Recensioni per
Her name was butterfly
di Emma Wright

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
31/03/12, ore 21:38
Cap. 1:

Beh è bella come storia, anche se mi ricorda moltissimo altre che ho letto molto recentemente. ''In Irlanda, verde come gli occhi di Joey'' mi ricordano un'altra fanfiction. Invece la trama e la descrizione dei personaggi me ne ricorda un'altra, pubblicata poco tempo fa. Penso sia solo un'impressione, comunque. Che dire, l'idea non è la più originale del mondo, ci sono moltissime storie così, con la classica ragazza dai capelli selvaggi rossi e occhi verdi. Ma tutto sommato, non mi dispiace

Recensore Master
31/03/12, ore 20:02
Cap. 1:

Emma Wright – Her name was butterfly 

Grammatica 3.7/5 
Lessico: 5/5 
Originalità e trama: 9/10 
Uso del profumo: 8.5/10 
Uso della citazione: 9.5/10 
Giudizio personale: 9/10 
Totale: 44.8/50 

GRAMMATICA: 

La grammatica non è ottima ma assolutamente non è così critica come quel punteggio potrebbe far sembrare. 
Più che altro ho riscontrato errori di punteggiatura e ci sono un po’ di errorini sparsi e forse dovuti alla lunghezza del testo ed una rilettura affrettata o, come succede a me il 99% delle volte, dovuti forse al fatto che, anche rileggendo ad oltranza, molti errori si finisce poi col non vederli più ed accettarli quale parte della storia. 
Ad ogni modo ti riporto quelli che ho riscontrato e ritenuto degni di nota: 
-“Dicono che le storie migliori sono quelle tragiche. Complicate, difficili.” In questo caso ammetto che non ero certa di volerlo considerare un vero e proprio errore ma, ho considerato quel “dicono” equivalente ad un “si dice che…” ed ho quindi optato, considerata l’incertezza che esprime il “si dice che, dicono…”, per il “siano” anziché “sono”. 
“Dicono che le storie migliori siano quelle tragiche. Complicate, difficili.” 
- “L’avrebbe portata alla follia, quella passione. Non poteva saperlo, però” Errore di distrazione ed eccessiva pignoleria da parte mia ma, in questa frase, manca il punto fermo dopo il “però”. 
- “Questa storia, comincia così, con il vento sulle spalle, mentre ancora aleggia l’essenza di lei, trasportata per leghe e leghe, come una favola che non si può dimenticare.” La virgola tra “questa storia, comincia così” è errata poiché separa inutilmente il soggetto dal verbo. 
- “Stava correndo, Joey.” Stesso discorso vale qui, la virgola qui non è corretta né necessaria. 
- “Camminando piano, si chiese ancora una volta come fosse possibile che quel luogo incantevole fosse stato risparmiato all’urbanizzazione del territorio circostante.” In questo caso trovo che “risparmiato all’urbanizzazione” sia errato. Un “dall’urbanizzazione” sarebbe stato, a mio avviso, più corretto. 
-“Se si fosse voltata, avrebbe potuto benissimo scorgere i palazzi a tratti colorati di St. Louis, una comune cittadina degli inizi del ventunesimo secolo, eppure quel piccolo mondo era scampato al lavoro dell’uomo.” La virgola “Se si fosse voltata, avrebbe potuto…” è errata. Spezza inutilmente il discorso e non è necessaria. 
- “Stava attraversando il giardino di casa sua, Joey.” Ancora errore di punteggiatura. 
- “Era stato un periodo pieno di colore vivaci e tinte leggere…” “colore e vivaci” dovrebbero essere accordati; per cui, o “colori vivaci” o “colore vivace” è una delle scelte giuste. 
- “Nessuno si sarebbe mai aspettato ciò che invece (era) accaduto appena due mesi dopo.” Tra parentesi ti ho inserito la correzione. Semplice errore di distrazione di sicuro, ma mancava parte del verbo nella frase. 
- “Non seppe resistere al’impulso e spalancò la pesante porta di legno…” Anche questo è un’ errore, ahimè, di distrazione. “All’impulso”. 
- “Vestiva elegantemente, come un vero professionista che si rispetti, (:) giacca, cravatta, completo grigio.” Sempre tra parentesi ti ho inserito la mia correzione. In questo caso stai elencando, specificando ed aggiungendo qualcosa in più rispetto alla frase precedente; ecco perché i due punti sarebbero stati più corretti di una virgola. 
- “Avvicinatasi al balcone, aveva voltato la testa, aveva guardato per un solo istante le tegole del tetto a spiovente, una ad una, incantata.” La “a spiovente” non è necessaria. Di solito si dice “tetto spiovente” senza l’aggiunta della preposizione. 
-“ Non riusciva ad spostarsi, a muovere un ulteriore muscolo. In preda ad uno spasmo, lasciò la presa, consentendo alla spinta di trascinarla giù.” La particella “a” muta in “ad” quando è seguita da parola che inizia per vocale. 

