La favola ha uno stampo classico e l'idea di fondo di per sé non è male. Il simbolo del serpente che si morde la coda è un chiaro riferimento all'Auryn e a La storia infinita di Ende, vero? Il finale mi ricorda anche quello de Il gioco dell'angelo di Zafon.
Mettendo ora da parte il contenuto, parliamo della forma. Questo linguaggio aulico e "poetico" risulta forzato e rende la lettura poco scorrevole. Ti consiglio innanzitutto di controllare la punteggiatura (troppe virgole alla rifusa) e l'uso di termini ricercati che stonano col resto del discorso. Dà infine un'occhiata all'ambientazione: la storia sembra inserita in un mondo medievaleggiante eppoi parli di aeroporti, supermercati etc.
Una curiosità...
[...] bianca e rossa come dice il suo nome. > Biancalana non mi fa venire in mente nulla di rosso. :( |