Ho letto un po' di cose tue (ben poche a dire la verità, maledetta pigrizia) e questa mi è sembrata quella più ispirata, o per lo meno quella più efficace, che sa toccarti senza troppo sforzo mentale. E' come la geometria essenziale di una sensazione che quasi tutti, prima o poi, provano. E' una roba universale. Non direi che è bella, che è abusato come aggettivo. Essenziale, ecco.

Complimenti davvero.

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Non pensavo scrivessi poesie anche tu. Sei molto più brava di me. =)
Ero curiosa ed ho pensato di sbirciare la tua pagina, questa mi ha colpito in particolare, perchè è un pò come mi sento in questo periodo.
Il respiro è come risvegliarsi alla vita, o comunque un sollievo dalle notti buie e chiuse, intese credo non solo come notti. Mi riconosco perchè anch'io a volte non riesco a "respirare". Purtroppo da poco ho preso il vizio di fumare qualche sigaretta di tanto in tanto, e mi capita di pensare che anche se dovrebbe levarmi l'aria, fumare in parte mi libera, è come un respiro sporco, ma pur sempre un respiro.

Non so se è questo il senso che volevi dare alla storia, questo è quello che sento, magari totalmente sbagliato, ma è proprio questo il bello: ad una storia corrispondono mille significati diversi.

Complimenti, mi piace molto. (=

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Sento quasi come una forzatura introdurmi per caso tra i tuoi ricordi e il tuo cuore.
Mi piace molto questa poesia. Mi piace il vento, sento il vento sul viso quando ti affacci dalla finestra e ti fai portare via i giorni, sento i capelli che svolazzano e gli occhi che si svuotano. E li ricordo anch'io, forse, quei giorni -quello ch'eran per me quei giorni- ricordo l'assenza, il grigio, la mancanza di voglia, la mente tappata, la testa a volte fuori dalla finestra, per tentare di respirare.
Ti lascio una carezza e un complimento.

Lucretia

Mi sono imbattuta in questa tua storia per uno di qui fortuiti incroci che accadono spessissimo su Efp e, soprattutto, perché mi ha attirato molto il tuo nick. Tutta colpa del cielo. Forse è così, sicuramente è un nick forte, sicuramente io condivido.
Ad ogni modo, sento molto familiare il tema che racconti in questa storia e mi è piaciuta soprattutto un'immagine che hai evocato: quella delle immagini riflesse sulla finestra, quando le persiane sono chiuse. E'...concreta. Non è campata in aria come molte delle cose che scrivono (e scrivo) su questo sito. E' qualcosa in cui tutti ci possiamo riconoscere: una finestra chiusa, l'aria soffocante, la notte terribile e consolatrice allo stesso tempo, le immagini di ricordi "proiettate" sulla finestra che ti sei chiusa davanti, per non vedere il resto del mondo. O, almeno, così la vedo io.
E il fatto che tu abbia usato la parola carezza per descrivere il tocco dei ricordi, che io di solito abbino ad un dolore immenso, mi ha colpita e mi ha fatto riflettere.
Leggerò sicuramente qualcos'altro di tuo.
A presto.