Ciao!
Inizio ringraziandoti per aver preso parte alla mia challenge, è stato un piacere averti tra le partecipanti e avere modo di leggere le tue pagine.
Arrivando al commento scritto per l'iniziativa, ho trovato questa storia molto particolare, sono abituata a immaginare questi personaggi in maniera un po’ diversa, ma ho trovato interessante questa dinamica dove Albus ormai adulto rincorre quel passato che non può e non deve tornare cercandolo in corpi privi di importanza.
È un racconto amarissimo, perché riesce a comunicare efficacemente la solitudine di Albus e il suo conflitto interiore: da un lato la consapevolezza di portare avanti una ricerca fallimentare, dall’altro il monito di non cedere al bisogno di ritrovare lui. Il flashback trovo sia il cuore del racconto, perché dà la chiave di lettura per interpretare il presente del protagonista, capire cosa cerchi e da cosa fugga.
L'unico elemento che mi ha convinta un pochino meno è il modo in cui è inserito il flashback, che è segnalato solo dal corsivo e dall’interlinea: a una prima lettura potrebbe anche non essere identificato come tale e confuso col presente, questo sia perché è descritta una situazione adatta anche a essere il seguito del primo capoverso, sia perché nel presente ci sono Albus e un volto anonimo, che a una primissima lettura potrebbe sembrare essere Gellert – ammetto di essere caduta nell’errore non di confondere i piani temporali, ma di credere che si trattasse di Gellert anche nel presente, ma con degli equilibri mutati.
A parte questo piccolo dettaglio, la lettura è di certo interessante. Il flashback è un elemento centrale e il legame indissolubile tra Albus e Gellert emerge con amara prepotenza – a fine lettura ho proprio avuto la sensazione di aver letto di un legame che, malgrado tutto e tutti, non può proprio strapparsi.
Complimenti! |
