Al cuor non si comanda, disse qualcuno: talvolta anche le persone poco inclini alle passioni come la sottoscritta dovrebbero riflettere su parole simili.
Perchè Braska è partito in pellegrinaggio? Perchè non è rimasto con la figlia, decidendo di onorare il ricordo della moglie in un altro modo? Difficile immaginarlo, tuttavia credo che Braska fosse sopraffatto anche da un senso di colpa: anche se scomunicato, rappresentava comunque una religione che, seppur potente, non era capace di salvare una singola persona, nel caso specifico la donna della sua vita; credo che il pellegrinaggio, contrastando con il modo di essere dei sacerdoti che decidevano di oziare a Bevelle (e di fregarsene di tutto, in sostanza), fosse visto da lui anche come un modo per perdonare se stesso, e con il suo sacrificio avrebbe anche donato a Yuna la possibilità di "guardare il cielo senza trovarci un mostro". Ma queste sono opinioni personali, per loro natura suscettibili a dibattiti: ciò di cui possiamo essere sicuri è dell'amore che muove le azioni di Braska.
Tante futili parole per rendere omaggio alla tua bellissima opera: non volevo rischiare di risultare ripetitiva! ;) |