LESSICO E STILE: 

Il lessico è davvero ottimo: si vede che hai curato le parole, le espressioni ed hai ricercato termini che arricchissero il testo rendendolo più originale e particolareggiato. 
Stessa cosa vale per lo stile che mi piace molto, risulta leggero alla lettura eppure ben strutturato; il ritmo è incalzante quando la storia lo richiede o meglio, quando sono i fatti che si susseguono più velocemente, precipitano perfino, ed è nettamente più lento, controllato, quando ti dedichi a descrizioni che riguardano l’ambiente, i caratteri e le scene “morte”. 
Ho particolarmente amato, del tuo stile, il modo di trattare le descrizioni, di spezzare le frasi con molte virgole che donano una cadenza particolare ed esaltano i dettagli su cui ti soffermi. 
Sempre riguardo lo stile, però, ho notato qualche incertezza o meglio qualche dettaglio che mi è parso sarebbe potuto essere reso meglio e così, prendendomi questa libertà, ho deciso di riportarti le mie perplessità o meglio opinioni a riguardo. 
- “Da lontano, dovevano sembrare una massa infuocata e informe, ma a lei non importava.” Ti ho già detto quanto mi sia piaciuto questo tuo uso delle virgole per dettare un ritmo particolare ma, in questo caso, la virgola “Da lontano, dovevano…” non mi sembra essere molto utile; insomma credo che elidendola non cambierebbe molto il tono o la cadenza vocale e forse, al contrario, potrebbe acquistare anche una lettura più limpida e scorrevole. 
- “Il vero cuore dell’antica e verde foresta era celato nel fitto, dove la luce del sole non riusciva a penetrare tra le chiome delle grandi piante.” In questo caso invece, forse per pignoleria personale, trovo che “penetrare tra” non suoni particolarmente bene e sempre come parere personale, avrei forse evitato il “tra”, omettendolo completamente. 
- “Quando si sentiva particolarmente sola, amava andare proprio in quel luogo e scrivere qualcosa, sperando che almeno quell’albero fosse in grado di ascoltarla.” Lo stesso discorso, riguardo le virgole, vale qui. Quel “quando si sentiva particolarmente sola, amava andare…” ometterei quella virgola che non mi sembra necessaria né utile. 
- “Cominciò a incidere in un inglese dalla calligrafia sghemba…” Solitamente, non è un obbligo o una regola, quando la “a” incontra un’altra vocale le viene aggiunta una “d”. Insomma la frase più scorrevole e corretta sarebbe “cominciò ad incidere…” 
- “Si avvicinò in punta di piedi al porticato, attenta a evitare i gradini di pietra polverosi e un po’ smossi.” Stesso discorso qui: “attenta ad evitare…” 
- “Spiò dalla finestra. Non c’era nessuno.” In questo caso, invece, al posto del punto fisso avrei utilizzato i due punti: “Spiò dalla finestra: non c’era nessuno.” Semplicemente perché stai specificando qualcosa rispetto “al suo spiare dalla finestra” e così la frase acquisterebbe una struttura più corretta, a mio avviso. 
- “Entrò nella sua camera, sdraiandosi sul letto, per poi inginocchiarsi davanti alla finestra, situata proprio lì accanto.” Ancora una virgola che, a mio avviso, non è necessaria: “per poi inginocchiarsi davanti alla finestra, situata proprio…” 
- “Era stato un periodo pieno di colore vivaci e tinte leggere, quello,(;) il sole splendeva sulle tre sorelle Wilson.” Tra parentesi tonde ti ho apposto la mia “correzione”, che ovviamente correzione non è ma solo un suggerimento. Credo che, in quel caso, la prima frase sia in qualche modo completa e finita, così come lo è la seconda. Per questo motivo ritengo che un punto è virgola, separando maggiormente le due frasi, potrebbe e dovrebbe risultare più corretto e valido. 
- “Alzò la testa, per ascoltare meglio la voce che urlava il suo nome.” Ancora una virgola, a mio avviso superflua. 
-“…continuando a osservare i movimenti della ragazza.” Stesso discorso tenuto in precedenza, anziché “a osservare” avrei utilizzato “ad osservare” per una lettura più scorrevole. 
- “Cancellò mentalmente il pensiero precedente, qualcosa in proposito di Louise e Wendy, per riformulare la domanda.” Qualcosa “in proposito di…” non mi sembra molto corretto ma, in questo caso, non ne sono proprio certa. Ti confesso che io avrei invece utilizzato un “qualcosa a proposito di” oppure “in proposito a”. 
Ma non essendone certa, mi limito a dirtelo a titolo informativo e, ovviamente, come mero parere personale. 
- “Era salita sulla terrazza entusiasta, con l’aria di chi sta per assistere a uno splendido spettacolo.” Non mi ripeto ulteriormente: “ad uno splendido spettacolo…” 

