Recensioni per
Kyrie eleison
di Rota
(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte) |
La Guerra Fredda è un periodo particolare, unico e davvero interessante. Ci sono poche storie che riescono a raccontare in dettagli significativi quale era l'atmosfera del tempo, questa credo sia una di quelle. L'inizio mi ha colpito molto, Il POV di Arthur è assolutamente impeccabile, la freddezza di Ivan vista attraverso i suoi occhi mi ha lasciato delle sensazioni vive e molto forti. La descrizione accurata dei sentimenti di Arthur mi è piaciuta moltissimo, il modo in cui hai descritto il suo flashback è molto realistico, i sentimenti contrastanti di odio e piacere, il modo in cui nega ciò che sta accadendo ma è allo stesso tempo preso dalla follia, come lui stesso la definisce, sono descritti in modo impeccabile. Il fatto che Arthur pensi ad Alfred, mentre quello che gli sta dando piacere è Ivan, è una prova concreta e reale di quanto odi ciò che sta accadendo
ma non ha la forza di fermarlo. Questa è la prima volta che mi godo veramente la caratterizzazione di Alfred. Lui è un personaggio egoista, forte, ha interessi solo per quello che potrebbe fruttare la sua nazione e nient'altro. Nonostante io veda Alfred anche come un personaggio dal lato debole e vulnerabile, riesco ad intravedere il suo lato oscuro allo stesso modo. Quello che voglio dire è che ogni personaggio, finto, reale, qualsiasi, ha sempre una lato forte e uno debole. Nella stessa maniera in cui fa cose giuste e cose sbagliate. Il fatto che un personaggio venga caratterizzato così bene al punto da mettere in risalto l'uscurità che porta con sé, è qualcosa che solo chi ama quel personaggio ed è capace di raccontarne le sfumature sa fare. Con questo, approvo tantissimo il personaggio America che hai descritto in questa storia. Il suo rapporto con Francia e Inghilterra è quello che la storia racconta. Un rapporto ad uso e consumo dell'America, che ha il ruolo di colui che conduce la partita a scacchi tra le potenze i nternazionali. È la mera verità: la guerra l'ha vinta l'America. L'Europa è stata salvato. A parole hanno vinto gli alleati, a conti fatti hanno vinto America e Russia.
Ho apprezzato moltissimo i riferimenti all'influenza francese sulla Russia. Purtroppo è un argomento poco discusso e popolare, si dovrebbe parlare di più di certi rapporti che hanno fatto molta storia. Dopotutto, la Russia è stata uno dei territori più ambiti da Francia nei secoli passati. Il modo in cui il Francis della storia vede Russia dice tutto su quanto siano cambiate le loro relazioni durante gli anni e con la fine della Guerra. Francis è consapevole della sua posizione, un alleato che è stato tirato fuori dai guai e che l'unica voce in capitolo che possiede è quella di supporto per le decisioni prese dagli altri.
Francis e Arthur sono infine quelli che subiscono di più questa pressione. Sono quelli che stanno a guardare, che cercano di muoversi tra le altre pedine e di farsi avanti, mettere fine a tutto , ma possono solo continuare ad affannarsi. L'immagine di entrambi stanchi e afflitti, mentre l'ennesimo incontro è andato male , è quella del panorama politico del tempo.
È Arthur che infine cede a Francis. È come se Francis fosse la valvola di sfogo e l'unico che, essendo in una situazione simile, possa comprendere. Quindi Arthur lo usa.
Il contrasto tra Ivan e Alfred è quello che mi aspettavo e cercavo in una fanfiction di questo tipo. È la luna e il sole, il vento e l'acqua, tutto ciò che di più diverso c'è su questo pianeta è rappresentato da questi due. Mi piace il modo in cui li hai gestiti, descritti, gli hai dato un carattere, hai preso le azioni di entrambi e le hai tradotte in parole. Parole che trasmettono sensazioni di odio, amore, violenza, passione. Tutta la tensione tra loro è scoppiata, come una bolla di sapone. È molto triste vedere che alla fine sono entrambi presi più dalla follia che da loro stessi, ti fa davvero capre che le relazioni tra nazioni così come tra persone sono complicate, non sono trasparenti né leali, ma molto spesso sono solo uno scontro di ego.
Complimenti per la tua storia!
A presto,
Lacie
Ps: Scusa se ho cancellato la recensione precedente. L'HTML era completamente sballato e ho dovuto inserirla di nuovo. |
Questa è la prima, primissima fic RusAme che leggo, e devo dire che non mi sarei potuta aspettare un inizio migliore. Ho trovato questa storia a dir poco magistrale, l'ho letta d'un fiato e alla fine avrei voluto che continuasse ancora ad oltranza :P I personaggi sono decisamente IC e le loro reazioni e relazioni perfettamente credibili. In particolare mi è piaciuto molto il riferimento che hai fatto al debito culturale che ha la Russia nei confronti della Francia. Guarda, già solo per questo dovrei farti una hola. È una cosa che non viene mai fuori nelle storie che leggo (almeno non mi ci ero ancora imbattuta), neppure in quelle che tengono conto dei reali avvenimenti storici, e la cosa mi ha sempre lasciata un po' perplessa (eufemismo, in realtà mi lascia MOLTO perplessa), poichè non è che si tratti esattamente di un dettaglio insignificante ^^' |
Dopo averla letta così tante volte da averla imparata a memoria, dopo averla raccontata a chiunque avesse anche solo intuito cosa fosse Hetalia, dopo averla usata come pubblicità per il fandom e per il sito -che è cosa buona e giusta (Ah, sì?)- ho letto che avevi una sola recensione. |
Cosa c'è da dire su questa fanfiction? Io la amo, follemente. Sarà che sono abbastanza partecipe perchè con l'esame che mi manca la guerra fredda mi sta uscendo pure dalle orecchie, sarà che nei rapporti storici tra le varie nazioni adattati a fic ci ho sempre sguazzato con giuoia, sarà che dopo un folle periodo di terrorismo psicologico a colpi di fic mi sono innamorata della coppia trainante di questa storia, sarà anche che è scritta benissimo, sarà che è lunghissima e che pesa come il pranzo della Domenica di Pasqua otto portate che sai che ti distrugge ma mangi fino a scoppiare perchè ami la cucina della mamma (in questo caso del padre <3). Sarà che alla fine non c'è mica bisogno di un buon motivo per farsi piacere una cosa, e in fondo tutti i grandi amori della mia vita sono stati sempre immotivati. Insomma, mi è piaciuta tutta, dalla prima all'ultima riga. |