Devo essere sincera: quando ho iniziato a leggere ho pensato 'è la solita lagna autocommiserativa da adolescente delusa'. Ha tutti gli ingredienti perfetti per poter esserlo, in effetti, dal breve scambio di battute fra una mamma ed una bambina e alla bruciante disintregrazione dei sogni della ragazza che è diventata nel frattempo. Potrebbe essere il suo lamento, quello di una giovane donna illusa dalla sua infanzia, che le aveva promesso, sotto forma di rassicurante madre, ciò che poi non ha mantenuto, ma non è così.
Con gli ultimi due versi dai qualcosa di diverso, e più doloroso, all'intera poesia. Ma non per questo meno d'impatto (:

Di questa poesia, ciò che più ho apprezzato è stato il finale, gli ultimi due versi. Danno un senso profondo alla poesia che, inizialmente, sembra il classimo pianto addosso delle ragazzine che non trovano un ragazzo e che ne cercano disperatamente uno.
In questa storia, tu non cerchi il principe azzurro, tu cerchi te stessa. Cerchi di dare un senso a te stessa, un completamento al tuo corpo che ti dia la possibilità di scacciare qualcosa che già hai e di cui sei prigioniera, di cui vuoi disperatamente liberarti. Cerchi di andare avanti e di trovare un senso alla tua attesa. Ti rivolgi ad un principe, ma potresti rivolgerti a chiunque, basta che non sia quell'orco che hai tra le gambe.
Anche se rispetto alle precedenti poesia questa mi ha colpito meno, mi piace comunque molto questo fatto.
Alla prossima (che vedo che hai già pubblicato e che quindi corro a leggere).