Carissima Giorgia!!!
Andiamo per gradi... L'inizio di questa storia è un risveglio personalmente vissuto proprio come se fossi lì, anzi, come se fossi Shouyou direttamente, da quanto l'hai descritto a colori vividi. Dà proprio l'impressione di una pigra domenica mattina, quando ti sveglia il sole e non il suono di una sveglia puntata, quando apri gli occhi e sai che non hai nulla da fare, se non crogiolarti nei tuoi pensieri finché ti va. E allora pensi, ripensi, fai un bilancio e ti sembra che vada tutto bene. D'altronde c'è il sole, no? L'ambiente è finalmente il tuo e ti senti in grado di spaccare il mondo, soprattutto perché non arriva quella stretta allo stomaco data dal giorno che è. Pensare a un compleanno che trascorrerà in sordina, perché le cose sono andate come tu volevi che andassero, sentirsi adulti perché non arriva la malinconia, sentirsi invincibili, sentirsi... come uno che ancora deve iniziare la giornata più importante dell'anno, quando il resto del (tuo) mondo l'ha già vissuta è sia strabiliante che spaventoso. Eh gia: quante cose posso ancora fare? Ma quante ne ho già perse e sono già state vissute a diciottomila chilometri lontano da me? Ma vabbè, c'è il sole, sto bene e sono sopravvissuto alle ultime trentasei ore, quindi nulla può distruggere questa sensazione di vittoria che mi porto dentro, no?
E invece sì. La puntura dritta al petto di un pensiero infiltrato tra i raggi di questo sole, un pensiero latente che invece non ti abbandona mai, notte e giorno, giorno e notte, perché tu vivi sia in Brasile che in Giappone, contemporaneamente e sai bene le cose che fai e quelle che non puoi più fare. Ma la costante di tutto è quel pensiero: non sei a casa. E se, crescendo, accetti l'idea di aver abbandonato il nido, no, l'idea di aver perso "lui" non l'accetti. Perché non è un rimpianto vero e proprio, è più la consapevolezza di aver perso un pezzo di te. Kageyama. Quello di cui non eri niente di definito, se non "inseparabile" e invece vi siete separati. A questa sensazione proprio non riesci ad abituarti, anche se tutto *sembra* andare alla grande.
E a quel punto compare il Grande Re. Ma non un grande re in divisa pronto a combattere sul campo, no! Quello sarebbe stato semplice! Un Grande Re che più si mette a nudo, più diventa davvero invincibile e irresistibile. E l'idea miseramente accantonata della sua importanza nel gioco delle parti che stai inscenando torna prepotente.
Hai tradito l'idea di Kageyama come tuo unico "inseparabile" e ti sei affidato a Oikawa. Perché è questo, secondo me, che ti fa più male. Ah, no: forse ti fa male sapere che ti sei affidato a un Oikawa che non conoscevi e che è sempre più elettrico e magnetico. Un Oikawa che hai descritto alla perfezione nel suo essere "bello e dannato" e più coriaceo eppure più fragile di te, ma anche sopravvissuto a ciò che tu stai vivendo adesso. Sei secondo a Kageyama per fuso orario, perché lui ti precede su una via che brami, e ti scopri secondo anche a Oikawa.
Lui c'è già passato da quello che in maniera freudiana stai cancellando: la malinconia, lo strazio di sentirti solo contro il mondo, la sensazione di aver perso qualcosa di incommensurabilmente importante, di averlo lasciato in standby sperando di ritrovarlo uguale - ma uguale non sarà, perché tu hai rovinato qualcosa e perché tu hai ceduto a qualcos'altro che pensavi impossibile.
Perché finalmente è arrivato il prode cavaliere in armatura, una faccia sconosciuta di qualcuno che consideravi un Dio avversario e l'hai visto uomo - e che uomo!
E la nudità in cui ti ritrovi, dopo aver scelto di non volerci pensare, non è solo una nudità fisica, ma soprattutto psicologica. Perché lui adesso sa. Sa tutto di te, presumibilmente: da come passi davvero le tue giornate, a come ti senti davvero, a cosa speri, cosa ti manca, cosa desideri. E tu desideri essere compreso, più di tutto. Perché sai di aver fatto scelte che tanti non hanno mai condiviso (ma lui le ha fatte prima di te), sai di aver bisogno di qualcuno che voglia proprio te (e lui lo fa, no? Lui vuole i tuoi baci, finalmente, mentre qualcun altro invece non li ha voluti), qualcuno che ti porti a riva, mentre annaspi alla ricerca di uno scoglio che ti dica che non sei ancora spacciato.
