Ciao ~
Sono ancora qui, anche se con leggero ritardo rispetto alle mie aspettative. Posso soltanto chiederti scusa, ma come sai ho avuto un periodo strano – o, se vogliamo, semplicemente storto.
Devo innanzitutto farti i complimenti, perché questo capitolo mi ha tolto il fiato. Vero è che questa sera mi ero armata di santa pazienza e che, dopo aver controllato l’orologio, mi ero decisa a immergermi nella lettura – totale silenzio e una bella storia, cosa posso chiedere di più? Tuttavia i complimenti sono più che meritati: mi hai emozionata. Non che con gli altri capitoli non sia successo, ecco, ma in questo particolarmente. Scrivi dannatamente bene e io amo leggere le tue storie, però è qui che voglio soffermarmi ed è qui che voglio dire Oh. Mio. Dio.
Ma andiamo con ordine…
All’inizio mi sono concentrata sull’atmosfera. Perfetta, impeccabile. Le frasi che si snodavano tranquille, che i adagiavano una dopo l’altra come note musicali. Andavano bene nel loro insieme e anche singolarmente, perciò non stupirti se dico che questo incipit di capitolo è stato letteralmente accordato. Mi sembrava di essere lì, di respirare l’aria del posto e di sentire il sole sulla pelle. È successo di nuovo, sì, e mi sono emozionata, rilassata lasciata trascinare.
Dapprima mi è dispiaciuto molto per la situazione di ristrettezza mentale in cui doveva trovarsi Apollonia, poi ho quasi tirato un sospiro di sollievo nel vederla svicolare via. Vuoi per caso, vuoi per volontà, ha seguito esattamente i passi che avrei fatto a mia volta. E adesso viene il bello – o, per meglio dire, il brutto. Dopo essermi immedesimata, dopo aver sorriso con le sue fantasticherie, dopo aver pensato qualcosa come Ah, lo sapevo! e aver pensato a quanto sarebbe stato bello vedere esprimere i suoi sentimenti… Mi è crollato il mondo addosso. E non subito, no, ma alla fine.
Non avevo presagito nulla, ecco, e da brava scema non mi ero minimamente insospettita. Allora son entrata nel vortice dei discorsi, aspettavo chissà cosa e gongolavo nella mia ship. Ma Apollonia non c’era, non era neppure all’orizzonte.
E mi hai sorpresa non poco, davvero.
Quando parlo di emozioni non intendo classificarle, perché non so neppure io come fare o perché. Mi basta sentirle, sapere di esserci. Quando le ho provate tutte assieme è stato uno tsunami. La descrizione della reazione di Micheal alla fine, quindi, mi è calzata a pennello.
Non vedo l’ora di leggere il prossimo capitolo, giuro, e spero di farlo il prima possibile – magari domani, se tutto va bene. Sono in pena, giuro. E perché diamine ho il vizio di adorare dei personaggi che soffrono? Ah, non lo capirò mai – come non capirò mai perché noi autori ci divertiamo a fargliene passare di ogni, povere anime (da notare il plurale *cof* anche io sono una brutta persona e lo sai *ricof* non ti biasimo)!
Ti riempio di complimenti, giuro. Narrazione scorrevole, fluidità estrema, perfezione sintattica e caratterizzazione più che plausibile, vivida.
Alla prossima,
xoxo |