Ed eccomi qui a recensire questa storia vecchia che era scappata al mio sguardo =)
Ti dispiace se procedo per punti? Così divago meno e riesco a commentare mentre leggo.
1. La scelta della canzone, ommiodio la canzone! Ma sai che io la adoro? E adoro anche i Placebo. Cioè tu mi citi i Queen, i Placebo... ma mi vuoi morta? Perchè se è quello il tuo intento ci stai riuscendo benissimo. Meds... *-* Poi live... ♥♥♥
2. Ancora questa frase così semplice eppure così ricca di signigificato. "Metti in ordine i tuoi pensieri"
3. Ho appena finito di leggere la prima parte e non riuscivo a staccare gli occhi dalla pagina. Prima lento, come una goccia che cade, ritmico. La confusione mentale e Sherl che cerca proprio di dare un ordine ai suoi pensieri, ma il caos è sovrano, fuori e dentro di lui. Subito ho pensato alla febbre o qualcosa di simile, ma quel "forse aveva esagerato" mi ha chiarificato tutto. Ti dico che ho amato quegli "Umpf" sono sicuramente sbuffi di Sherl e fanno assolutamente parte del personaggio e lo fanno in una maniera così leggera, così implicita, così strana che con una sola parola onomatopeica hai reso alla perfezione il profilo del personaggio. Wow, veramente.
4. La canzone a lato crea ancora più tensione, enfasi, sembra quasi la coscienza di Sherlock che rimbomba nella sua mente, una voce eterea che gli ricorda il passato, il presente e le conseguenze future. Non avresti potuto sfruttare la canzone meglio. Ma passiamo alla "strofa" successiva.
5. Mi sembra quasi una poesia sai? Le frasi brevi ma incisive, come tanti piccoli aghi, uno ad uno piantati nel cuore. E John dov'è? Perchè non è lì con lui? "Umpf" e con quello Sherlock ha espresso più di mille parole. E ancora la voce della ragione si impone sul caos della droga, della situazione, dei sentimenti. Oh sì, dei sentimenti, perchè queste frase traboccano, sgocciolano di sentimenti rinchiusi, taciuti e repressi. E la ragione si impone e gli impone di far ordine tra i pensieri. Intanto la voce eterea continua la sua omelia, cerca di farlo pensare a quello che ha fatto, a quello che farà, cosa succederà o cosa è già successo. Ma Sherlock è sicuro di se stesso, non ha bisogno di quella stupida voce e ribatte quasi scocciato, irritato.
6. "I passanti mi guardavano come se potessero cancellarlo." Questa frase mi ha stupito, da dove viene e cosa vuole? Eppure è la verità. E' un po' criptica, ma io ho dato una mia interpretazione. Come se i passanti fossero il mondo che lo osserva, batte le mani, ma appena volta le spalle corre via spaventato. Lo stesso mondo che gli dice che non è normale, che dovrebbe farsi curare, stare calmo, imbottirsi di psicofarmaci magari. Vogliono cancellare, vogliono cancellare Sherlock, cancellare tutto quello che è veramente.
7. E in mezzo a questa penombra, a questo caos, spunta John e pronuncia quel nome, il suo nome. "<< Sherlock...? >>"
Ma lui è così in preda dei propri pensieri, di tutto quello che dentro di lui si è liberato che non riconosce neanche il suo nome e febbrile continua a pensare, pensare, pensare, ragionare, ascoltare le voci, pensare, pensare, pensare. E la voce canta la sua omelia, lo incanta, gli sussurra nell'orecchio la soluzione e lui non è che un manichino, ripete tutto, non ha più la forza per ribattere, si lascia trascinare dalla corrente.
8. E la cosa si fa più profonda, più angosciante e più dolorosa. Lui deve, vuole, può dimenticare. Lui deve vuole può essere un eroe, ma scuote la testa. No, lui vuole solo risolvere casi, lui vuole solo non far marcire il suo cervello, ma è veramente ciò che vuole. Sembra quasi insicuro quando si domanda "L'aveva detto lui, no?" Il dubbio s'insinua nella sua mente e sta per distruggerla. Sta per distruggere quel muro che lo separa dal mondo, ma la ragione non vuole si impone. "Mettiinordineituoipensieri! Mettiinordineituoipensieri! Mettiinordineituoipensieri!"
9. Di contro c'è John che urla, che cerca di scuoterlo preso dal terrore più nero di perdere Sherlock, di vederlo così. E' preoccupato per lui, non vorrebbe vederlo così e fa male, ma deve farlo, perchè se non lo fa lui chi lo farà? E con lo schiaffo non solo risveglia Sherl, ma risveglia in sè la responsabilità, perchè da allora in poi Sherlock è nelle sue mani, come è sempre stato.
10. Le voci si zittiscono e il momento è solo di John, solo lui, Sherlock ha bisogno solo di lui. E cavolo, senti la tensione scivolare via, finalmente una boccata d'aria, ti puoi rilassare. Tanto c'è John, c'è è tornato. E qui viene fuori il suo lato quasi bambino, perchè alla fine lui è un bambino che non è mai stato bambino, nato già adulto, trattato come un fenomeno da baraccone, ma John non lo considera tutto questo, lui lo vede per quello che è. Un semplice ragazzo con atteggiamenti irritanti ma che alla fine, sotto kili di egocentrismo, c'è un amico e anche qualcosa di più. Ed è morboso, è un rapporto morboso da parte di entrambi. Perchè Sherl non potrebbe farcela senza John e John non potrebbe farcela vedendolo così. E la rabbia, la rabbia che ha negli occhi, è sia verso quel coglione eroinomane ma anche verso se stesso, perchè non doveva lasciarlo, neanche per un attimo. E lo abbraccia, lo stringe forte, perchè ne hanno bisogno entrambi. E alla fine quello che è più fragile è proprio Sherlock. Perchè John è il suo unico perno fisso, non la logica, non suo fratello, non il suo lavoro. E se perde John perde tutto, anche se stesso.
11. Ok, mi fermo ç_ç tra poco mi diventano gli occhi lucidi e il cuore mi esce dal petto. Basta, mi fermo qui, non so più che dirti, veramente. Io... io la metto direttamente tra i preferiti e basta, perchè cavolo! Sono loro, sono maledettamente loro con i loro diffetti, le loro insicurezze e il loro dolore.
Metti in ordine i tuoi pensieri, dice la frase, bhe io in questo momento non sono capace di farlo.
Ancora complimenti, è meravigliosa. |