Sono una persona assillante e invadente e tu sicuramente ignorerai questa recensione ma sento il dovere di commentare questa cosa che ho appena letto, anche perche' non recensisco mai e mi sento sempre una merda per non riuscire mai a trovare le parole giuste per commentare qualcosa che tanto mi colpisce.
Su questa storia, ho solo da dirti che mi ha un po' tirato su il morale durante questo pomeriggio. Penso che mi abbia pure tolto un po' di questo mal di testa che mi perseguita da due giorni. Il pensiero di 'sti due che bjkgtnr, Danneel che sorride e alza gli occhi al cielo alla vista del suo marito innamorato (perche' si', Jensen e' innamorato, innamorato perso) e quella comare di un Jared che si mette a fare congetture su un ipotetico passatempo pomeridiano di quei due... Insomma, mi ha fatto sorridere. Ha tutto un che di familiare, hai immerso tutto in un contesto di leggerezza e spensieratezza che non ha potuto far altro che farmi sentire bene. E' un'ambiente molto familiare, caldo, e i sentimenti che lo popolano sono sinceri e semplici, come quelli di una persona dalla mentalita' aperta e che non si fa problemi a limitare il suo territorio di recinzioni. O anche solo di un bambino. Nutro una certa stima verso te, il tuo modo di pensare e il tuo modo di scrivere, e lo sai molto bene, e penso che infatti il tutto ti renda capace di ridurre a questo i sentimenti dei personaggi: a qualcosa che non ha limiti, alle volte si tratta di un utopico sentimento incondizionato ma allo stesso tempo realistico per il suo essere diretto, legato a gesti quotidiani - «Allora, cosa c'è da montare?» chiese Collins, con tono pratico, dopo che si fu tolto la giacca. «Uh, dei mobili.» e via dicendo, con altri spezzoni simili. Questa nozione si applica a tutte le storie che scrivi, ma sai bene che in queste Jensha ci vedo anche appunto quel pizzico di spigolosita' e, per farla breve, liberta' di pensiero che le rende universali - una cosa che invece non ci poteva esserci in un periodo differente, come quello a cui vai incontro nelle altre storie tue che ho letto fino ad ora.
Per passare ai fatti, ti dico che il sopracitato pezzo di dialogo mi ha tipo fatto girare la testa. Ah, tutti quei sensi che possono esistere in un solo verbo! E poi nulla, sei semplicemente geniale nel descrivere le scene rosse e spinte e mi chiedo davvero come fai. Io non ne sono capace e non lo saro' mai, essendo incredibilmente awkward, lol. E al "Magari verrò ad aprirti nudo." ero li' a fare la ola e a urlare VAI, VAI, VAI LOLOL. Infatti ero delusa pure io quando Jens era vestito, diamine. Ma il bello di tutto questo sta appunto in quello che ti ho detto prima: nella quotidianeita' dei gesti, che pero' in questa maniera acquistano un valore inestimabile, pari al valore che noi diamo incosapevolmente ad ogni gesto che fa parte della nostra vita quotidiana. Jensen e Misha si mancano da morire, quando non sono assieme, ma quando si ritrovano sono di nuovo loro stessi come non mai, vivono quel che stanno vivendo, meglio nota come vita. E attenzione, non "parte della vita".
Per parlarti di eventuali difetti della storia, beh, nella trama non ne vedo e penso che oramai si sia capito; in cambio, ci sono un paio di errori di battitura che ho rilevato pure nelle tue storie precedenti riguardo a 'sti due - sia nell'altra Jensha sia nella Destiel - ma pure gli scrittori piu' grandi di tutti i tempi fanno errori di battitura o di distrazione, quindi niente di grave. A questo punto, penso di averti tediato abbastanza quindi scappo via. Il titolo mi pare perfetto, comunque. Physical indeed. E ora ho pure io un kink per le loro schiene, diocca'. Ok, ok, ho finito, ciao. <3
Ps.: JARED PADALECKI OLTRE A ESSERE UNA COMARE E' UNA WHORE, PERCHE' LUI HA LE BASETTE E IO NO. I'm done.
Ps.2: quasi dimenticavo, MI MANCHI, RAGAZZA, QUINDI TORNA. E SCUSA SE TI ASSILLO GTNBKT. |