ORIGINALITA’ E TRAMA: 

Bene, sull’originalità non ho da lamentarmi ed è un peccato perché, avrei davvero voluto, darti un voto più alto se fosse stata considerata solo quella. 
E’ stata la trama, a dirla tutta, a non convincermi appieno. 
L’inizio è ben strutturato, segue un suo percorso e fa capire bene, descrivendo i sentimenti della protagonista, Joey, e la famiglia che la circonda, quali siano i punti chiavi della narrazione. 
La fine però, a mio avviso, arriva un po’ troppo improvvisa, un po’ quasi scoordinata e slegata dal testo. 
Il salto dal litigio con il padre, la sua tristezza che la porta a volersi isolare in un posto tanto pericoloso ed il suo lasciarsi quasi andare, benché inizialmente si tratti di un incidente all’inizio, accogliendo la caduta come un quasi suicidio, mi ha un po’ spiazzata. 
Se devo essere ancora più sincera all’inizio ho pensato che si trattasse, in qualche modo, di un “vento malefico” che la spinge e le causa la caduta ma poi, ancor più sinceramente, mi sono ritrovata a scartare quell’idea. 
Non sono riuscita a capire completamente quel: 
“Una mano salì, con suo sommo terrore, di riflesso, a scostarle le ciocche ramate dal volto, che le impedivano persino di aprire gli occhi. Le iridi verde smeraldo si assottigliarono mentre Joey sussurrava qualcosa, rivolta al vento stesso, implorandolo di smetterla. 
Ancora uno, due minuti. 
Joey era là, immobile, ben piantata. Non riusciva ad spostarsi, a muovere un ulteriore muscolo. In preda ad uno spasmo, lasciò la presa, consentendo alla spinta di trascinarla giù.” 
E’ davvero come se stesse lottando contro qualcuno, qualcuno che tu identifichi, spero di aver ben capito, con una morte particolarmente personificata. 
Insomma, la storia è molto bella e l’inizio mi aveva rapita completamente, è stata la fine, a mio avviso un po’ troppo veloce, a non avermi propriamente convinta benché, più di tutto, io ami le storie con finale tragico e, come in questo caso, quasi poetico. 

USO DEL PROFUMO: 

Per quanto riguarda l’utilizzo del profumo trovo che, un pochino, tu abbia messo questo elemento da parte. 
Se devo essere sincera non mi è parso un elemento fondamentale o quanto meno importante nella storia e sono certa che, se avessi forse insistito maggiormente su questo aspetto, avresti notevolmente incrementato il tuo punteggio. 
La parte in cui mi è parso che tu abbia maggiormente inserito questo parametro nella storia, mi sembra essere l’inizio: 
“Il vento frattanto aveva cominciato a soffiare, portando con sé una scia di odori, sempre diversi. Poteva annusare il profumo delle foglie secche, quel giorno. Ripose il piccolo attrezzo, guardando l’opera portata a termine.” 
A parte questo non ho riscontrato descrizioni piò o meno approfondite al riguardo e, anche se mi rendo più che conto che descrivere l’odore del vento sia pressappoco arduo e quasi impossibile, trovo che comunque avresti potuto dare maggior attenzione a questo fattore anche solo descrivendo maggiormente o con più riferimenti gli odori che il vento porta con sé. 

USO DELLA CITAZIONE: 

La frase è stata utilizzata bene ed il voto ottenuto dovrebbe in fin dei conti darti conferma di ciò. 
L’hai inserita bene nel contesto e nel periodo che la vede citata. 
Forse non è particolarmente indicativa o non assume un peso particolarmente rilevante ai fini della trama ma, ripeto, sei riuscita ad amalgamarla bene nel racconto ed il momento in cui viene pronunciata, in questo caso pensata dalla protagonista, è in perfetto accordo con le parole che la citazione stessa contiene ed esprime. 

