-Noah?-

-No...-

-Allora... Taylor?-

-Neanche...-

-Aspetta aspetta! Noah?-

-Lo hai già detto...-

Quella storia andava avanti da settimane, ormai.

Un elenco apparentemente infinito di nomi di ogni genere, alcuni decisamente discutibili, altri più accettabili.

Altri, come Noah, inaccettabili.

Tyler mise su un'espressione imbronciata e si lasciò cadere sul divano, riuscendo nella difficile impresa di sbattere il braccio destro contro il vicino tavolino.

Mentre si lamentava sommessamente, Lindsay gli si avvicinò.

-Non fare così... Vedrai che riusciremo a trovare quello giusto!-

Tyler abbassò lo sguardo, a disagio.

Perché avrebbero dovuto trovare quel nome proprio in quel momento, dopo settimane di infruttuosi tentativi?

Doveva ammettere che Lindsay stava impegnandosi parecchio, ma il suo essere così svagata, incostante, distratta -insomma, così Lindsay!- non facilitava certo le cose.

La bionda si accomodò sul divano e appoggiò la testa sulla spalla di Tyler, chiudendo gli occhi e sorridendo di quella vicinanza tra loro.

Il castano, dal canto suo, riuscì soltanto ad abbozzare un sorrisetto più simile alla smorfia di chi ha appena morso un limone, esasperato dai troppi pensieri che gli riempivano la mente.

Nello specifico, dal singolo pensiero che lo tormentava.

D'altronde non era mai stato un gran pensatore!

La mano di Lindsay gli si posò delicatamente sul volto: a quel contatto Tyler si voltò di scatto, finendo per trovarsi un dito di lei dritto nell'occhio.

Ululò dal dolore e si portò le mani al volto, mentre Lindsay si scusava freneticamente.

-Oh no, scusa, scusa, scusa...-

Si bloccò per un istante, e Tyler poté vedere con l'occhio buono che la ragazza sembrava aver appena ricevuto un'illuminazione.

Qualunque cosa volesse dire.

Lindsay aprì e richiuse la bocca un paio di volte, come un pesce -vivido nella mente di Tyler apparve il ricordo di lui che baciava un merluzzo dall'odore nauseabondo...-, poi un sorriso ampio e genuino si fece spazio sul suo volto.

-... Trevor...-

All'udire quella parola il ragazzo smise di lamentarsi e rimase a bocca aperta.

Trevor.

Allontanò lentamente la mano dall'occhio offeso, ancora lacrimante, e la abbassò.

Trevor.

Deglutì sommessamente e, dopo qualche secondo di apnea, si ricordò di respirare.

Trevor.

Si avvicinò al volto di Lindsay e la baciò appassionatamente, pieno di una gioia incontenibile e che non vedeva l'ora di esternare al mondo intero.

Si separò dalla bionda e, raggiante, le posò una mano sul pancione.

-E' perfetto.-