Ciao, eccomi di nuovo a frugare tra le storie delle "12 fatiche".
Non conosco molto bene Nana, ne ho solo sentito parlare attraverso altre persone. Premessa doverosa ma non necessaria, perché ho molto apprezzato.
Non finirò mai di dirti quanto mi piaccia questo sottofondo angst costante che metti nelle storie. Qui è perfetto perché ricalca l' amarezza della vita senza spendere parole specifiche a riguardo che porterebbero fuori dalla trama.
Takumi sposa Nana perché gli sembra giusto, entrambi hanno accettato la gabbia della vita e di quello che gli altri si sarebbero aspettati da loro, prigionieri per il mero quieto vivere e conformi all' idea di "normalità" desiderata dal mondo. Nana prende la decisione di lasciarlo, direi molto coraggiosa, non è facile per una donna lanciarsi senza paracadute dopo aver accettato un certo tipo di vita perché è "giusto così". Stavano perdendo loro stessi, Nana forse ha fatto in tempo a salvarsi, ma non si può dire lo stesso di Takumi, talmente incasellato nell' ingranaggio da aver perso il vero sé. Rischio davvero concreto nella società di oggi, perciò la ritengo una storia molto attuale.
Dici bene, Takumi si sente solo da una vita, non solo adesso perché Nana lo ha lasciato. La stessa Reira è interdetta, forse anche lei non ha mai conosciuto il vero Takumi che forse emergerà solo adesso.
Mi è piaciuto il tuo mettere in evidenza la consapevolezza dell' età avanzata e il rendersi conto del troppo tempo perso che, forse, non permetterà di ricominciare. Porta alla disperazione senza rimedio.
Sto apprezzando un sacco ogni tua storia! |