Eccomi. Eccomi.
Mio Dio, ti pare normale?
Ho le dita che tremano a scrivere.
Sarà perché sto lasciando un sacco di recensioni in giro per tutte le drabble che dipendono dal mio contest (sono un sacco O.O, è un lavoraccio star dietro a tutte!), ma credo che sia invece per la miglior drabble che io abbia avuto l'occasione di leggere.
Bene, iniziamo.

Cosa siamo noi?
Cosa siamo mai?

Mi piace che tu abbia scritto la stessa cosa praticamente, due volte, e in questo modo.
Mai, noi. Mi piace. Mi fa venire quasi la pelle d'oca.
Insomma, alla fine, il concetto è lo stesso, ma reso in questo modo è più incisivo.
Si vede, loro se lo stanno chiedendo, cosa sono.
E insieme a loro ce lo chiediamo anche noi.
O almeno, io me lo chiedo ;)

Due anime in pena, alla perenne ricerca di una soluzione?
Due persone che si fingono altre, senza avere il coraggio di rinunciare ai propri sogni?

Credo che alla ricerca di una soluzione lo siano.
Come tutti.
Chi è che non cerca una soluzione nel proprio mondo?
Beh, ma loro in particolare.
Loro, la soluzione, la cercano insieme.
E quello di cui non si erano resi conto, era proprio che fingevano. Fingevano di essere qualcuno che non erano.
Fingevano, e però pretendevano di non perdere i loro sogni.
Ma senza essere se stessi, che valore possono avere i loro sogni?
Io la penso così. Poi magari, ho frainteso tutto :)

Siamo due lancette di un orologio che si incontrano solo per scontrarsi?
Solo per stare un attimo insieme?

Beh, è una metafora bellissima.
A me è piaciuta un sacco.
E poi credo che sia anche molto molto appropriata a loro due.
E mi piace quel solo per stare un attimo insieme?, perché se ci pensi bene, due lancette quando si scontrano stanno insieme proprio per un secondo.
Un tempo brevissimo.
Eppure c'è. E il fatto che sia breve deve essere per forza significante che sia meno importante?
Non credo proprio, anzi. E' unico.

Le ali di una qualche speranza, immerse in questo clima di guerra?
Una speranza che rischia perennamente di affogare?

E questo passaggio mi è piaciuto in particolar modo perché parla di speranza.
Insomma, non bisogna dimenticare che comunque loro sono in guerra.
Che il mondo lì fuori combatte per un futuro migliore, e loro sperano solo di riuscire a stare insieme.
In un clima che è contro di loro. La guerra è contro l'amore.
La speranza se si afflievolisce è normale.
Infatti, la loro, rischia perennemente di affogare.
Ma non smetteranno di sperare.
Lo so, lo sento dalle tue parole.
O forse, sono solo io che spero con le tue parole.

Qual è il nostro scopo?
Dimmelo tu.
Sta per smettere di interessarmi.
Senza di te è difficile scegliere.

Mi piace questo botta e risposta.
Anche perché non è melenso.
Insomma, non dici "Senza di te non riesco più a vivere", dici che è difficile scegliere. E credo sia la prima volta che trovo un pensiero così maledettamente vero, e non strappalacrime. Cioè, triste lo è, ma è fermo. E' una cosa più reale.
E' difficile scegliere, senza quella persona accanto.
Non mi ero mai soffermata a pensarci, eppure è tremendamente vero.
E finiamo con le ultime frasi.
Uguali.
Ma vuoi mettere quanto importanti sono?

Vorrei che tu fossi qui.
Vorrei che tu fossi qui.

Innanzitutto, dimmi che ami i Pink Floyd.
Insomma, credo sia ovvio considerato che hai usato una loro canzone per la tua fic.
Sappi che questa era la canzone che mi aveva dedicato il mio ex. Quindi all'inizio pensavo che ti avrei uccisa per aver scelto qualcosa che mi ricordava tremendamente lui, ma alla fine devo solo ringraziarti. Perché sono finalmente riuscita anche a riascoltare quella canzone.
Grazie per questo.
Ah, mi piace che tu abbia scritto "Vorrei che tu fossi qui", canzone a parte. E' più incisivo di un "mi manchi". Ed è molto meno banale.
Io non so come tu abbia fatto a scrivere tale chicca.
La adoro.
Spero di avertelo fatto capire con la recensione più lunga mai esistita nella storia di EFP.
Alla prossima, mia cara.
I miei complimenti.
Erica :)