GIUDIZIO PERSONALE: 

E’ stata una piacevole ed impegnativa lettura. Le atmosfere mi hanno colpita e mi hanno permessa di immergermi a fondo nella storia ed incuriosirmi riguardo la vita ed il passato della bella Joey. 
Joey mi è parsa quasi come una farfalla intrappolata, chiusa nel mondo tetro che la sua casa rappresenta, ingabbiata tra sbarre di ricordi che pesano sulla sua famiglia e che non permettono ai suoi componenti di vivere una vita libera, felice e serena. 
Forse la sua unica soluzione era davvero la morte, una morte liberatoria eppure tristissima vista la sua giovane età, il suo essere vitale e sperare in una libertà che, solo attraverso “l’ultimo volo”, riesce infine a trovare. 
Forse non avrebbe potuto mai trovare la vera libertà se non in quel modo e, infondo, la tua scelta tragica, mi è davvero piaciuta moltissimo quale conclusione degna della storia. 

Ria-chan

Recensore Junior
28/03/12, ore 05:31
Cap. 1:

Molto molto bella e profonda, naturalmente! Mi è piaciuto molto come hai descritto il personaggio di Joey, e come hai rimarcato sul suo desiderio, senza sembrare ripetitiva... Pensavo solo che magari avresti potuto dare più spazio alla figura della madre, non so...
Ad ogni modo scrivi veramentee benissimo e poi... il profumo della morte? E' una bella idea, che non capirà mai a chi apparteneva! Ok si, mi fossilizzo sui dettagli...
Comunque complimenti
Dali♥

Recensore Master
26/03/12, ore 22:46
Cap. 1:

Caspita che bella! Non ho parole Emma!
Cioè la fine mi ha fatto quasi piangere. Lei stava volando. Sono sicura che stava volando, Emma.
Caspita, rendi la storia più semplice del mondo in qualcosa di colossale e unico.
Baci e un forte abbraccio
Amber :)
p.s. se ti va puoi dare un'occhiata alla mia nuova storia

Recensore Master
23/03/12, ore 20:51
Cap. 1:

Allora Emma, da dove comincio?
Questa fanfiction è assolutamente... beh, non ho parole.
Già ieri sera, quando mi avevi spoilerato il finale, l'avevo detto.
Io amo come scrivi, ti ho anche messa tra gli autori preferiti.
Fino a qualche tempo fa non avrei mai detto che le storie originali sarebbero mai arrivate al pari delle fanfiction, nel mio cuore. Poi, quelle drammatiche, figuriamoci. Sono una terribile egocentrica, lo so, dovrei concentrarmi anche sulle storie originali, non solo su quei quattro fandom che, si, adoro, ma ogni tanto cambiare è bello, no?
Poi sono entrata nel C.R.E.P.A, e ho capito che ci sono alcune autrici fantastiche (un esempio? Tu) che scrivono divinamente.
Non sto esagerando, se te lo chiedi.
Credo di amarti.
Ho divorato tutte le tue fanfiction, e sono arrivata a questa conclusione.
Ti ho anche messo tra gli autori preferiti, ma non credo che basti.
Ci sono alcune cose che... beh, non si riescono a spiegare.
Punto.
Ma torniamo alla fanfiction qui presente, che mi aspettavo già, di cui sapevo già la fine, ma è stata comunque una sorpresa. Lo sai che una mia amica, quando aveva tredici anni (adesso ne ha, anzi AVREBBE un bel po' di più, ma lasciamo stare), ha fatto la stessa identica fine, per lo stesso identico motivo?
Da non credere, vero? E' che queste cose succedono, putroppo.
Sei stata realista, drammatica, hai saputo rendere bene in tutto ciò che scrivevi.
Se la fanfiction va tra le scelte, sono solo contenta.

With Love,
Gin <3

Nuovo recensore
23/03/12, ore 18:39
Cap. 1:

