Recensioni per
Gelsomino
di Kuruccha

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Junior
12/08/11, ore 17:49

Tolto l'improbabile ritardo con cui ho letto questa storia, è ormai qualche giorno che sto rimanando la conclusione di questo commento cosa ulteriormente disdicevole vista la bellezza della storia >.<

come sempre tu hai una maniera straordinaria di descrivere gli ambienti e le sensazioni che trasmettono, il pessimismo che il locale in disuso e polveroso scatena in zuko e che si posa su tutto intorno a lui fino a vedere quasi anche Iorh e se stesso conformarsi alla desolazione dell'ambiente.
Mi piace come zuko quasi passi in rassegna quanto di peggio veda intorno a se, buchi nei tavoli,tende tarlate,piastrelle che non lo aggradano XD fa uno splendido contrasto invece con l'ottimismo imperturbabile di Iroh che ha una soluzione per tutto e tanta fiducia nell'affrontare la loro vita a basing se.
Trovo perfettamente nel personaggio di zuko il ripetersi mentalmente di non dover essere orgoglioso, il convincersi che quella diventerà casa anche se la cosa non gli piace e sopratutto il suo assecondare Iroh nonostante il suo pessimismo.

La seconda parte della storia,che dire, è magnifica XD e potrei concludere così se non fossi una persona tremendamente logorroica.
Il ritorno alla sala da the è splendido, nostalgico e delicato al punto giusto: il raffronto di zuko, con il primo ingresso al jasmine Dragon, ora non così diverso da quella prima volta, con un simile quantitativo di lavori da fare e di pulizie da affrontare, ma questa volta quasi con piacere; il suo osservare con nostalgia quei piccoli particolari tipici di una casa in cui si ha vissuto, la macchia della teiera il rammendo di iroh sono piccole cose splendide che hai descritto in maniera magistrale.

"Quindi, è questo che si prova nel tornare a casa, si disse. Il tempo di raccontare bugie a se stesso era ormai finito."
e trovo splendida anche questa frase e il suo richiamo e contrasto rispetto alla parte precedente in cui invece Zuko cercava di malavoglia di convincersi che quella sarabbe stata casa sua sebbene in una situazione di ripiego.

tengo alla fine la protagonista indiscussa a fondo di tutta la storia: La polvere con i suo fluttuare che si accaparra sia un questa seconda parte che nella precedente frasi davvero splendide nel descriverne le evoluzioni e i movimenti.

piccola nota finale per il mio amore incontrastato per le menzioni di Ty lee e Mai quantomeno perfette xD

Recensore Veterano
18/07/11, ore 21:37

Adoro Iroh! E questo non c'entra nulla XD
Comunque, quest'idea è molto bella. Zuko deve aver creduto veramente, in un momento della sua vita, di poter restare per sempre a Ba Sing Se, nella sala da the. E spesso poi mi sono anche chiesta, dopo aver finito di vedere la serie, cosa farà Zuko, come farà a conciliare il suo essere il nuovo signore del fuoco con la sua voglia di essere una persona normale, di vivere secondo ciò che gli dice il cuore - compreso tornare a fare il garzone di bottega nella sala da the. Questo spaccato che ci hai raccontato è credibilissimo, e l'immagine del pulviscolo, oltre ad essere un'ottima metafora, è descritta in maniera eccellente.
Iroh è dolcissimo *__* Lo voglio come zio! XD

Nuovo recensore
28/04/11, ore 18:07

Tardi, ma arrivo, strabiliata e decisamente commossa!
Mi sono concessa un attimo per riprendermi e più di qualche minuto per rileggerla e ora mi sento incredibilmente fuori tono o posto, non so neppure io come definire questo mio stato d'animo.
Posso dire che la sento anche un po' mia? Che mi vedo e sento riflessa nelle riflessioni di Zuko?
La polvere, quel dolce flutturare di ricordi tra la coltre di polvere e pensieri filtrati nella matassa nostalgica... mi hai conquistato il cuore e sciolto in un sorriso un po' amarognolo. Non per la tristezza, certo che no, ma perchè è sempre questa l'impressione che si ha nel reimmergersi nel passato, no? Di un qualcosa d'indefinibile che ti schiaccia da dentro e ti fa ridere di te stesso, provare quasi dolcezza insieme al rimpianto per quello che hai fatto, di fronte a ciò che eri.
Ho davvero una sensazione di tenerezza unica e devastante che preme per uscire e non so se sia rivolta più a te o a Zuko e nell'indecisione vi abbraccio entrambi. Te soprattutto, te che mi hai rivolto questo pensiero indimenticabile, trasmesso emozioni indescrivibili, fatto sognare e piangere, a te (il richiamo alla canzone di Jovanotti risulta involontario, giuro) che mi hai fatto non un regalo, ma Il regalo, qualcosa che so per certo potrà accompagnarmi e farmi coraggio, darmi la forza che anche le chiacchierate con te riescono sempre a donarmi.
Guardandomi indietro nei miei momenti pesudo melanconici da oggi credo non riuscirò che a immaginare questa scena: quella di un ragazzo che scruta nel pulviscolo e trova la forza di aprire una finestra e anche se stesso a ciò che lo attende in futuro.
Non so come complimentarmi con te per lo stile, le decrizioni, l'uso sottilissimo di metafore, l'affetto che ho letto tra le righe.
E' troppo, decisamente troppo perchè possa uscirne qualcosa d'intellegibile da parte mia. Sappi solo che te ne sono grata, davvero.
Perchè sei stata capace come al solito di tirarmi su, di incantarmi col tuo modo dolce di farmi trastullare nella realtà con la stessa flessibilità che si possiede nelle illusioni per mantenere vivida l'utopia. Hai, più di tutto, dato al mio compleaano una memoria per cui valga la pena ricordarlo.
Grazie, grazie, grazie, mille volte grazie. Ti voglio bene :).

Recensore Master
27/04/11, ore 17:10

Cara Kuruccha,
comincio io a recensire questa storia, in attesa che la tua amica si decida a ringraziarti.
Allora... come la potrei definire? E' una nostalgica ode al pulviscolo. Infatti è questo il vero protagonista dall'inizio alla fine, descritto con un'attenzione che non ha paragone con quella che gli dedichiamo nella vita quotidiana. Il pulviscolo, con i suoi armoniosi e negletti movimenti nell'aria, si prende i riflettori di questa scena, sottraendoli a Zuko e suo zio Iroh dal loro primo ingresso fino al loro nostalgico ritorno sulla scena di una piccola finestra di vita normale.
Un granello di polvere ha un suo destino prefissato, o può cambiarlo con la sua volontà? E un essere umano può farlo? Ma se il destino può essere cambiato, che significato ha questa parola? Forse la risposta a quest'antica domanda è contenuta in qualche polveroso volume di qualche biblioteca segreta.
Complimenti per le scelte prospettiche originali che hai fatto nella stesura di questa storia così delicata.
A presto, spero
MaxT :)