Ti dirò la cruda verità: non rimembravo affatto questa raccolta, ma ritrovarla, ri pensarci, e ri sorridere, è stato un bel viaggio per me, indietro di poco, ma anche di tanto.
Io trovo, Leti, che tu abbia un talento non comune nella concisione, perché con due parole liquidi concetti complicatissimi, e lo fai alla perfezione.
Perché quelle due parole sono proprio quelle che servivano, che danno il suono giusto, e un po' avviliscono chi legge, e pensa "a me ce ne sarebbero volute il triplo".
E l'atmosfera, tu crei l'atmosfera.
Stacchi completamente il lettore dalla sua realtà, io mi sono scordata di tutto ciò che dovevo studiare, e di tutto ciò che mi distraeva.
C'era solo la tua storia, c'erano Anko e Ibiki.
"donandole la pietà che un aguzzino come lui non avrebbe dovuto possedere."

La tua conclusione, l'utlima frase in particolare, mi è piaciuta tantissimo.
Mi ha brutalmente, ma col sorriso, riportato alla realtà.
Non è un potere da  poco, Leti.
Tu, ce l'hai.
Spero di rileggere presto qualcosa di tuo.
Baci
Fra

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Ci ho messo circa un quarto d'ora a ricordarmi chi fosse Ibiki; non so perché una parte di me l'associava al povero Iruka, che non c'entra effettivamente una mazza. Tant'è che poi mi è venuto in mente un tizio con delle cicatrici paurose sulla testa, e ho fatto un perfetto mosaico di ricordi.
La coppia è curiosa - se di coppia possiam parlare. Descrivere Anko dopo Orochimaru è stata una bella idea, sicuramente Ibiki si è occupato di lei. Non hai descritto quali sentimenti abbiano acceso la pietà in Morino, ma è giusto così: probabilmente era davvero solo pietà per una bambina.
Alla fine, con questo capitolo, si chiude quasi con solennità una parte del nostro passato. Beh, che dire, mica lo rimpiango. ;)
(Io ricordo ancora la tua SasuIno dove Neji balla la breakdance u.u).

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