Recensioni per
Una cattiva figlia
di Ninfea Blu

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
29/12/10, ore 12:59
Cap. 1:

Mi hai fatta emozionare come sempre, coinvolgendomi nella lettura dalla prima all'ultima parola.
Quella di Diana è una situazione in cui molti, credo, si rispecchiano.
Sei stata eccezionale. Eccezionale nel senso stretto del termine.
Ciò che adoro del tuo stile è la scelta del lessico: ogni parola s'intreccia a quella successiva in maniera perfetta.
L'emotività è forte, densa. Sei diventata una delle mie scrittrici preferite di efp. Brava, come sempre.

Recensore Master
26/04/10, ore 14:14
Cap. 1:

(Preferenza espressa per il concorso 'Storia coi migliori personaggi originali')
Il personaggio di Diana fa pensare ad una crisalide che evolve in farfalla, anche se attraverso dolori e fatiche: la bambina, e poi ragazzina, vittima e succube del padre/padrone, in parte protagonista del dramma ed in parte spettatrice, non può fare a meno di soffrire (cosa più che ovvia) per l'innaturale condizione familiare; tuttavia, ella è vittima anche del comune modo di pensare e dell'educazione ricevuta (il Super-io freudiano), che le impongono di amare quella figura tanto detestabile: e da ciò, ha origine la sua spaccatura interiore, che si prolunga, con rabbia e dolore nascosti, negli anni dell'adolescenza; neppure il giusto riequilibrio delle cose che la vita concede sempre (quando cioé il padre si ritrova, vecchio, nella meritata solitudine) sembra aiutarla a ricomporre la sua frattura; a farlo sarà solo un suo percorso lungo e difficile di verifica interiore, ma che alla fine farà nascere dalla crisalide la nuova lei, la farfalla.

Recensore Veterano
31/01/10, ore 13:37
Cap. 1:

Non so se hai passato tutto questo, ma devo dirtelo, hai ragione.
In tutto, io non ho mai avuto problemi con mio padre, e il mio egoismo non vedeva che mia sorella ne aveva eccome. Per un attimo, ho creduto fossi lei.
Le ferite come quelle, lasciano la cicatrice.
Bellissima.

Recensore Veterano
30/12/09, ore 14:47
Cap. 1:

Ciao ninfea, in alcuni punti ho ritrovato me stessa in Diana (l'anagramma è per caso fortuito?)la mia situazione era molto similare alla sua. Che dire i vincoli di sangue devono essere alimentati dall'amore e dal rispetto, altrimenti inaridscono.
E' vero non amare il proprio padre è triste, ma come lo è non essere amate da lui.
L'aridità porta alla siccità questo sia in natura sia nei sentimenti.
A volte è positivo saper tirare fuori in qualsiasi maniera il proprio rancore, ho provato varie volte, ma è complicato e doloroso.
Sapere che Diana ha sofferto come me mi fa sentire meno sola e meno cattiva, spero valga lo stesso per lei.
Auguri a presto

Recensore Master
01/12/09, ore 01:24
Cap. 1:

Un racconto intenso e profondamente riflessivo.
Un tema forte e doloroso, aderente purtroppo ad alcune tristi realtà, trattato con estrema delicatezza e sensibilità.
Diana è una figlia riflessiva, responsabile e ponderata, che alla fine riesce a liberarsi da quei sensi di colpa che per molto tempo hanno tormentato la sua coscienza, colpe e torti che la situazione l'hanno portata ad addossarsi ma che però non le sono mai appartenute veramente. Una donna oramai adulta e matura che ha finalmete trovato il suo equilibrio interiore, come è giusto che sia e che sicuramente merita.
Complimenti per il testo e per il tatto e l'accortezza che metti sempre in questi tuoi scritti.

Recensore Veterano
03/11/09, ore 14:14
Cap. 1:

Carissima, una storia sentita e toccante, partecipata e coinvolgente, molto bella e curata come tutto ciò che tu scrivi. Io non credo che i legami di sangue contino poi così tanto, credo che le persone da amare si scelgano e che l'amore vada meritato e non dato solo in ragione di un fatto genetico. Però d'altra parte mi rendo conto del tormento di Diana che si sente una cattiva figlia a non amare suo padre...ma forse possiamo (dobbiamo?) parlare invece di un cattivo padre? Io dico che Diana dovrebbe vivere la sua età adulta in maniera serena, sapendo di essere diventata la donna che voleva e di avere molte persone da amare e da cui è amata, anche se con esse non ha alcun legame biologico. Alla prossima storia zia e complimenti di cuore!

Recensore Master
01/11/09, ore 18:03
Cap. 1:

Avevo già letto questa bella storia, ma qualche giorno fa non avevo avuto il tempo di commentare e oggi sono tornata a rileggerla e a lasciarti la mia opinione. Come sempre sei stata bravissima. Mi piace tantissimo leggere storie così realistiche, così sentite, che esplorano a fondo l'animo umano.
L'amore non è incondizionato: hai ragione. Ma c'è di più a proposito. Come Diana nota, è un miscuglio di emozioni, anche di odio, o di indifferenza. Ma al tempo stesso è un'indifferenza che non lascia la protagonista indifferente, perchè la riempie di senso di colpa. E' rabbia, certo, rabbia perchè le cose non dovrebbero andare così. Lei dovrebbe amare suo padre e dovrebbe essere amata da lui, assieme a tutta la sua famiglia.
Non dovrebbe essere così?
Ma come dall'infanzia, nella quale i nostri genitori ci appaiono assurdamente perfetti, si passa all'adolescenza, iniziando piano piano a notare i loro difetti, l'avanzare dell'età e della vecchiaia, ridimensiona tutti i termini di valutazione, rendendoci forse più saggi o solo più rassegnati, come succede al padre padrone, che perso il vigore della sua giovinezza, perde anche la forza di dettar legge sui figli e sulla moglie.
La caratterizzazione della madre di Diana, allo stesso modo, mi ha colpita per la sua profonda accuratezza. Ho visto molte persone simili e, ad esserti sincera, nell'ambiente in cui vivo è abbastanza forte la convinzione, tra le menti di vecchio stampo, che, per far sopravvivere un matrimonio, bisogni sacrificarsi fino all'estremo, al punto di negare i propri bisogni individuali.
Complimenti per il tatto e la sensibilità che hai dimostrato in questo scritto. Diana emerge come una donna assennata che, per sua fortuna, è riuscita a superare le contraddizioni della sua famiglia e a sviluppare un personale senso critico, che la rende senz'altro un filtro efficace attraverso cui narrare la storia.
Immagino che dal mio lungo commento si sia capito che la mia opinione è più che positiva a riguardo, come sempre del resto.
Continua così!

Recensore Master
30/10/09, ore 00:19
Cap. 1:

Molto toccante e sentita: commovente! La figura di Diana è in evoluzione, una dolorosa evoluzione nella sofferenza, che la spinge ad avere sensi di colpa immotivati: non è affatto una cattiva figlia, semmai è indifesa davanti all'assurda inumanità di quel padre padrone; perché la sola figura veramente meschina della storia è lui, lui che pretende amore e rispetto senza darlo, lui che non sa che cosa voglia dire l'amore perché non lo ha mai provato davvero, se non per sé stesso: è una figura che fa compassione, perché condannata alla solitudine, come tutti coloro che pretendono, senza dare in cambio. Bravissima, come sempre!