ma che non ha la spocchia dei nobili e anzi non sembra dare bado più di tanto al proprio titolo, tanto che alla fine il natale lo passa invitando i domestici e le loro famiglie a pranzo nella sua tenuta. E anche Rosa che gli lancia occhiatacce quando ruba le pastorelle o che gliele allontana dalle mani – lol XD (parentesi: ho apprezzato che il suggerimento di controllare il cimitero arrivasse da lei; è una cosa che un certo telefilm poliziesco mi ha insegnato a prestare attenzione, perché per quanto pg X sia il protagonista, non è che è l’unica persona al mondo con un cervello ed è bello che anche chi lo circonda abbia un certo peso e rilevanza. Non so, forse è una costatazione un po’ del cavolo ma mi sentivo di farla).
La risoluzione del mistero mi ha un po’ stretto il cuore, però l’ho trovata una carta giocata proprio bene: partire dal racconto di nonna Elvira, per poi far realizzare a Ricciardi che non tutto torna, tanto che il fantasma è ancora lì e che se pensa bene alla planimetria di quel posto, le risposte diventano più ovvie e il colpevole non era un austriaco qualunque, ma era proprio Hans. Oww. Che poi quel pezzo l’ho trovato particolarmente carino e ho proprio immaginato anche il flashback in cui Hans entrava nella loro camera da letto per uccidere la moglie – come si vede nei film, in cui vengono ricostruite le scene del passato.
Ultima cosa, anche se sento di aver dimenticato sicuramente qualcos’altro che volevo dire, il finale che poi riprende il titolo è stato bellissimo, senza contare che il titolo in sé è molto molto bello.
E con questo mi dileguo e ti faccio come al solito i miei complimenti! <3 |