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Non saprei dire davvero cosa mi ha colpita di questa storia. L'ho trovata per caso, il titolo era affascinante. Ho cominciato a leggerla, veloce, adeguandomi al ritmo incalzante che caratterizza ogni piccola frase, seguendo l'esistenza di Joey.
Sono arrivata alla conclusione così, in un soffio. potevo ancora sentire sulla pelle il vento, quel vento che faceva male, che era divenuto la più profonda perdizione della protagonista.
Già Joey. Non mi ritengo una grandissima esperta riguardo ai personaggi trovati nella fanfiction o nelle originali. Leggo moltissimo, non trovando mai il tempo di recensire, ma non ho potuto fare a meno di dare un mio parere personale su questa, di storia.
Solitamente, mi piace più che altro pensare al modo in cui i adeguano alla realtà dei fatti, il loro modo di venir caratterizzati. Con Joey, la ragazza protagonista di questa storia, è stato ben diverso, lei mi ha completamente messa in soggezione. Lei è incerta, diversa dal solito. Fragile, tremendamente complessa. Interiormente, si dimostra una personalità semplice, abitudinaria, alla continua ricerca di novità. La sua ricerca è presente e viva, vorrebbe semplicemente essere "una qualunque". E invece no. Invece si ritrova costretta a sembrare un'altra persona, schietta, diretta, senza pretese. Sua madre è morta quando era solo una bambina, e al padre non sono rimasti che i ricordi di un futuro negato. L'intera famiglia vive in uno stato di immobilità, ogni cosa è statica. Anche le due sorelle si sono rassegnate, a nulla vale combattere.
Joey vuole ribellarsi, vuole notare. Non le importa di essere la pecora nera, riscattarsi dalla solita maschera di finzione che porta da tempi immemori. Ma Joey lotta come contro il vento, è bellissimo questo riferimento, alla lotta esistenziale. Ma non si può continuare a dar battaglia all'infinito, se ne rende conto anche lei. E vola via, come una farfalla cui sono state prematuramente spezzate le ali. Non si comprende molto bene se il suo ultimo atto sia stato un suicidio o un semplice "arrendersi". Cade giù e basta, ed è la fine della storia. una storia che merita di essere raccontata.

Poi, lo stile. Non è mai stato pesante o prevedibile, ogni azione era un susseguirsi di emozioni, pianti, lacrime amare che non volevano smettere di scendere. Delicatezza. La prima parola che mi è venuta in mente: quella dell'autrice è stata pura delicatezza, nell'affrontare anche eventi tragici come la morte di Anastasia e Joey, o il muro gelo che separa e divide la famiglia Wilson; e ancora il desiderio di volare, preponderante e drammatico. Anche i dettagli sono stati trattai splendidamente.
Questa storia è un piccolo miracolo, mi ha davvero commossa, dal profondo.
Spero che la mia richiesta venga presa in considerazione, questa storia merita a pieno il titolo di scelta. Bisogna leggerla per capire. Leggerla per guardare oltre. Non ho trovato alcun errore di grammatica né sintassi scadente, solo uno stile fluido e congeniale.
Grazie per la disponibilità in ogni caso.

Recensore Master
23/03/12, ore 17:01
Cap. 1:

Non avevo dubbi che fosse meravigliosa, però non mi aspettavo fosse... COSì!
L'ho trovata semplicemente perfetta: è un mix di... non so, tristezza, desiderio di libertà... azzeccatissimo.
Joey è un personaggio complicato, sebbene sia "solo" una one-shot, sei riuscita a caratterizzarla in modo meraviglioso: è assolutamente realistica, è una ragazza... triste; desidera volare, e Dio solo sa quanto io sia d'accordo con lei.
È arrabbiata con suo padre, perché non ha saputo contrastare il dolore, e con sua madre, perché lo ha generato.
Che sia una cosa giusta o meno non sta a noi giudicarla, lei è solo una ragazza da... leggere.
La sua anima è da leggere, ed è un'anima tormentata.
Giusto qualche giorno fa ho scritto proprio un tema in classe sul volare, e su quanto da millenni l'uomo abbia questo desiderio.
Perché vivere su questo mondo gli appare troppo stretto, camminare è limitativo, correre non è abbastanza.
Joey mi assomiglia, sotto questo aspetto. Volare è il sogno della mia vita, ma so che non ci riuscirò, non ora.
Il titolo, poi, è meraviglioso, ho cominciato ad amare la storia dal momento in cui l'ho letto.
Ho trovato anche gli altri personaggi ben caratterizzati: Louise (♥) è quella che si è stancata, si è abbandonata al dolore, ormai, non fa nulla, non lotta per tornare... non dico felice, qualcosa di simile, però; il padre... be', su lui non ho davvero nulla da dire.
L'ho visto semplicemente perfetto, uno di quegli uomini che tiene dentro di sé tutto il dolore, ma questo dolore è perfettamente percepibile nei gesti, negli occhi.
La fine è... meravigliosa.
Credo sia così, in questo caso non bisogna pensare al suicidio di Jo come ad un qualcosa di... tragico, ma come ad una liberazione, al suo personale acquisto della felicità.
"Stava volando, ora."