Il tuo Oikawa è un dipinto impressionista. Sia nella forma (la descrizione di lui nel letto, bagnato dal sole, è qualcosa di estremamente conturbante), ma soprattutto nei chiaroscuri della sua anima. Ha le cicatrici sull'anima, il tuo Oikawa ed è il solo, il "perfetto" che possa aiutarti a trasformare in cicatrici che non facciano più male tutte le ferite che tagliano e taglieranno la tua.
Lui conosce la via e te la vuole mostrare, perché tu non ti perda. Lui sa cosa ti serve, perché sarebbe servito a lui e ti domandi, forse, come abbia fatto Oikawa senza una mano tesa come lui la sta tendendo a te.
La vergogna, il desiderio, la voglia di perdersi e la necessità di salvarsi sono personificate in questo angelo/demone che ti "fa cose", che ti insegna cose, che ti accompagna per mano (piede) e ti guida verso la consapevolezza di quello che stai vivendo.
Il crollo della tensione di Shouyou e il suo arrendersi all'onda dell'emozione, del dolore, della disperazione sussurrata è un momento estremamente emozionante della storia ed è descritto in modo così verosimile e naturale.
C'è proprio evidenza della dicotomia corpo guidato da certe sensazioni, speranze, voglia di andare avanti e dimenticare e pensieri assoluti a cui non riesce a sfuggire e tutto questo è straziante. E' un lamento rannicchiato sotto le coperte, non un grido disperato e tu l'hai reso alla perfezione.
I ricordi della notte che si insinuano striscianti e detonanti in mezzo ai rimpianti e alle speranze e al dolore e alla determinazione, in un cocktail emozionale così esplosivo, rappresentano, secondo me, la vera essenza di questo Shouyou. Intendo dire che lui è vittima dello tsunami che lo coglie e tsunami stesso, è processo creatore e distruttore allo stesso tempo. In questo momento Shouyou sta costruendo quello che diventerà e sta distruggendo alcuni cardini fondamentali della sua vita pregressa.
Guarda, quando l'ho letta, mi sono sentita anch'io gagliarda, timorosa, spaventata, eccitata e infine dilaniata dal non essere in grado di separare temporalmente tutte queste emozioni.
Sei riuscita perfettamente anche nello scopo di svelare senza svelare alcuni dettagli di sta benedetta long che tutti aspettiamo a gloria e di aumentare la curiosità su di essa.
Alcuni dettagli di questa storia sono appena accennati, ma credo contengano un mondo, che spero venga svelato, prima o poi.
Adesso mi cheto, che ho scritto un pasticcio di recensione, più incasinata dei pensieri di Shouyou (vedi cosa riesci a fare? a incasinare i pensieri di una povera bulletta attraverso i tuoi scritti, tanto fai empatizzare il lettore con il personaggio!!!) ma un dettaglio voglio che ti arrivi forte e chiaro, anzi, forse due, forse tre... Kageyama qua non c'è, ma è l'elefante nella stanza: la sua presenza è dannatamente fondamentale per tutta la storia e questo è veramente una magia che sei riuscita a realizzare! Due: sei riuscita a evocare non solo le emozioni, ma proprio tutto: colori, luci, odori, allucinazione di trovarsi in una situazione del genere, sprazzi di colore alternati a ombre buie, in un modo straordinario. Tre: già mi intrigava, adesso mi hai resa schiavaninfomaneassatanatainastinenza da *questo* Oikawa, che solo a pensarci qua si sussulta! Quattro: con questa ff confermo che hai definito appieno il tuo stile. Se me l'avessero fatta leggere senza dirmi di chi fosse, non avrei avuto dubbi: Giorgia! E avere un stile così personale significa essere arrivata più in là di quanto credi, mia cara!
E mettiamoci anche un cinque, va': se non si fosse capito, ho amato ogni singola parola di ogni singola frase di questo gioiello che hai scritto. E' perfetta, scritta divinamente, palpitante, e che altro ti dico!?
MERAVIGLIOSA!!! Meravigliosa la ff e tu, ovviamente!
Grazie grazie grazie di averla condivisa con noi!!! |