Non solo momento di riflessione, ma anche puro Piacere di leggere! Hai utilizzato uno stile straordinariamente simile all'originale, quasi mi sembrava di essere tornata ad affrontare il capolavoro di Wilde! |
"Il suo era il tipo di preoccupazione quale un artista avrebbe potuto provare riflettendo sull'incerto futuro della sua creazione prediletta." Questa è una delle frasi più belle e adatte alla figura di Dorian che io abbia trovato! Esprime cosa per lui significasse la sua vita e, sinceramente, la adoro. |
(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte) |
Non ho mai letto un racconto tanto similare all'originale, tanto intenso da poter sembare di Wilde. Chissà cosa direbbe... È bello avere apprendisti a distanza di un secolo e mezzo o il suo genio non va occultato? Non posso dare una risposta ma tu hai saputo rendere, con un linguaggio estremamente appropriato, un episodio che potrebbe quasi inserirsi nel romanzo come, appunto, aneddoto. Mi è piaciuto molto l'epitaffio e sono certa che io non saprei mai raggiungere tale ispirazione o meglio non saprei tradurla così galantemente. Mi ha fatto piacere notare, finalmente, assenza di errori *certamente per la gara* e trovo che la caratterizzazione invece sia ideata a pennello. Devo ammettere che l'antico sconvolgimento dettato da Wilde in questo istante è ritornato. |
Ed eccomi qua finalmente a recensire. |
Davvero senza parole.. E' davvero molto bello, soprattutto per come hai saputo mantenere le caratteristiche dei personaggi senza comunque mai cadere nel banale (cosa che non era difficile, tenendo conto del Capolavoro con il quale ti stavi cimentando!). |
Penso che sia la più corretta ed emozionante descrizione di Dorian che abbia mai letto. Complimenti! Senza dubbio,avresti vinto al contest! Con questa fiction,sei riuscita completamente ad immedesimarti nel genio di Wilde...credimi,la ritengo una piccola "seconda versione" del divino libro! ^^ Spero di trovare tempo per leggere altre tue storie. Mi hai emozionata davvero tanto. :) |
Questo è un racconto stupendo, che indubbiamente rileggerò più e più volte! Non credo sia semplice trattare di Dorian Gray (persino la pellicola a lui dedicata è riuscita a snaturarne completamente l’essenza), quindi ti faccio i miei più onesti complimenti per la maestria colla quale hai sviluppato un personaggio così complesso: bravissima, davvero! Nel Dorian della tua storia, ho ritrovato il Dorian di Oscar Wilde: un ragazzo “trascinato” e non “trascinatore”, cui le altrui domande aprono nuovi orizzonti di percezione e favoriscono la riflessione. È, in effetti, l’interrogativo posto dalla signora Hillstone a scuotere Dorian, a far scaturire una serie di meditazioni sulla vita e sul significato di questa (“egli si riteneva, a suo modo, un artista, e la sua vita, colma di bellezza e raffinatezza, la considerava alla stregua della sua opera meglio riuscita”: qui rivedo il significato che l’esistenza ha per lo stesso Wilde). Mi è piaciuto che fosse la signora a porre l’interrogativo; paradossalmente, ella mi è parsa una novella lord Henry giacché, abitualmente, è quest’ultimo che, rivolgendosi al giovane, ne causa il turbamento. |
Molto, molto bella. Scritta in maniera splendida, a mio parere. Hai mantenuto uno stile particolareggiato e un linguaggio molto sostenuto, ma non ti sei mai persa tra le tue stesse frasi e non hai mai perso il filo del discorso, mantenendo la tua storia sensata e non perdendoti in assurdi voli pindarici a cui l'argomento avrebbe potuto dare vita. |
Il gusto tutto decadente per la morte, intesa dallo stesso Wilde verso la fine dei suoi giorni come “somma Opera d’Arte”, porta una leggiadra dama a lanciare un provocatorio quesito ai suoi ospiti. “Nulla di più che un sassolino nello stagno di una ovattata conversazione” avrà pensato Lady Hillstone. No. Ne nasce un piccolo breviario di estetica, un manualetto sapientemente confezionato dalle abili mani della signorina Bellis, che dipinge con una pennellata vivace e chiara un tipico salotto dell’Inghilterra Vittoriana. Un apocrifo che potrebbe benissimo essere intercalato tra le pagine del Ritratto, nonostante l’Autrice abbia dei dubbi (sic!) sulla corretta caratterizzazione dei personaggi. |