Recensioni per
Exuviae
di Solitaire

Questa storia ha ottenuto 104 recensioni.
Positive : 104
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
23/08/12, ore 15:34
Cap. 24:

Ho letto tutta la storia in tipo una settimana e finalmente, sono arrivata all'ultimo capitolo...
Sei..sei...sei veramente brava ç_ç Hai uno stile di scrittura invidiabile e...e...Oddio ç_ç Se avessi il tempo mi metterei a rileggere tutto il contenuto, ma il fatto è che, non so che cosa dire su questa storia..
Anche se non ami i videogiochi da come ho letto io credo...io credo che questa sia una delle più belle storia di KH (non a caso è fra le scelte)
Quindi..quindi be'...Quindi complimenti ç_ç
Mi dileguo e ti lascio questa inutile recensione che non aggiungere niente di nuovo .w.
Reno Dedé Turks

Nuovo recensore
29/08/11, ore 00:49
Cap. 24:

Cento e uno commenti, complimenti questa fic li merita tutti. Non solo per gli eventi narrati in sè, ma anche per il modo con cui li proponi: non saprei bene come esprimerlo se non molto "nobodesco"; molto vicino allo scientifico eppure non rindondante, ripetitivo, anche se un po' criptico, a tratti, ma attraente. Seppur in modo lucido, semplice e freddo, questo capitolo è davvero riuscito a commuovermi. Specifico che è un complimento X°
Tralasciando lo stile di scrittura (che adoro, pur non essendo il mio genere), il rapporto che c'è tra Luxord e Zexion è davvero particolare: è qualcosa di molto simile all'amicizia, ma definire con termini 'umani' un qualcosa di alieno sarebbe scorretto -come presumo direbbe un amabile carognetta telepate con la faccia di un cherubino- e sei riuscita a renderla il più nobodesca possibile, senza trovate come piagnucolamenti, abbracci e parole di miele. E forse è stato proprio questo a farmi commuovere.
Con Luxord credo tu abbia fatto un lavoro straordinario: sia per avergli dato una tale profondità sia per essere riuscita a renderlo così 'vivo' tramite le parole ed i gesti che compie. Mi chiedo quale sia stato e come sia stato il percorso mentale, personale, di crescita, che l'ha portato ad essere così compassionevole (forse non è il termine adatto) verso gli altri esseri, e maturo tanto da rinunciare alla seppur sporadica possibilità di salvarsi la pelle ricorrendo ai suoi poteri.
Sei riuscita a stupirmi ancora una volta con Zexion, che ha ammesso che Roxas non è solo un esperimento o una possibilità di perpetuare la specie, ma anche un 'figlioccio', a cui ha insegnato a vivere, letteralmente, non solo a sopravvivere. I motivi che lo hanno spinto a farlo sono tanti, ma preferisco concentrarmi su ciò che si è sviluppato a livello... posso dire personale? xD Che Roxas lo considerasse come una guida e un rifugio, se vogliamo, lo avevo capito, e l'avevi lasciato ad intendere. Quello che mi ha sorpreso è stato che Zexion provasse il sentimento complementare, arrivando a paragonare il rapporto tra Ienzo e la figlia con il proprio con il numero tredici. Ero caduta nell'errore di considerare Zexion totalmente insensibile alle emozioni e anche alle sensazioni, pensando che, essendo quello che gioca con le menti altrui, avesse ben pensato di celare le proprie fino a renderle inesistenti o, almeno, inoffensive. E, come se non bastasse, lascia trapelare la disperazione -non sa più che pesci prendere-, il senso di colpa e pure il fatto di essere spaventato: ha una passionalità che mi ha sconvolta non poco in questo capitolo xD
Se penso che poi viene fatto fuori in quel modo viscido da Axel... beh, propongo di organizzare una caccia ai soffi di fiamme pagliaccianti u_u
Naminè. quasi mi dispiace che Roxas non abbia potuto trovarsela di fronte quando si è svegliato, davvero. Qualunque cosa avrebbe potuto farle, sarebbe stato ancora troppo poco: alla bionda chiave del futuro manca la perfidia.
Mi chiedo come sarebbe stata se Ansem il poco Saggio non le avesse ficcato quelle idee in testa, sempre che sia stato lui e non il nostro intrepido cavaliere autolesionista Riku a farle il lavaggio del cervello.
Comunque, ottimo lavoro. Questo è stato uno dei capitoli più impegnativi (sono trattati moltissimi temi, complessi ed intersecati tra loro), non solo dal punto di vista delle tematiche affrontate, ma anche dal punto di vista personale: cercare di non giudicare, o forse, di giudicare il più razionalmente possibile le scelte fatte dai protagonisti ed i loro pensieri è stata una sfida ardua. L'ho apprezzato molto, sono certa che i prossimi non saranno da meno.

