Ciao!
Sappi che questa storia mi ha stupita, non ho molta familiarità con questi personaggi ed è sempre una sorpresa addentrarmi negli headcanon degli autori; mi ha fatto piacere avere modo di sbirciare i tuoi e scoprire questo rapporto intenso e rovinoso che immagini tra Salazar e Corinna.
Riportando il commento che ho scritto per la challenge, non credo sia stato semplice scegliere come protagonista Salazar e la narrazione in prima persona, ho apprezzato come tu abbia cercato di utilizzare un registro linguistico coerente all’epoca del personaggio per dare credibilità al tuo narratore interno – personalmente, mi sono sentita davvero trasportare in quel passato antico e nelle sue atmosfere.
Salazar è chiaramente un personaggio di altri tempi che si confronta con un’amarezza profonda, perché per lui amare è cedere a una debolezza (il titolo, a riguardo, centra perfettamente il cuore del racconto); una debolezza che non riesce a perdonarsi e che lo induce in sofferenza sino alla fine, quando il ritratto si anima e lui comprende che Corinna è morta.
Quanto alla tematica, anche qui mi hai sorpresa, perché non avevo pensato a un’interpretazione letterale! Trovo che il ritratto funga soprattutto da pretesto narrativo per dare voce ai sentimenti del protagonista e dare notizie circa il suo rapporto con Corinna, in questo senso mi è parso più escamotage narrativo per avviare il racconto che tema centrale. Ho però apprezzato come riacquisti forza nella conclusione, perché nel suo animarsi decide la svolta finale della relazione tra i due, oramai senza futuro alcuno perché lei è venuta a mancare.
Insomma, come detto a inizio recensione, è stata una lettura nuova per me, credo di non aver mai letto di un Salazar così appassionato, mi è piaciuto!
Ti faccio davvero i complimenti per aver dato voce a un personaggio tanto complesso e, con riguardo al lessico, distante da noi.
Un abbraccio!