Quarta e ultima one-shot della serie "The strange adventures of Shannon and Fran".
Quando entro in cucina, mi casca quasi la mascella per lo stupore: un enorme albero di Natale sbuca in un angolo del salotto, proprio accanto alla TV al plasma.
Qualcuno sta dando il tocco finale, appendendo la stella alla cima dell'albero con l'aiuto di una scala. Indossa un cappellino di Babbo Natale e un grosso maglione verde cucito a mano, grande almeno il doppio del suo peso, tanto da coprire il corpo sino alle cosce, nude sino ad arrivare a un paio di stivali neri. Riconosco quel fisico, anche se di spalle, e quella voce che canticchia, e quelle movenze...no, non può essere.
Come se avesse percepito la mia presenza, si gira ed...eccola, Fran.

Sequel di "In trappola" e "Was it a dream?"
"Suona per me" sussurra poco dopo, con sguardo supplicante. "Ma non c'é batteria qui" rido, e lei alza gli occhi al cielo. Si alza dal letto, infilandosi la mia canottiera e respirando per un attimo il mio profumo da lì.
Sorride e va un attimo nella piccola cucina, tornando poi con una chitarra in mano.
"Ecco cosa intendevo" esclama soddisfatta, porgendomela. "Ma dove l'hai presa?" chiedo sorpreso, prendendo la chitarra e accordandola come mi ha insegnato a fare Tomo.
"É mia" risponde solamente, sedendosi nella poltrona accanto al letto. Mi fa cenno di iniziare e mi copro sino alla vita col lenzuolo, cominciando a suonare L490.

Continuo della one-shot "In trappola".
Una mano sulla spalla mi ferma, e riconosco quella risatina sincera e divertita.
Mi giro, riservando alla mia compagna di letto degli ultimi due giorni uno sguardo confuso.
"Dove siamo?" chiedo, avvicinandomi a lei.
Mi sorride dolcemente, e un po' in ritardo noto che anche lei é vestita di tutto punto: un lungo vestito con strascico nero, senza spalline; la sua pelle ambrata viene così risaltata dalle spalle e dalle braccia nude.
"Quante domande, Shan" mi riprende bonariamente, portandomi così a sorridere, malgrado la confusione che pervade nella mia testa.

"Voi Mars siete un po' troppo parziali, lo sapete?" ribatte lei, alzandosi dal letto con uno scatto fulmineo e e girandovi attorno con lentezza, con aria riflessiva.
Seguo ogni suo movimento con gli occhi, per non perdermi nessun indizio che possa portarmi a capire quell'assurda situazione.
"Sì, ve ne andate in Francia a fare decine di concerti, e in Italia solo due? Non si fa così, amore mio" dice, storcendo la bocca e camminando ora più velocemente e con maggior ansia.