Nuovo recensore
28/05/11, ore 22:03
Cap. 24:

E chi ha dettoche la sopravvivenza di Riku porterebbe ad un lieto fine? Probabilmente è perchè mi sono innamorato della caratterizzazione che dai ai Nobody ( soprattutto Luxord e Saix ), ma vedere Riku prostituirsi di nuovo al suo Heartless interiore per trovare il potere di sconfiggere Rox e soprattutto riuscire nel suo intento mi spezzerebbe il cuore. Perchè si, Roxas non ci sarebbe più, Riku si ritroverebbe con un novo motivo per odiarsi ( anche a costo di inventarselo, stile: ho ucciso il Nobody del mio migliore amico, sono un mostro! ) tutti sono finiti e le caprette non fanno più ciao xD Comunque, devo dire che Luxord mi è piaciuto davvero da matti in questo capitolo. Non so, ci ho visto qualcosa di nuovo, come se si fosse svegliato da un torpore... non so cosa hai in mente per lui, ma spero ci sarà ancora spazio per il manipolatore del Tempo. Complimenti**

Recensore Master
27/11/10, ore 12:22
Cap. 24:

Premetto che ho letto la trama del gioco tanto tempo fa e la mia memoria non è più quella di una volta, quindi non stupirti se commenterò come se ignorassi tutto ciò che succede dopo: la verità è che è proprio così, mi godo la storia come se fosse un'originale. Però che alla fine muoiono tutti me lo ricordo bene; maledetti buoni, che vincono facile solo in quanto tali! Almeno mi sono documentata un po' sugli scacchi, altro argomento su cui sono ignorante, e mi sono goduta le metafore.

Parto dalla frase che mi è piaciuta di più, che mi ha fatto amare se possibile ancora più pazzamente i Nobody: "Essere arrivati alla condizione limite, al punto di frantumazione e disintegrazione della propria anima, e volere comunque esistere". E' una frase che ha una forza incredibile, ti getta oltre, ti ammazza e poi ti resuscita di rimbalzo. Certo non uguale a prima, non si può pretendere di passare integri attraverso un processo del genere, però ancora lì, ancora in gioco. E poi gli si va a dire che non sono vivi, che non sono persone? Ma vaffanculo.
Si ha pure il coraggio di lamentarsi se questi poi s'incazzano, ma cos'è, la sindrome da "umano che fa il grosso con l'x-men"? Quello ha i superpoteri e tu, bimbo del cavolo, gli tiri le pietre? E lui ti tira un meteorite sulla casa, così impari a prendertela con chi è più grosso di te!
Posso capire perfettamente i Nobody. Ma al mille per mille. A dire il vero posso capire anche la gente che li vuole morti, ma è il principio in base al quale si combattono che non mi piace; insomma, mi va bene "evitiamo che questi mi facciano esplodere il mondo", un po' meno "uccidiamoli perchè sì, non sono vivi, non devono esistere! Ah, oltretutto fanno anche esplodere il mondo!". Non so, se sei il mondo che esplode magari fa poca differenza, ma che diamine, è una questione di principio.
E poi a loro tocca farsi tutti i pipponi mentali, andare a tentativi, come se non avessero già abbastanza cose a cui pensare; è commovente questa loro continua ricerca di identità, un continuo autoconvincersi che sì, cazzo, esistono, anche se sono diversi da ciò che erano prima. Io me li immagino tipo... boh, tipo chitarre: lo stesso legno che prima era una pianta viva diventa una cosa completamente diversa. Semplice, no? A quanto pare no.

Ok, adesso la smetto di sproloquiare e cerco di dirti cosa mi è piaciuto di questo capitlo. Vale dire "tutto"? Sei conscia che sicuramente dimenticherò qualcosa, perchè è bello denso come una teglia di lasagne ed altrettanto soddisfacente (mmmmh, lasagne...)?
Parto dalle atmosfere, bellissime. Tutto quel bianco all'inizio è estraniante in una maniera pazzesca, m'immaginavo la stanza e mi veniva l'ansia, e quella Naminè lì in mezzo faceva proprio senso, poverina. (Anzi, no, una senza volontà di vivere ma con uno scopo non è poverina, è una che mi fa una gran paura, la scheggia impazzita, e io la eliminerei per sicurezza. Ecco. Ah, no, dopo muore anche Roxas, giusto? Mannaggia...) La spiaggia su cui parlano i due protagonisti del capitolo, mi sembrava di averla davanti, colori, luci e frutti strani compresi.
Adoro Zexion che si oppone al destino che appare segnato e vuole vivere a tutti i costi e adoro la spiegazione del perchè Luxord non usa appieno il suo potere; tutto sensato, ho capito perfino io, non è una storia in cui ti chiedi "ma perchè quel tizio non usa quel potere fortissimo?" Luxord, la "buona fortuna dei mondi", un turista nell'universo. Me lo immagino con la macchina fotografica, i bermuda e le scarpe da ginnastica che compra pezzi di mondi come souvenir.
Poi adoro il modo in cui Zexion parla di Roxas, del perchè potrebbe ucciderlo ma non lo fa, con in mezzo quel ricordo bruttissimo della figlia di Ienzo. Di come se lo coltiva e se lo pota; d'altra parte "non ha senso che sia la vita di un nemico a determinare la sua personalità", che cavolo. Roxas che assomiglia a tutti, che cresce, che si scazza. "Un caso di pubertà capace di disintegrare una stella". Meraviglioso.

