Questo capitolo mi era sfuggito, chiedo perdono per il ritardo quindi!
Innanzi tutto complimentissimi, perché mi hai fregata. Ero convinta che fosse Julien, la voce narrante di questa storia, e scoprire che il nostro narratore è Micah, mi ha fatta cadere dalla sedia, lasciandomi beata a leggere una storia che - a partire dall'incontro-scontro tra i due - ha già delineato in modo chiaro i binari su cui si muoverà la storia. Ottimo l'incipit, incalzante e come di consueto scritto magistralmente, in questo tuo stile che si lascia amare con semplicità. Ho trovato la descrizione del quartiere desolante, degradata, sporca: visivamente mi ha ricondotto ai sobborghi di "Noi, i ragazzi dello Zoo di Berlino" ma potrei andare più vicino e scorrere una filmografia che gira sui cardini delle periferie, da "Traispotting" a "Requiem for a Dream", tanto per citarne solo alcuni. Hai una grandissima capacità nel raccontare storie scomode, sporche, cattive: è la tua prerogativa più bella, perché è in queste atmosfere che sono sempre nati i tuoi personaggi migliori, come in "Sadie", per esempio. Un paio di appunti: nella parte in cui Micah parla con il suo primo cliente, dice di avere diciassette anni, poco dopo dici che ne ha quindici. Non so se non ho capito io (e quindi Micah abbia mentito al cliente) o se, invece, è un errore di battitura. Anche quando descrivi la stanza, sul finale, dici che "gli scuri sono chiusi". La parola "scuri", per indicare le persiane, credo sia una forma dialettale delle nostre parti.
Per finire, non posso che applaudire alla tua bellissima e malinconica descrizione della scena di Micah sotto la pioggia, ma ancor di più non posso che adorarti per il modo in cui questo tuo personaggio ha scardianto ogni topos, dando alla pioggia un connotato acido, bruciante persino, a differenza del ben più classico battesimo di purificazione che offrono tutti gli autori.
Davvero complimenti, come sempre... incantata <3 |