Una bellissima storia, dal sapore medievale eppure fiabesco in qualche modo, viva come una fiamma.
Il lettore è subito incatenato dalla corsa folle della fanciulla di cui non sa nulle, né nome né volto, eppure che segue spaventato, affannato quasi mentre le urla si infrangono chiare alle sue orecchie e le ombre delle torce e degli uomini si stagliano terribili di sottofondo. In quel momento è foga e corsa, respiro che accelera e occhi che corrono fra le righe come Rubino nel bosco, temendo e sperando insieme. L'arrivo alla radura ha qualcosa di magico: si avverte in un attimo la pace, il senso di frescura e riposo della notte, di un luogo amico a cui rifugiarsi. Ed è con crescente tristezza ed ineluttabilità che la si segue leggere la sua ultima storia, così come la sua stessa storia sta terminando. Trovo che ci sia qualcosa di incredibilmente poetico in quest'immagine, che in assoluto è una delle mie preferite dell'intero brano.
Infine, il rogo. Angosciante e triste, fa percepire la sofferenza di una vita strappata ingiustamente alla vita, di una bellezza stronzata come una fiore dalla stoltezza dell'uomo. Il lettore stesso si sente in trappola, incredulo, vorrebbe una via di scampo, ma Rubino sa meglio di lui che non c'è più nulla da fare. Nulla se non richiudersi nel grembo del suo 'amato' e pregare: una scena fortissima che mi ha commossa fino alle lacrime. Una miriade di emozioni si mescolano e sono arse insieme alle fiamme e ciò che resta nelle ultime righe è il vuoto: vuoto nella radura, vuoto nel cuore.
Per fortuna le tue ultime parole ci soccorrono: in natura, quella natura che spesso capisce l'uomo più di quanto sappiano i suoi simili, sta già rinascendo dalle ceneri. Una nuova vita. Una vita che ha lo splendore dello smeraldo e della fiamma.
Una storia intensa, narrata con stile concitato e poetico, che trascina nel vortice delle emozioni e delle azioni e infine, nel dolore, da nuova speranza. Adoro la forza con cui, in modo quasi leggero (e mi rendo conto dell'apparente ossimoro), sai rendere questi pezzi.
Bellissimo, poi, il parallelo iniziale fra lei, Rubino, malvagia per i propri persecutori e le fiamme delle torce con le quali è inseguita, trasfigurate a loro volta in malvagie streghe danzanti; splendido è anche la tua descrizione "Vede le torce avvicinarci, danzare erotiche e maligne", in cui vivida è l'immagine della passione d'amore che invece è violenza, passione per l'odio e la distruzione, un'orgia di rabbia appassionata che ha in se qualcosa di davvero diabolico e malvagio.
Un brano intenso e vivo che sa commuovere, reso con l'abilità che è propria del tuo stile e che sempre sa far emozionare.
Davvero bellissimo.
A.H. |