Infine, una considerazione. Sei riuscita a fare un capitolo lunghissimo in cui non succede fondamentalmente una mazza tranne una chiacchierata tra due tizi. Sei riuscita a farlo appassionante, coinvolgente, a farmi venire voglia di rileggerlo per essere sicura di non essermi persa dei pezzi. Non so come tu faccia, però sei un genio. Del male.

P.S. Quei "capelli di Zexion di un grigio polveroso e pallido" ancora una volta mi giunsero inaspettati. Lui se ne accorse, attraversò la dimensione di grigiore atemporale per comparirmi di fronte e disse: "Senti, chiariamoci una volta per tutte. Non ho mai avuto i capelli scuri e soprattutto non porto gli occhiali. Mai portati e mai li porterò. Se la cosa ti destabilizza non è affar mio, ma io (in quanto Zexion e non Ienzo, certo della mia individualità) ho il capello ceruleo, o grigio, o come vuoi chiamarlo e sopracciglia in tinta. Fattene una ragione. E ora addio, devo fare cose, clonare gente e distruggere mondi". Dopodichè scomparve nel nulla.

Recensore Veterano
05/10/10, ore 20:19
Cap. 24:

46 pagine di word, verdana 10, interlinea 1.5, per uno dei capitoli più impegnativi e più belli di questo romanzo. Ma andiamo con ordine: Luxord e Zexion nel laboratorio di quest'ultimo -bianco su bianco- dove in mezzo alle provette contenenti i resti degli esperimenti troviamo Naminé. La sua descrizione la rende una delle creature più disgustose sulle quali mi sia mai capitato di poggiare i miei occhietti. Bianca -appunto- flaccida, idolente ma corrosiva come una medusa spiaggiata. E'... il nadir di tutti i Nobody, dove Roxas è lo zenit, probabilmente. Talmente moscia e repellente che non si fa violenza solo a guardarla, come pensa Luxord, ma anche a toccarla. Sia mai che quel bianco diventi nulla. Magari il suo bianco è contagioso, che ne sanno loro? ;)
Luxord e Zexion sulla spiaggia, proiezione, o forse no, di quello che Zexion vuole far credere per mettere a proprio agio l'interlocutore. Proiezione comunque elaborata, condita dalle vere mele di Marluxia, alla quale il compagno Nobody non riesce a non farsi... affascinare? Forse è troppo. Ma un bel po' di domande se le pone. Ed è di certo un palcoscenico intrigante per la loro intellettuale partita a scacchi, dove smontano e rimontano in bellissimo gioco di retorica i propri piani, progetti, preconcetti, idee su se stessi, su quello in cui credono, sui compagni e sul Superiore. Tutta la conversazione è vista dal punto di vista di Luxord, marionetta di lusso che viene fatta danzare da Zexion in modo da rivelare perché non stia ancora aprofittando dei doni dell'oscurità per rettificare la situazione, Xemnas volente o nolente. Bellissima la spiegazione sul perché Luxord non abbia modificato il tempo per ripristinare gli universi a prima del loro esperimento; ha senso, davvero. E, sinceramente, non mi ero manco posta il problema del perché non l'avesse ancora fatto.  
Ma, alla fine della conversazione, anche Zexion rivela qualcosa di se stesso, dei suoi piani, e del perché si stia tenendo Roxas così vicino. Un Roxas, che, per sua stessa ammissione, in qualche modo era anche un ostacolo. Ma, per la ricerca della verità, questo e altro. Di certo, nessuno potrebbe accusare Zexion di essere niente di meno che uno scienziato encomiabile.
Il dialogo tra i due finisce in bellezza con una partita a scacchi. Già... non so nulla di questo gioco, quindi alla fine sono andata ad informarmi sul perché avessi dato questo titolo al capitolo. E tutto ha acquistato un senso ancora più splendido. :)

Recensore Veterano
16/09/10, ore 20:57
Cap. 24:

wow!!! mi stai facendo chiedere che è stato quando Luxord era appena nato!
bene bellissimo capitolo come al solito e non devi neppure pensarci al ridardo, con capitoli così lunghi e complessi è ovvio che ci metti così tanto non preuccuparti!!!